È giunta nel Lago di Garda in questi giorni la Motovedetta CP 602 assegnata dal Comando Generale delle Capitanerie di porto di Roma, su specifica richiesta della Direzione Marittima di Venezia.
Dal 2020 ad oggi il Corpo delle Capitanerie di Porto, stante l’aumento delle esigenze di vigilanza e di soccorso per l’aumento del traffico da diporto e turistico sul più grande Lago italiano e dei soccorsi gestiti, ha implementato del 50% il numero di mezzi della Guardia Costiera, come anche il Personale che opera a bordo delle predette unità navali e in Sala Operativa, sede di Unità Costiera di Guardia, ove, in maniera diuturna, grazie anche al Protocollo d’intesa stipulato con le Prefetture di Brescia, Verona e Trento, coordina tutte le operazioni SAR sull’intero bacino lacuale (dal 2020 ad oggi, infatti, si contano 515 operazioni di soccorso coordinate dalla Sala Operativa della Guardia Costiera e svolte sia dai mezzi navali del Nucleo, ma anche dalle altre Forze Concorrenti al SAR – Vigili del Fuoco, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Carabinieri, Polizia Provinciale, Protezione Civile, CRI e organizzazioni di volontariato).
Sale, quindi, ad otto il numero di mezzi navali assegnati alla Guardia Costiera del Lago di Garda, rischierati in maniera equa sulle tre sponde lacuali (Salò per la sponda Bresciana, a Lazise per la sponda Veneta e a Torbole per la sponda Trentina e l’alto Garda), grazie al Protocollo d’Intesa sottoscritto annualmente dalla Direzione Marittima, dalla Comunità del Garda, dall’Autorità di Bacino e dagli Ispettorati dei Porti di Verona e Trento, grazie ad appositi fondi messi a disposizione dalla Regione Veneto, Lombardia e dalla Provincia Autonoma di Trento.
La motovedetta CP 602 con i suoi 45 nodi di velocità è tra le più veloci in dotazione al Corpo delle Capitanerie ed è dotata di strumentazione radioelettrica per poter coordinare eventi SAR di grande portata nell’area di intervento.
Nei prossimi giorni l’equipaggio della Motovedetta CP 605, composto da tre militari abilitati al salvamento nuoto, potrà iniziare le attività addestrative e di ambientamento che continueranno per tutto il periodo invernale, ove espleteranno anche vigilanze di polizia di sicurezza della navigazione e ambientale.
L’unità in questione, nel periodo estivo verrà rischierata nel porto di Desenzano, ove sono in itinere incontri istituzionali nei prossimi giorni tra l’Ammiraglio Direttore Marittimo Filippo Marini, il Comandante della Guardia Costiera del Lago di Garda C.F. (CP) Antonello Ragadale e il Sindaco Malinverno, per individuare un ufficio a similitudine di quanto fatto a Lazise e a Torbole.
Di pari passo la Comunità del Garda, per il prossimo 29 novembre, ha indetto una riunione per verificare il consuntivo delle attività svolte dalla Guardia Costiera nell’anno 2023 e nella quale verranno valutati, nell’ambito del protocollo 2024, i rischieramenti delle unità navali e le necessità logistiche per le sedi di Desenzano, Lazise, Torbole.
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Il sostituto procuratore ha chiesto l'assoluzione per i sette imputati a processo per traffico illecito di rifiuti pericolosi. L'indagine aveva preso il via nel 2015, coinvolgendo manager e dipendenti della ditta prevallese.
L'accusa era pesante: associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti pericolosi. L'indagine, allora condotta dai Ros e coordinata dal procuratore aggiunto Sandro Raimondi, ipotizzava che all'interno dell'azienda il materiale ferroso venisse mescolato ad altri rifiuti pericolosi, secondo la tecnica del sandwich, ossia mascherare il materiale tossico - si parlava in particolare di pcb e diossine - fra due strati di ferro regolare e "pulito". Alcuni indizi raccolti attraverso video e intercettazioni telefoniche avevano portato al sequestro dell'azienda prevallese per otto mesi e all'interdizione dei titolari dall'attività produttiva.
Ad oggi, tuttavia, non sono emerse prove a carico degli imputati, pertanto il sostituto procuratore Teodoro Catananti ha chiesto l'assoluzione per i sette imputati coinvolti: Giancarlo, Stefano e Daniel Sanca, Claudio, Davide e Mauro Andreassi, il classificatore Rudi Tonni. Ne escono perciò pulite la Valferro e la VF Trasporti.
La polizia locale valsabbina ha fermato nei giorni scorsi un'automobilista che da mesi riusciva a sfuggire ai controlli. Pioggia di sanzioni per lui, oltre a ulteriori accertamenti.
Nei mesi scorsi l'uomo era fuggito a due diversi posti di controllo, facendo perdere le proprie tracce; un'altra volta era riuscito a nascondersi dopo che gli agenti lo avevano riconosciuto. Le indagini sulla sua automobile sono comunque partite e gli approfondimenti hanno rivelato che la vettura era intestata a una persona defunta nel 2002 senza lasciare moglie né figli, quindi non si capiva a chi potesse essere andata a finire.
Evidentemente la persona alla guida aveva approfittato della situazione e, per aggiungere infrazione a infrazione, circolava senza revisione dell'automobile e senza copertura assicurativa dallo scorso giugno.
L'altro ieri una pattuglia è riuscita a intercettare l'autovettura mentre transitava per Roè Volciano. Il conducente non era la persona vista alla guida nei mesi precedenti, tuttavia appena lo sguardo cade sul passeggero gli agenti riconosciuto l'uomo fuggito in passato ai posti di blocco. Identificato, l'uomo risulta tra l'altro senza patente da più di tre anni. Consideranto che la vettura è anche senza revisione e senza assicurazione, saranno molto salate le sanzioni riservate al "fuggitivo" per poter dissequestrare il veicolo. I due automobilisti sopresi in Valsabbia risultano residenti in Valtrompia e saranno oggetto di ulteriori accertamenti da parte del comando di polizia locale valsabbino.
Uno stipendio di 1.500 euro al mese, moglie e tre figli a carico: il tribunale gli cancella 60mila euro di debiti grazie alla legge "salva-suicidi".
I giudici hanno approvato la procedura di esdebitazione chiesta da un commesso quarantenne con moglie e tre figli minori a carico. Nel 2018, un attimo prima di finire per strada con moglie e figli, l'uomo aveva deciso di rivolgersi al Tribunale di Brescia. A fine ottobre 2023 - dopo aver versato 350 euro al mese per quattro anni - si è visto cancellare ufficialmente dai giudici oltre 60mila euro di pendenze che gli impedivano di guardare al futuro con la speranza di farcela.
Protagonista della vicenda è un quarantenne che vive a Bedizzole con la moglie e tre figli minorenni. Ogni mese, come commesso, porta a casa circa 1.500 euro al mese, ma il suo è l’unico reddito di casa e quei soldi non gli bastano nemmeno a sostenere le esigenze familiari. Intorno al 2017, l’uomo contrae i primi prestiti per l’acquisto di beni di uso quotidiano (un’auto di modesto valore e i mobili di casa) che - sommati alle spese correnti e al loop dei successivi finanziamenti fatti solo per sostenere le rate dei debiti - lo portano ben presto a trovarsi circa 80mila euro sulle spalle. Soldi che non sarà mai in grado di pagare.
A questo punto, il quarantenne decide di rivolgersi allo Studio Pagano & Partners di Brescia. “Al Tribunale – spiega l’avvocato Monica Pagano – abbiamo chiesto l’applicazione della Legge 3/2012 (nota anche come legge sul Sovraindebitamento o Salva-suicidi), oggi confluita nel Codice della crisi, che sancisce un principio molto semplice: nessuna persona onesta finita in difficoltà finanziaria può essere condannata a pagare per tutta la vita debiti che vanno ben oltre le sue capacità economiche. Concretamente – continua il legale – il nostro cliente ha versato con cadenza mensile quanto ragionevolmente poteva dare senza far venir meno il sostentamento alla propria famiglia (16.800 euro in tutto) e, ultimato questo percorso, è arrivata per lui l’esdebitazione. In parole povere – conclude Pagano - i restanti debiti sono stati azzerati e da questo momento il quarantenne e la sua famiglia possono ripartire da capo, senza il fardello di segnalazioni pregresse e tornando anche ad accedere al credito, se mai ne avranno davvero bisogno”.
Nel corso del fine settimana tutti i paesi facenti capo all'aggregazione valsabbina della polizia locale sono stati controllati anche in orario serale e notturno. Alcuni dati.
Come sempre una buona parte dell'attività ha riguardato gli utenti della strada: 75 automobilisti sono stati sottoposti al pretest contro l'abuso di alcol e fra loro 4 sono risultati con un tasso sopra lo zero ma inferiore allo 0,5, mentre uno, fermato a Vestone, superava lo 0,5 e si è visto ritirare la patente. Sempre a Vestone, un altro conducente aveva un tasso superiore a 1,10 perciò, oltre ad avere la patente ritirata, per lui è scattata anche la denuncia penale. La terza patente ritirata nel corso della serata è quella di un automobilista fermato a Roè Volciano che era alla guida mentre consumava sostanze stupefacenti; invitato a recarsi in ospedale per accertamenti, l'uomo si è rifiutato, pertanto è stato sanzionato per il rifiuto e contestualmente, come prevede la normativa, ha avuto la patente sospesa e una segnalazione alla Procura.
Tra gli eventi inaspettati della serata, ben due persone sono state sorprese alla guida senza aver mai conseguito la patente. Una pattuglia, inoltre, è intervenuta a Roè Volciano in supporto ai carabinieri per calmare un uomo alterato a causa di abuso di alcol: la situazione si è risolta scordandolo in ospedale.
A Gavardo, sono stati ispezionati il centro storico e i parchi senza rilevare infrazioni e senza emettere alcun DASPO. In un parco, però, è stata trovata della sostanza stupefacente abbandonata, forse proprio poco prima dell'ispezione, quando chi la deteneva si è accorto dell'arrivo degli agenti e ha preferito non correre rischi. Sempre a Gavardo due persone sono state sanzionate perché ospitavano nel loro appartamento dei connazionali senza aver fatto la necessaria dichiarazioni di ospitalità alle autorità di pubblica sicurezza.
Infine, tutti i paesi della media e alta valle sono stati monitorati fino alle due di notte per la prevenzione di furti: gli agenti hanno cioè percorso le strade di Bione, Preseglie, Sabbio Chiese, Agnosine, Barghe, Vestone. Le pattuglie coinvolte nelle varie attività erano tre, per un totale di sei agenti.
La polizia locale della Valle Sabbia ha individuato tre persone, un uomo e due donne, responsabili di furti alle automobili di turisti la scorsa estate. Le indagini stanno continuando per verificare ulteriori responsabilità del terzetto.
Al momento il cerchio si è chiuso su tre persone che sono state denunciate per furto aggravato dalla violenza sulle cose. Due di loro hanno precedenti penali, mentre una delle due donne risultava incensurata. I fatti risalgono all'estate scorsa, quando ad Anfo e in altre località lungo le coste del lago d'Idro si sono verificati diversi furti presso parcheggi frequentati da turisti, soprattutto stranieri.
I ladri si avvicinavano alle automobili in sosta, guardavano dentro l'abitacolo per individuare eventuali obiettivi di cui impossessarsi, quindi spaccavano i vetri e rubavano borse, portafogli, bancomat, vari effetti personali e quanto trovavano a portata di mano. Il tutto a tempo di record, per poi scappare altrettanto velocemente. Forse contavano sul fatto che gli stranieri, magari in vacanza solo per pochi giorni, non avrebbero mai contattato le forze di polizia e questo li ha fatti sentire liberi di agire indisturbati.
In due occasioni, tuttavia, i turisti derubati - in questo caso tedeschi - hanno richiesto l'intervento della polizia locale che tra l'altro in estate aveva rafforzato il presidio su lago e dintorni. La segnalazione ha dato il via a un'indagine minuziosa durata circa due mesi che in questi giorni ha dato i suoi frutti: gli agenti hanno infatti individuato la vettura sulla quale si muovevano i ladri e non l'hanno più persa di vista, seguendola a lungo negli spostamenti in zona. Quando poi è giunto il momento opportuno, la vettura è stata fermata nel territorio di Roè Volciano e perquisita.
Nel baule è stato così trovato un gancio di traino, probabilmente il mezzo usato per rompere i vetri delle automobili prese di mira, mentre dal lato del passeggero è stato rinvenuto un taglierino di 9 cm. Per le tre persone a bordo - tutte provenienti dal basso Garda - è scattata la denuncia, ma le indagini non sono ancora concluse. Gli agenti stanno infatti valutando alcuni indizi per capire se i tre si sono resi responsabili anche di altri furti in zona.
Giovanna Gamba
Delusione e amarezza sono le emozioni che si respirano al Bar Co.Ge.S.Sport – Non solo bar di Gavardo per il furto verificatosi nella notte a cavallo tra domenica 29 e 30 ottobre. Danni materiali e soprattutto immateriali non indifferenti che lasciano un senso di avvilimento diffuso in tutta la cooperativa, le famiglie e la comunità locale.
Tra i danni materiali si conta il danneggiamento di una delle due porte di accesso, oltre al furto del ricavato di una raccolta fondi di cui Co.Ge.S.S. si sta facendo promotrice in vista della prossima Santa Lucia, in collaborazione con il Fondo Autisminsieme.
Una domanda ridonda nei pensieri ed è “Ma perché?”. Interrogativo, a cui ovviamente ciascuno di noi fatica a trovare una possibile risposta. C’è il forte desiderio di dare voce al proprio malcontento inaspettato, per dare un senso al lavoro che giorno dopo giorno c’è nell’aprire la porta del Bar Co.Ge.S.Sport!
Chi, invece, compie gesti simili, crede di trovare così il suo vero senso?
Come immaginabile, i danni immateriali non sono invece quantificabili ma sono visibili negli occhi delle persone con disabilità che ieri mattina hanno dovuto lasciare il bar, facendo ritorno alle proprie abitazioni dovendo raccontare ai famigliari una brutta storia, per la quale non esiste spiegazione.
Per chi non lo conoscesse ancora, infatti, il Bar Co.Ge.S.Sport di Gavardo è una realtà innovativa e sperimentale presente nel territorio della Valle Sabbia dal 2021. Oltre all’ordinaria attività di bar e ristorazione, che ha caratterizzato anche le gestioni precedenti, oggi, grazie alla volontà e all’impegno della cooperativa Co.Ge.S.S., è possibile trovare un luogo unico, dove bere un caffè o fare una pausa pranzo ha il profumo e il calore dell’inclusione sociale.
Il Bar Co.Ge.S.Sport di Gavardo è una delle quattro sedi dove prende vita il progetto LABIS, il primo laboratorio sperimentale di inclusione sociale presente in Valle Sabbia, (coordinato dalla Dottoressa Valentina Comincioli per conto della Cooperativa Sociale ETS Co.Ge.S.S. ).
La funzione del LABIS è quella di fornire a persone aventi condizioni di fragilità un ambiente idoneo allo sviluppo di competenze tecniche e relazionali funzionali alla crescita individuale per vivere nella società come cittadini attivi, motivati e responsabili.
In dieci anni di gestione di bar non è la prima volta che ci accade un fatto simile, ma speriamo sempre che sia l’ultima per l’amarezza che si diffonde in tutti noi… andremo oltre anche questa volta, ma lo faremo prima e meglio con il supporto della comunità locale.
Da giovedì 2 il Co.Ge.S.Sport Bar di Gavardo potrà tornare ad accogliere nuovamente il pubblico e gli utenti del servizio con la speranza che da un gesto come questo, carico di dolore, possa nascere una nuova consapevolezza: essere comunità inclusiva non è qualcosa di astratto, bensì è il frutto di una scelta quotidiana.
Non abbiamo bisogno di compassione ma di vicinanza, sorrisi e di calore da parte di tutta la cittadinanza.
Per scoprire di più sul progetto:
Sito: https://www.coopcogess.org/labis-e-labor/
Facebook: https://www.facebook.com/cogessportbargavardo/
CONTATTI
CO.GE. S.S. COOPERATIVA SOCIALE E.T.S. | persone – territorio – inclusione |
www.coopcogess.org | Facebook: “cogess vallesabbia” |Instagram: coopcogess
Il titolare di una carrozzeria di Gavardo è stato individuato insieme ad altri tre uomini grazie all'attività investigativa della polizia locale valsabbina. Il materiale era stato abbandonato in un luogo impervio a Villanuova.
Quando i ricambi d'auto cominciavano a occupare troppo spazio, l'uomo chiamava tre complici i quali li caricavano su un camion e se ne sbarazzavano, scaricandoli in luoghi isolati e difficilmente raggiungibili. Questo almeno è quanto successo almeno una volta, sul finire dell'estate scorsa, con una ventina circa tra paraurti e altre parti di automobili che sono stati abbandonati in una zona boschiva di Villanuova, senza il minimo rispetto per le regole circa lo smaltimento dei rifiuti.
La segnalazione era giunta tempestiva al comando e l'attività investigativa era iniziata immediatamente, ma le indagini si erano rivelate molto complesse e risalire ai responsabili non era scontato, fino alla svolta di qualche giorno fa. Come sempre, l'incrocio tra procedura classica e nuove tecnologie si è rivelato particolarmente utile per svelare l'identità dei protagonisti della vicenda. Il titolare di una carrozzeria di Gavardo e altri tre uomini, qualcuno con precedenti penali, sono stati perciò denunciati alla Procura della Repubblica per violazione delle norme sui rifiuti e a breve saranno chiamati a sistemare i danni causati dalla loro violazione e ripristinare il tutto.
"Su questo fronte - precisa il comandante Fabio Vallini - il nostro comando è molto attivo, tanto che dall'inizio dell'anno sono ben 75 le persone sanzionate per aver abbandonato o conferito non correttamente i rifiuti. Il fenomeno è ancora piuttosto diffuso, ma si sono compiuti molti passi avanti per riuscire a controllarlo - e magari in futuro anche debellarlo - grazie alla sinergia con le amministrazioni e i vari uffici comunali. Non va dimenticato, infine, il contributo dei cittadini, sempre più sensibili su queste tematiche: le loro segnalazioni sono sempre molto preziose".
Giovanna Gamba
L'incidente era avvenuto sabato scorso, la mattina intorno alle 9, a Villanuova sul Clisi. L'automobile che ha provocato il sinistro è stata individuata dopo una settimana di indagini serrate da parte della polizia locale valsabbina e ha portato alla denuncia di due 19enni, uno residente fuori provincia e uno valsabbino.
I testimoni avevano parlato tutti di un'automobile nera, ma a poco a poco sono emerse evidenze che hanno aiutato gli agenti a ricostruire nel dettaglio la dinamica e a individuarne i responsabili, anche grazie all'aiuto determinante delle telecamere di videosorveglianza.
L'auto, una Opel Corsa nera, aveva affrontato a velocità sostenuta una rotatoria in territorio di Villanuova, sorpassando subito dopo in zona vietata un'altra vettura che procedeva regolarmente davanti. La manovra porta il conducente a invadere la corsia opposta di marcia da cui proviene un gruppo di ciclisti: molti di loro cadono e uno di loro riporta lesioni serie che inducono i soccorritori a ricoverarlo in codice giallo presso l'ospedale di Gavardo.
L'investitore, però, non si ferma; anzi, approfitta della concitazione del momento per fuggire in direzione Gavardo senza che nessuno riesca a memorizzare la targa della sua vettura. Chiamata sul posto, la polizia locale raccoglie immediatamente le testimonianze dei presenti e dà il via alle indagini che inizialmente sono difficoltose, perché la zona in cui è avvenuto l'impatto non è coperta dalla videosorveglianza. Ci sono tuttavia numerose altre videocamere nelle vicinanze ed è ad esse che gli agenti attingono, confidando nell'efficacia di strumenti all'avanguardia come sono quelli posizionati sul territorio valsabbino.
Una settimana di visione delle immagini porta dunque i suoi frutti e al comando si riesce a individuare l'automobile sospetta. Nel pomeriggio di venerdì, infine, gli agenti riescono a fermarla con a bordo due 19enni, quello alla guida residente a Milano mentre il passeggero è della Vlasabbia. Convocati al comando e messi di fronte alle evidenze, i due ammettono le proprie responsabilità, anche perché nel frattempo gli agenti mostrano loro alcune abrasioni sulla carrozzeria della vettura che sembrano pienamente compatibili con il sinistro della settimana prima.
A questo punto per entrambi scatta una denuncia per omissione di soccorso, cui si aggiunge per il conducente anche quella di fuga da incidente stradale. L'automobilista rischia la sospensione della patente per un periodo che va da 18 mesi a 3 anni, oltre al carcere da 1 a 3 anni. Il ciclista, che ha avuto una prognosi di 30 giorni e la bicicletta completamente distrutta, ha ringraziato gli agenti per il lavoro svolto.
Giovanna Gamba
Nel pomeriggio di oggi, 10 ottobre, la 45 bis è stata ancora una volta teatro di un incidente che ha coinvolto ben 4 vetture per un tamponamento multiplo. Il bilancio è di 4 feriti, di cui 3 minori, tutti ricoverati presso gli Spedali Civili di Brescia.
Si è trattato di un tamponamento a catena che ha coinvolto quattro automobili le quali procedevano da Brescia in direzione lago ed erano da poco entrate nella galleria in territorio di Prevalle. Le cause sono al vaglio della polizia locale di Prevalle e Paitone, intervenuta prontamente per coordinare i soccorsi ed eseguire i rilievi, oltre che per governare il traffico in un orario particolarmente problematico qual è quello della fine di una giornata lavorativa.
Il tamponamento multiplo ha provocato la necessità di ricovero per quattro persone, di cui 3 minori, soccorse da quattro ambulanze e trasportate al Civile di Brescia. Sul posto sono intervenuti anche i vigili del fuoco per disattivare la perdita di gas dal serbatoio di uno dei mezzi coinvolti. I rilievi sono iniziati intorno alle 18:30 e si sono conclusi oltre due ore dopo presso il comando di Prevalle. Il traffico in serata era ancora rallentato, ma sta via via tornando alla normalità.
Operazione straordinaria dei due comandi di polizia locale nel corso del weekend appena concluso per presidiare il territorio, lavorando in reciproca collaborazione. L'iniziativa ha avuto esito positivo e i due comandanti Stefano Dondelli e Massimo Zambarda non escludono reiterazioni future.
I Servizi Intercomunali di Polizia Locale Calvagese-Muscoline e Prevalle-Paitone hanno progettato gli interventi in occasione del servizio SMART, finanziato dall'assessorato alla Polizia Locale di Regione Lombardia e fortemente voluto dai sindaci dei quattro comuni, oltre che - ovviamente - dai rispettivi comandanti Dondelli e Zambarda. Il controllo straordinario del territorio è stato effettuato nella serata tra sabato 7 e domenica 8 ottobre in forma congiunta.
Erano tre le pattuglie che hanno presidiato i quattro comuni a partire dalle 18:30 di sabato per poi continuare ininterrottamente fino alle 3 di notte. Il servizio ha coinvolto 7 operatori di polizia che hanno affrontato diverse operazioni nel corso delle ore impegnate.
In primo luogo sono stati controllati tre parchi comunali che erano stati oggetto di segnalazioni da parte di privati cittadini per schiamazzi e disturbo alla quiete pubblica. In seguito, sono state monitorate le strade e, in particolare, sono stati fatti controlli per contrastare l'abuso di sostanze alcoliche e l'eccessiva velocità alla guida dei veicoli.
A fine serata, le persone identificate risultano essere 263, mentre sono 212 i veicoli controllati. L'infrazione più comune resta l'eccesso di velocità a causa della quale si contano ben 16 verbali, cui vanno aggiunte altre 11 sanzioni per violazioni varie. Gli automobilisti sottoposti al pre-test alcolemico sono circa 100, risultati tutti fortunatamente negativi. Gli agenti hanno infine rilevato un incidente stradale, con un'automobile uscita di strada, ma senza alcuna persona ferita.
Il bilancio dell'intervento è positivo per entrambi i comandanti: unire le forza in certe occasioni permette di intensificare i controlli con risultati sempre più efficaci.
Ultimata un’attività di indagine espletata in 3 mesi, la quale ha permesso al Comando di identificare e deferire all’Autorità Giudiziaria due donne che, nel mese di giugno, si erano rese responsabili di reati contro il patrimonio, mettendo in atto il furto di alcuni capi di abbigliamento in vendita presso un esercizio commerciale sito nel Comune di Villanuova sul Clisi.
In quell’occasione un dipendente del negozio si rivolgeva ad una pattuglia in servizio nelle vicinanze del parcheggio del negozio per denunciare la rapina impropria. Parte della merce rubata era stata rinvenuta abbandonata e restituita al negozio. Una delle donne, che già in passato si era resa responsabile di reati di questo genere, dovrà rispondere del reato di rapina impropria, poiché raggiunta all’esterno del negozio da un dipendente che si era accorto del furto, al fine di guadagnarsi la fuga ed assicurarsi il possesso dei beni sottratti, lo spintovana più volte e si dileguava a piedi, mentre la complice risponderà del reato di furto aggravato.
Martedì a Gavardo un intervento deciso dagli agenti della polizia locale per un uomo pregiudicato, residente a Prevalle che era in stato di ubriachezza e che, transitando per Gavardo in centro, rischiava di essere investito. L’uomo che dava fastidio ai passanti è stato denunciato a piede libero per resistenza e minaccia a pubblico ufficiale nonché per oltraggio. Per lui anche un verbale per ubriachezza molesta non potrà più tornare nella zona dove è stato individuato per 48 ore e per questo è stato allontanato. Cinque gli agenti coinvolti e questo era il quarto Daspo urbano per Gavardo.
Tuttavia, il giorno successivo cioè, mercoledì, un agente che si trovava in centro in borghese lo ha notato e ha fatto intervenire quattro colleghi che si trovavano sul territorio. La persona è stata condotta in comando e gli è stato notificato un altro ordine di allontanamento. I due verbali di allontanamento verranno inoltrati a quest'ora chi emetterà un altro ordine di “non tornare più in centro” per un minimo di sei mesi. Se dovesse ritornare, per lui scatterebbe una denuncia penale all'autorità giudiziaria, E questo era il quinto provvedimento che appunto viene preso a Gavardo a seguito del dell'entrata in vigore dell'introduzione del Daspo urbano nel regolamento comunale voluto da questa amministrazione comunale.
La polizia locale della Valle Sabbia ha operato diversi controlli nel fine settimana appena concluso, concludendo la nottata di servizio con un intervento a Villanuova dove si era incendiata un'automobile.
Oggetto dei controlli non sono state solo le strade, ma anche i parchi, le piazze e altri luoghi di ritrovo, che gli agenti hanno raggiunto nel corso della serata e della notte, alcuni lavorando in divisa e altri in borghese. I risultati non si sono fatti attendere. A Gavardo, in un parco, è stato trovata una persona intenta a consumare sostanza stupefacente: l'uomo, proveniente da fuori Comune, è stato segnalato come consumatore, mentre gli è stata sequestrata altra droga che aveva con sé.
Sempre a Gavardo, in piazza Zanardelli, gli agenti hanno fermato un 37enne in stato di ubriachezza: nei suoi confronti è stato applicato il DASPO recentemente approvato dall'amministrazione comunale, perciò per 48 ore l'uomo non potrà più farsi vedere sul territorio. Sono già tre i provvedimenti di questo tipo messi in atto dal Comando dopo l'approvazione in Comune.
Per quanto riguarda il lavoro su strada, sono 70 i conducenti di mezzi fermati e controllati. Tra loro, un neopatentato è stato sanzionato perché si era messo alla guida dopo aver assunto alcol, mentre a un altro automobilista è stata addirittura ritirata la patente perché guidava in stato di ebbrezza. La nottata si è conclusa con l'automobile incendiata a Villanuova: gli agenti sono giunti sul posto e hanno subito iniziato le indagini, tuttora in corso, per capire cosa sia successo.
Il comandante Fabio Vallini fa sapere che analoghi controlli sono già stati programmati anche per i prossimi giorni, sia sulle strade che nei centri storici dei paesi.
Giovanna Gamba
Una coppia di motociclisti residente a Ghedi è stata individuata dalla polizia locale dopo che, circa un mese fa, aveva investito un ciclista senza fermarsi a prestare soccorso.
L'incidente risale a più di un mese fa, quando un ciclista a una rotonda era stato urtato da una moto con a bordo due persone che si erano dileguate subito dopo l'urto, proseguendo la marcia senza fermarsi. La polizia locale della Valle Sabbia non si è data per vinta e ha intrapreso fin da subito indagini serrate alla ricerca dei colpevoli, nonostante inizialmente gli elementi a disposizione sembrassero molto ridotti. Nel loro lavoro gli agenti sono stati coadiuvati da alcune testimonianze di cittadini e dai filmati del sistema di videosorveglianza, ormai presente in maniera sistematica nella zona.
La tenacia degli agenti ha dato i suoi frutti e alla fine si è scoperto che a transitare per Villanuova in quel momento era una coppia di Ghedi che si stava recando in Valle Sabbia per una gita. I due sono stati denunciati per omissione di soccorso, tanto più che il ciclista investito aveva riportato lesioni. Anche la dinamica è stata ricostruita con esattezza, stabilendo che il motociclo ha svoltato a destra in una rotonda proprio mentre sopraggiungeva il ciclista, che dopo l'impatto è rimasto a terra.
Ora la denuncia costerà loro parecchio e i due dovranno affrontare un processo che li vedrà imputati per omissione di soccorso in sinistro stradale.
Un 41enne marocchino residente a Gavardo è stato identificato dalla polizia locale, chiamata mentre l'uomo discuteva con la compagna. Senza documenti, avrebbe dovuto essere espulso, ma il provvedimento è congelato perché la Questura sta verificando se sussistono le condizioni per un permesso di soggiorno per motivi umanitari.
Sono circa le 17 di giovedì, quando due persone passeggiano a Gavardo su ponte del Chiese. Improvvisamente, la loro attenzione viene richiamata da una coppia che discute animatamente, pur in presenza di una bambina che sembrerebbe la loro figlioletta. I cittadini segnalano la situazione a una pattuglia della polizia locale che si trova a pochi metri per presidiare il centro storico del paese e in effetti interviene in pochi minuti. Gli agenti placano la discussione e invitano la coppia a seguirli al comando per capire meglio la dinamica dei fatti.
A quel punto i poliziotti apprendono che l'uomo è privo di documenti, nonostante si trovi in Italia da molto tempo e sia già stato più volte segnalato. Non resta che procedere con il fermo di identificazione, mente parte il fotosegnalamento. L'uomo viene trattenuto in cella e piantonato tutta notte.
Nella mattinata di ieri la polizia locale contatta l'ufficio immigrazione della Questura e scopre che il 41enne, pregiudicato, è già destinatario di un provvedimento di espulsione, quindi viene denunciato per la violazione dell'articolo 14 L. 286/98. Nel corso della giornata, tuttavia, arriva la notizia che l'uomo al momento non può essere espulso perché ha in corso una richiesta di valutazione per un permesso di soggiorno per motivi di protezione internazionale, con un appuntamento già fissato a breve in Questura per questo scopo.
Nel frattempo gli agenti valsabbini hanno parlato con la sua convivente, che si è trasferita da poco a Gavardo con il compagno e la figlia, dopo aver vissuto per anni in un paese limitrofo. Obiettivo è cercare di capire se ci sono gli estremi per una denuncia di maltrattamento in famiglia. Al momento, non sono stati presi provvedimenti in questo senso.
Trovato il corpo del ragazzo che si era tuffato da una nave da minicrociera nelle acque antistanti Punta San Vigilio di Garda.
I sommozzatori dei Vigili del Fuoco di Trieste - il cui intervento era stato disposto dal Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Verona - hanno ritrovato, su un fondale di 18 metri e ad una distanza di circa 330 metri dalla spiaggia di Punta San Vigilio di Garda, il corpo del turista di nazionalità straniera di 27 anni che nel primo pomeriggio di ieri, domenica 3 settembre, si era tuffato da una nave da mini crociera, partita da Peschiera e fermatasi nelle acque antistanti Punta San Vigilio, per far fare il bagno ai turisti imbarcati.
Le ricerche, avviate nell’immediatezza sotto il coordinamento della Sala Operativa della Guardia Costiera di Salò dopo l’allarme lanciato dall’equipaggio della nave, hanno visto impiegate cinque unità navali (due della Guardia Costiera, una dei Vigili del Fuoco di Bardolino, due dei Volontari della Protezione Civile), un elicottero dei Vigili del Fuoco di Venezia, tre squadre sommozzatori (due dei vigili del fuoco provenienti da Trieste e Venezia, una del Nucleo Sub della Guardia Costiera di San Benedetto del Tronto) e i Volontari del Garda per le ricerche strumentali.
Le attività di ricerca sia di superficie che di profondità, mai interrotte dal momento dell’allarme e che sarebbero proseguite anche durante la notte e per i prossimi giorni, hanno permesso di individuare il corpo intorno alle 21:30, nell’area di ricerca assegnata alle unità SAR dalla Sala Operativa della Guardia Costiera di Salò. I Vigili del Fuoco, impegnati in immersione con operatori subacquei, hanno trovato il corpo privo di vita del giovane turista adagiato sul fondo e lo hanno recuperato a bordo dell’unità dei VVF di Bardolino, per il successivo trasferimento nel sorgitore di Garda, dove ad attenderli era presente il personale della Polizia di Stato della Squadra Acque interne di Peschiera che stava eseguendo le indagini sull’evento, delegate dalla Procura della Repubblica di Verona.
Presente in porto anche personale dei Vigili del Fuoco di Bardolino e del Nucleo Sub della Guardia Costiera di San Benedetto del Tronto.
(foto d'archivio)
E' giunta intorno alle 14:30 alla sala operativa della Guardia Costiera di Salò la richiesta di soccorso da parte del Comandante di una nave da minicrociere, che si era fermata a largo di Punta San Vigilio per far fare un bagno ai turisti presenti a bordo.
Dopo essere entrati in acqua, però, uno dei ragazzi del gruppo, pare si sia tuffato dalla murata della stessa nave, non è stato più visto, perchè inabissatosi, per cause al momento sconosciute.
Immediato l’invio dei soccorsi da parte della sala operativa della Guardia Costiera di Salò, che ha fatto convergere sul punto due unità navali il GC A58 e il GC B135, quest’ultimo con a bordo un soccorritore marittimo della Guardia Costiera, che non appena giunto sul punto della segnalazione si è immerso, ma stante il fondale superiore ai 16 metri e l’acqua torbida, non ha trovato il corpo del ragazzo.
Stanno sopraggiungendo in zona i sommozzatori dei Vigili del Fuoco con elicottero da Venezia e i sub della Guardia Costiera del Nucleo di San Benedetto del Tronto, come anche l’unità dei Volontari del Garda per le ricerche strumentali di profondità.
Sul posto fatte convergere anche l’unità della Polizia di Stato di Peschiera per le attività di ricostruzione dell’evento, l’idroambulanza della CRI e la motovedetta dei VVF di Bardolino per l’assistenza alle operazioni subacquee.
In atto le ricerche di superficie con i mezzi SAR giunti sul posto che al momento non hanno però dato esito positivo.
Nei pressi di Brenzone sono in corso le ricerche di un 39enne della provincia di Bolzano del quale si sono prese le tracce dal 31 agosto scorso.
L’allarme è scattato con il ritrovamento nel pomeriggio di ieri, 1 settembre, della sua autovettura sul litorale di Brenzone da parte dei Carabinieri, che hanno informato la Prefettura di Verona per l’attivazione del piano scomparsi e la Guardia Costiera di Salò per il coordinamento delle ricerche di superficie e di profondità.
La persona in questione, un italiano di 39 anni residente nella provincia di Bolzano, era stato segnalato non più rintracciabile con la propria auto dal pomeriggio del 31 agosto scorso. Con il ritrovamento di ieri della sua autovettura ed essendo la persona scomparsa un sub, si ipotizza una sua immersione nella spiaggia antistante la palestra sub presente a Brenzone.
Da qui è scattato, quindi, il dispositivo di ricerca e soccorso di superficie e di profondità, coordinato dalla Guardia Costiera del Lago di Garda per lo specchio lacuale del centro lago e dalla Prefetture di Verona, attivando il piano delle persone scomparse. Nella giornata di ieri sono stati impiegate due unità della Guardia Costiera per la ricerca di superficie, un elicottero dei Vigili del Fuoco di Venezia e due squadre di sommozzatori dei Vigili del Fuoco provenienti da Vicenza e Venezia, mediante l’attivazione della Sala Operativa dei Vigili del Fuoco di Verona, che ha anche avviato la motovedetta Victor 02 da Bardolino per le ricerche di superficie e l’assistenza ai sommozzatori.
Le ricerche svolte nella giornata di ieri si sono protratte fino a notte fonda con i sommozzatori dei Vigili del Fuoco intervenuti fino a 50 metri di profondità, ma non hanno dato nessun esito, come anche quelle di superficie svolte dalle Unità Navali della Guardia Costiera. Da questa mattina, oltre a tre unità navali della Guardia Costiera, provenienti da Salò, da Torbole e da Lazise, oltre a due squadre sommozzatori dei Vigili del Fuoco, sono stati attivati tramite la Prefettura di Brescia e impiegati anche i Volontari del Garda con le strumentazioni di profondità in loro dotazione (ROV e SONAR), che stanno eseguendo le ricerche nella zona ove si sarebbe potuto immergere la persona scomparsa.
A cura dei Carabinieri di Malcesine le attività di accertamento di eventuali immagini di impianti di videosorveglianza, per verificare il probabile ingresso della persona in attività subacquea. Proseguiranno senza sosta le attività di ricerca, per le quali la Guardia Costiera di Salò ha altresì richiesto, tramite la Direzione Marittima di Venezia, l’impiego del Nucleo Sommozzatori Guardia Costiera di San Benedetto del Tronto, muniti di strumentazione di ricerca di profondità, che andranno ad affiancarsi ai vigili del fuoco sommozzatori e ai Volontari del Garda, in quanto il lago in quella zona, supera anche i 130 metri di profondità.
La polizia locale valsabbina ha applicato per la prima volta la misura varata nel regolamento comunale appena approvato a Gavardo: una persona non potrà far ritorno nel territorio comunale per 48 ore.
I controlli serali e notturni degli agenti tra le altre finalità hanno anche quella di prevenire e contrastare il degrado nei parchi, nei centri storici e in prossimità delle scuole. Proprio ieri sera una pattuglia ha avvicinato una persona in un parco mentre consumava alcol e droga, era un'occasione da manuale per applicare il nuovo regolamento comunale secondo cui in questi casi la persona sorpresa deve essere immediatamente allontanata e non potrà fare ritorno nell'area per 48 ore.
Nel corso della serata sono stati identificati diversi frequentatori dei parchi e in particolare tre giovani sono stati segnalati alla Prefettura in quanto trovati in possesso di sostanze stupefacenti.
Per quanto riguarda i controlli stradali, sono 80 gli automobilisti sottoposti al controllo dell'etilometro. Tra loro, 4 avevano tracce di alcol ma inferiori allo 0,50 e quindi non sono stati sanzionati, mentre una persona è stata sorpresa in evidente stato di ebbrezza. Infine, sono 3 le patenti ritirate per sorpassi pericolosi.
Il comandante Fabio Vallini informa che i controlli proseguiranno anche nei prossimi giorni, come richiesto dalle varie amministrazioni comunale del territorio.
Nel pomeriggio di oggi, sabato 19 agosto, un motociclista ha perso la vita scontrandosi con un'automobile in territorio di Anfo. Residente a Mura, lascia la moglie e tre figli.
Erano circa le 16:45 quando un 53enne di Mura percorreva la statale 237 del Caffaro passando da Anfo. Improvvisamente, subito dopo una curva, l'uomo si trova davanti un'automobile - una Peugeot, guidata da una donna residente a Rovato - che sta svoltando a destra per immettersi in una strada laterale. Prova a frenare, ma non riesce a evitare l'impatto con la parte posteriore della vettura e viene sbalzato sull'opposta corsia di marcia. Purtroppo, nel medesimo istante dall'altra parte sopraggiunge un'Alfa Romeo MiTo - su cui viaggiano alcuni giovani di Nuvolento - che non può fare nulla per evitare il motociclista.
Arrivano subito eliambulanza e ambulanza, vigili del fuoco e polizia locale della Vallesabbia, in zona per controlli, ma per l'uomo non c'è niente da fare: è morto sul colpo. I veicoli vengono sequestrati e i conducenti sono sottoposti all'alcol test, che dà risultato negativo. La strada resta chiusa al traffico per più di due ore e mezza per permettere la rimozione della salma e il recupero dei mezzi, più i vari accertamenti delle forze dell'ordine, il che ha provocato lunghe code e disagi in un periodo di traffico molto intenso, ancora più problematico durante il fine settimana.
Il motociclista abitava a Mura dove era molto conosciuto in quanto idraulico del paese. Lascia la moglie e tre figli cui si stringono, colpiti e addolorati, tutti i compaesani del piccolo centro valsabbino.
Giovanna Gamba
E' giunta nel pomeriggio tramite i Carabinieri di Peschiera alla sala operativa della Guardia Costiera di Salò la richiesta di soccorso da parte dei familiari di una ragazza che mentre faceva il bagno nelle acque antistante località Corno nel Comune di Garda, non è stata più vista arrivare in spiaggia.
Intervenuto immediatamente nelle acque ove è stata vista l’ultima volta la ragazza, il GC B135 con il Soccorritore marittimo che è bordo della predetta unità navale GC e che sta cercando per mezzo di ripetute immersioni in snorkeling la giovane sul fondale.
La Sala Operativa della GC del Lago di Garda ha, altresì, richiesto l’ intervento dei sommozzatori dei VVF di Venezia che stanno per arrivare con elicottero da Venezia, tramite la S.O. di Verona e inviata in zona anche l’idroambulanza di Bardolino.
Arrivato in area anche l’altro mezzo della Guardia Costiera GC A58 dirottato dalla sponda Lombarda del Lago. Si spera di riuscire a trovare al più presto la giovane dispersa
Aggiornamento
È stata ritrovata pochi minuti fa dal soccorritore marittimo della Guardia Costiera su un fondale di 6 metri e ad una distanza di circa 30 metri dalla spiaggia il corpo privo di segni di vita. Individuata sul fondale il soccorritore l’ha recuperata e trasportata in spiaggia ove il personale dell’idroambulanza del 118 già presente ha subito iniziato le attività rianimatorie. Giunto sul posto anche l’elisoccorso del 118, ma dopo vari tentativi di rianimazione senza esito, i sanitari hanno dichiarato purtroppo il decesso.
Aggiornamento
La dinamica ricostruita dagli uomini della Guardia Costiera fa emergere il seguente scenario:
La giovane ragazza di 21 anni si era recata a Garda per una giornata con il fratellino più piccolo di 14 anni e con l’altra sorella di 17.
Nel mentre stavano facendo il bagno con un materassino il piccolo ha iniziato ad avere difficoltà per affaticamento e in tale contesto la ragazza ha subito prestato assistenza al fratellino sorreggendolo, richiedendo nel contempo aiuto ai presenti in spiaggia.
Entrambi sono stati raggiunti da due ragazzi a nuoto che hanno recuperato e trasportato a riva il piccolo, mentre la giovane è stata persa di vista e per un probabile malore o affaticamento è andata giù senza riemergere.
Il pm di turno della Procura della Repubblica di Verona, messo a conoscenza della dinamica dai militari della Guardia Costiera, ha concesso la restituzione del corpo della ragazza ai familiari giunti sul posto della tragedia.
È entrata ormai nel pieno la stagione estiva anche sul Lago di Garda e con l’aumento dei diportisti e dei bagnanti, anche la Guardia Costiera gardesana, nell’ambito dell’operazione nazionale “Mare Sicuro”, disposta dal Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto e coordinata a livello compartimentale dalla Direzione Marittima di Venezia, ha implementato le vigilanze meridiane, pomeridiane, serali e notturne, con l’impiego di tutti i mezzi disponibili.
Proprio nel Golfo di Salò, in due distinte attività di pattugliamento notturne svolte negli ultimi giorni, sono stati due i diportisti intercettati a forte velocità nelle acque dove, purtroppo, nel 2021 persero la vita due giovani in un incidente nautico. Le unità sono state viste partire dal lungolago e fermate dopo un breve inseguimento dai mezzi navali della Guardia Costiera. Rilevato in entrambi i casi il superamento di oltre 4 volte del limite di velocità notturno previsto dalla Legge Regionale che, ricordiamo essere di notte imposto a 5 nodi su tutto il Lago di Garda. A carico dei diportisti elevate, quindi, le sanzioni amministrative previste per tale violazione di norma regionale.
Le velocità vengono rilevate dai mezzi navali della Guardia Costiera grazie al sistema “RADAR ARPA” (Automatic radar plotting AID) installato a bordo delle predette Unità Navali del Corpo delle Capitanerie di Porto, che è uno strumento di navigazione marittima studiato per evitare collisioni, che, acquisito il target riesce in pochi istanti a fornire velocità, rotta e punto minimo di avvicinamento. Da inizio stagione estiva sono oltre 370 le sanzioni amministrative elevate dai guardiacoste sul Lago di Garda a carico di diportisti indisciplinati, la maggior parte delle quali per violazioni delle norme relative alla sicurezza della navigazione (limiti di velocità-evoluzioni pericolose-navigazioni nella zona riservata alla balneazione).
Le attività di pattugliamento, cui si sommano anche le operazioni di soccorso (ad oggi 115 quelle coordinate dalla S.O. della Guardia Costiera di Salò, con 280 persone soccorse e assistite) proseguiranno senza soluzione di continuità per assicurare una serena stagione a bagnanti, sportivi e diportisti che scelgono il Lago di Garda come meta per le loro vacanze.
La Motovedetta della Polizia Provinciale sul lago di Idro nei giorni scorsi ha intercettato un motoscafo con una potenza non ammessa dalla norma. Alla guida, un 31enne olandese.
Da qualche giorno, cittadini residenti e ospiti avevano segnalato a Carabinieri e Polizia Provinciale la presenza di imbarcazioni che sfrecciavano sul lago di Idro a forte velocità. I due Comandi quindi si sono coordinati e nella giornata di lunedì 7 agosto sono partite le indagini con raccolta di informazioni più dettagliate. Nella giornata dell’ 8 agosto, verso le 14.00, la motovedetta della Polizia Provinciale ha intercettato un motoscafo, condotto da un 31enne olandese, dotato di motore marino da 60 cavalli mentre per norma regionale la potenza massima ammessa per la navigazione non deve superare i 10 cavalli.
Dopo i controlli di rito il motoscafo è stato scortato nel porto di Anfo, dove gli agenti della Provinciale lo hanno posto sotto sequestro. Il conducente è stato poi denunciato all’Autorità Giudiziaria per inosservanza delle disposizioni relative alla sicurezza ed incolumità pubblica.
Nei prossimi giorni proseguiranno i controlli sull’Eridio dove, ricorda sempre la Polizia Provinciale - unità di motovedetta - facente capo al Distaccamento di Vestone, vigono regole ben precise: oltre alle dotazioni di bordo dei natanti a motore (giubbetti salvagente), anche l’assicurazione obbligatoria, i documenti di identità (l’età minima per condurre i natanti è di 16 anni) ed i documenti del motore che, come precisa una disposizione regionale, la nr. 4736 del 20 luglio 1976, per ragioni di sicurezza non possono sviluppare una potenza superiore a 10 cavalli.
Negli anni scorsi e recentemente la stessa Polizia Provinciale ha rinnovato le informazioni sulla corretta navigazione a tutte le strutture recettive che si affacciano sul lago, dove è operante anche un battello di trasporto pubblico: a tal proposito, ricorda sempre la Provinciale, si rinnova l’invito a non effettuare la balneazione sui pontili di attracco del battello “Idra” e a rispettare scrupolosamente le norme di sicurezza per bagnanti, surfisti, wind surfisti e conduttori di natanti.
E’ stato avvistato da un equipaggio che era in attività di vigilanza nella sponda bresciana del Lago di Garda, un motoscafo con tre persone a bordo che stava attraversando il golfo di Salò a oltre 25 nodi di velocità.
Raggiunto e fermato dal mezzo nautico della Guardia Costiera, i militari si sono accorti che dal vano motore del motoscafo stava fuoriuscendo fumo per un principio d’incendio.
Resisi conto del pericolo di incendio o di scoppio, i guardiacoste trasbordavano repentinamente i diportisti sul mezzo della Guardia costiera, che si allontanava dal natante, richiedendo alla Sala Operativa della Guardia Costiera l’intervento della Squadra Nautica dei Vigili del Fuoco di Salò, tramite il Comando Provinciale dei Vigili del fuoco di Brescia.
In pochi minuti il mezzo nautico dei VVF di Salò raggiungeva il mezzo alla deriva e provvedeva ad estinguere il principio d’incendio e a rimorchiare il motoscafo nel sorgitore di Portese del Comune di San Felice del Benaco per le successive verifiche del caso. Anche i tre diportisti venivano poi sbarcati nel medesimo approdo.
Al conduttore diportista, i militari della Guardia Costiera hanno, altresì, elevato la sanzione amministrativa per violazione dei limiti di velocità imposti da inizio estate dal Comune di Salò, che prevedono massimo 15 nodi in orario diurno e 5 in orario notturno.
foto repertorio
L'episodio è avvenuto nella mattinata di venerdì, intorino alle 8:15. Protagonisti un giovane e un'agente della polizia locale valsabbina, intervenuta ancora prima dell'arrivo della pattuglia perché in servizio nelle vicinanze.
Lieto fine per un fatto che inizialmente aveva fatto preoccupare molti cittadini, tanto che diverse persone più o meno contemporaneamente avevano chiesto l'intervento degli agenti. Tutto è cominciato dalle urla di un giovane che era salito al quarto piano di un palazzo del centro e minacciava di buttarsi dal lastrico solare. Le urla disperate richiamano l'attenzione di diverse persone che chiedono l'intervento della polizia locale. Una degli agenti si trova in piazza, a breve distanza dal luogo, perciò si porta subito davanti al palazzo e si rende conto che il giovane non vuole sentire ragione mentre dal cornicione urla che metterà in atto ciò che finora ha solo minacciato.
La donna comincia comunque a rivolgersi a lui e riesce a stabilire un dialogo costruttivo che dura interminabili minuti durante i quali il ragazzo resta alterato e ribadisce la propria volontà di gettarsi di sotto, tuttavia non manca di ascoltare le parole dell'agente. I due tra l'altro si conoscono e il ragazzo ha fiducia nella donna in divisa che non si scoraggia e continua a rivolgersi a lui con calma, ma anche determinazione. Il dialogo a distanza continua finché il giovane, con alcuni problemi alle spalle, si tranquillizza e accetta di rientrare dal cornicione.
Quando arrivano a sirene spiegate i rinforzi, gli agenti trovano la collega seduta sulle scale accanto al giovane, ai piedi del palazzo, mentre continua a parlargli e a rassicurarlo. Emergenza rientrata. Dopo ulteriori parole tranquillizzanti e una brioche alla marmellata, il ragazzo accetta di essere accompagnato al Pronto Soccorso di Gavardo, dove verrà affidato alle cure dei sanitari.
"Il pronto intervento della collega - sottolinea il comandante Fabio Vallini - è stato determinante per far rientrare l'emergenza". Trovandosi infatti a poca distanza dal luogo segnalato, l'agente non ha atteso i colleghi ed è accorsa subito, sapendo che anche pochi minuti avrebbero potuto fare la differenza. "La collega tra l'altro è prossima alla pensione - continua Vallini - e il suo modo di fare non ha sorpreso nessuno. Il suo servizio, infatti, è sempre stato improntato al dialogo con i cittadini, coltivando negli anni la conoscenza e il rispetto delle persone, tanto che l'apprezzamento della gente nei suoi confronti è da sempre notevole. Riguardo a quest'ultima vicenda, in particolare, il comando sta valutando di poterla segnalare alla Regione per un meritato encomio".
Giovanna Gamba
Incidente questa mattina in via Lungo Lago Italia, per fortuna senza conseguenze gravi. Un'automobilista, una donna di 61 anni, stava percorrendo la via di Idro, da Crone verso Lemprato, quando improvvisamente ha sbandato e la sua Opel Agila è andata a sbattere contro il marciapiede e alcune recinzioni, riportando danni piuttosto consistenti. Come lei, subito dopo perdeva il controllo anche il conducente di una Audi A3, un ragazzo di 29 anni. Pare che l'incidente sia stato provocato da macchie di olio sull'asfalto che hanno fatto perdere aderenza alle vetture. Secondo alcuni testimoni, sarebbe stato perso da un camper di passaggio.
La polizia locale è prontamente giunta sul posto e ha messo in sicurezza la zona, quindi si è attivata per rintracciare il responsabile della perdita della sostanza oleosa. Risalendo a ritroso ai vari movimenti della giornata, gli agenti sono riusciti a individuare un residence della zona a circa 2 km dal sinistro da cui la mattina presto era partito un camper. Il mezzo aveva avuto problemi meccanici ed era infatti stato portato da un meccanico della zona. Raggiunta l'officina, gli agenti hanno trovato effettivamente il veicolo e sono risaliti ai proprietari, olandesi in vacanza a Idro che non si erano accorti di nulla. Una volta presi i loro dati, è stato possibile procedere con la pratica per il risarcimento.
Nel frattempo sono intervenuti anche i vigili del fuoco di Vestone che hanno messo una sostanza assorbente sulla strada, così da garantire la sicurezza ai mezzi in transito. La Opel è quindi stata portata via dal carro attrezzi, mentre le persone coinvolte nell'incidente sono state controllate dai soccorritori dell'ambulanza giunta sul posto. Per fortuna non ci sono stati feriti gravi, solo contusioni e tanto spavento, anche se la donna è stata portata al pronto soccorso in codice giallo per accertamenti. Il rischio è effettivamente elevato quando il manto stradale presenta questo problema, poteva andare molto peggio. Le due persone coinvolte sono di Idro.
Giovanna Gamba
Ennesimo intervento di soccorso (sono 98 dall inizio dell anno 2023) prestato dai militari della Guardia Costiera del Lago di Garda, che nel pomeriggio di giovedì 27 luglio, sono prontamente intervenuti per una richiesta di soccorso giunta tramite 1530 alla Sala Operativa di Salò, da una diportista che, a bordo di un natante noleggiato, segnalava il ferimento di una delle cinque persone presenti a bordo, che perdeva sangue dagli arti inferiori.
Immediato l’invio nelle acque antistanti la baia del vento del Comune di San Felice del Benaco, del GC A58, già in pattugliamento nella sponda bresciana del lago.
Dopo pochi minuti dalla richiesta di soccorso, infatti, il mezzo nautico della Guardia Costiera intercettava il natante con a bordo il ferito, lo affiancava e procedeva a trasbordare il malcapitato per dirigere alla sua massima velocita verso il porto più idoneo allo sbarco, ove la Sala Operativa di Salò stava facendo convergere, mediante attivazione della sala operativa del 118, un’autoambulanza. Durante il trasferimento via lago e fino all’arrivo dei sanitari, i guardiacoste hanno provveduto ad assistere il diportista ferito, che perdeva sangue da entrambi gli arti inferiori.
Sbarcato e affidato al personale del 118, veniva quindi trasferito presso l’ospedale di Gavardo, ove gli venivano applicati diversi punti di sutura in più parti delle gambe.
Da una prima ricostruzione della dinamica, pare che il malcapitato stesse recuperando l’ancora, quando un’onda anomala, causata probabilmente da un unità che transitava in zona, gli ha fatto perdere l’equilibrio per poi cadere in acqua ove per allontanarsi dall’unità, leggermente abbreviata in avanti con marcia ingranata, impattava con gli arti inferiori l’elica del motore ferendosi in più parti. Simile incidente si è verificato la settimana scorsa nelle acque antistanti Peschiera, ove un diportista, per salire su un gonfiabile da trainare, ha impattato la propria gamba destra con l’elica del motore fuoribordo, provocandogli profonde ferite all’arto interessato.
In tale contesto è opportuno rimarcare l’attenzione a non immergersi in acqua con il motore dell’unità acceso, verificando sempre, prima del bagno, che lo stesso sia fermo, spento e non ingranato, ma soprattutto che non vi siano altre unità nelle vicinanze.
Quasi in contemporanea, all’evento sopra descritto, sempre ieri altro soccorso portato a termine dall’equipaggio della motovedetta CP 605, rischierata da marzo a Torbole, che in vigilanza nell’alto Garda, notava un windsurfista richiedere aiuto, immediatamente raggiunto e recuperato a bordo dell’unità SAR per poi essere trasferito in porto, ove lo sportivo veniva sbarcato senza necessità di assistenza sanitaria.
Fondamentale, in questo contesto di interventi in contemporanea su più zone del Lago è il dispositivo operativo dei mezzi della Guardia Costiera del Lago di Garda, rischierati in maniera equa sulle tre sponde lacuali (Salò, Lazise e Torbole), che consentono un pronto impiego e una maggiore presenza in attività di vigilanza nelle ore di maggiore afflusso di bagnanti e diportisti.
Tale dispositivo, su più zone del lago, è stato reso possibile grazie al protocollo d’intesa sulla sicurezza rinnovato anche nell’anno 2023 e sottoscritto, per il supporto logistico, dalla Direzione Marittima di Venezia, dalla Comunità del Garda, dall’Autorità di Bacino Garda e Idro e dall’Ispettorato dei Porti di Verona e di Trento.
E’ giunta dopo le 8.30 alla sala operativa della Guardia Costiera di Salò, che coordina le attività di soccorso sul lago di Garda, la richiesta di assistenza del Comandante di una nave da passeggeri, che in transito nelle acque del trentino, giunta all’altezza del fiume Sarca, in normale rotta verso Torbole, è rimasta impigliata alle reti di contenimento (probabilmente spostatesi molto a largo) per i detriti provenienti dal predetto corso d’acqua, interessati da un notevole afflusso di materiale dovuto alle incessanti piogge abbattutesi nella notte scorsa e in questi ultimi giorni.
Immediato l’intervento del mezzo nautico della Guardia Costiera rischierato su Torbole, dei volontari dei Vigili del Fuoco del distaccamento di Riva del Garda e dei sommozzatori dei Vigili del Fuoco provenienti da Trento.
Nello specifico i passeggeri sono stati trasbordati a bordo dell’unità della Guardia Costiera, che li ha trasferiti nel porto di Riva, ove non v’è stata necessità di assistenza medica, mentre i volontari dei vvf di Riva del Garda hanno disimpigliato dalle reti il Catamarano, per poi provare con i sommozzatori dei VVF di Trento a liberare le eliche. In considerazione del mancato riavvio dei motori e delle condimeteo in peggioramento, la società Navigarda ha fatto convergere in zona una propria unità navale, che ha affiancato quella alla deriva, rimorchiandola fino al porto di Riva per le successive attività di ripristino della propulsione. Durante le operazioni di rimorchio, per assicurare il delicato trasferimento, presenti le unità navali della Guardia Costiera, dei Vigili del Fuoco Volontari di Riva e della Polizia di Stato della Squadra Acque interne del Commissariato di Riva del Garda.
Carabinieri, ambulanza e infine la polizia locale in aiuto di una donna in stato di agitazione per le vie del paese. Il comandante della polizia locale sottolinea l'importanza della polizia di prossimità per risolvere casi come questo, in cui la conoscenza delle persone è determinante.
I fatti risalgono a sabato sera intorno alle 20, quando al numero unico di emergenza arriva una telefonata per segnalare una donna in stato di estrema agitazione che vaga per le strade del paese. Vengono inviati i soccorsi, prima un equipaggio dei carabinieri e un'ambulanza, poi un'altra automobile dei carabinieri e l automedica per valutare se sia il caso di procedere con un TSO, ricoverando la signora. Notando l'assembramento, una pattuglia della polizia locale si ferma per capire cosa stia succedendo e dare eventualmente il proprio aiuto.
La donna è immediatamente riconosciuta dagli agenti di Prevalle e lei riconosce loro, tranquillizzandosi. Mentre fino a poco prima nessuno era riuscito a capire quale fosse il motivo dello stato di agitazione e di aggressività della donna, ora lei inizia - anche se con difficoltà - a rispondere alle domande sul suo stato. Dal racconto molto confuso, si riesce a capire che la signora è appena scappata dalla propria abitazione a causa di un litigio con l'ex compagno, presentatosi poco prima senza preavviso. Rassicurata dagli agenti, la donna accetta di essere riaccompagnata a casa dove trova ancora l'ex-compagno. Gli agenti vengono a sapere che la discussione era nata per la riconsegna delle chiavi di casa e per un piccolo debito riguardante il pagamenti di alcune bollette. Una volta risolata la questione, l'uomo viene identificato e fatto allontanare.
"Nella soluzione del problema - commenta il comandante della polizia locale Massimo Zambarda - la polizia locale è stata determinante per il suo rapporto quotidiano con il territorio e i cittadini. Polizia locale significa di prossimità, con gli agenti che vengono riconosciuti come interlocutori affidabili nei momenti difficili. L'intervento in questa situazione non è stato un caso fortuito, ma è il frutto di un metodo di lavoro che viene portato avanti da sempre in tantissimi comandi che operano con passione e tenacia al servizio dei cittadini".
La scorsa notte su 150 automobilisti fermati, due sono stati sanzionati e uno denunciato per guida in stato di ebbrezza. Il quadro generale è dunque abbastanza positivo, probabilmente anche per i controlli continui che fanno da deterrente.
Continuano i controlli straordinari del territorio da parte della polizia locale della Valle Sabbia per contrastare la guida sotto effetto di sostanze alcoliche e stupefacenti. La scorsa notte due pattuglie hanno presidiato diversi paesi di loro competenza fino alle 3:30, controllando circa 150 automobilisti.
Tutti sono stati sottoposti al pretest e tra loro 10 avevano un tasso alcolemico inferiore a 0.5, quindi non erano soggetti ad alcuna sanzione, mentre ci sono stati problemi per i due conducenti con un tasso tra 0,5 e 0,8: per loro una sanzione amministrativa di 543 euro, più la sospensione della patente da 3 a 6 mesi e la sottrazione di 10 punti. La sanzione penale è invece scattata per un uomo positivo al pretest con un risultato fra 0.8 e 1,5: la sanzione prevista per la guida in stato di ebbrezza va da 800 a 3200 euro, oltre alla sospensione della patente da sei mesi a un anno e la sottrazione di 10 punti. Anche un neopatentato è stato sorpreso alla guida dopo aver consumato alcol. Anche se il tasso era inferiore a 0,5, per lui è scattata la sanzione amministrativa di 168 euro e gli sono stati sottratti 5 punti, in quanto i neopatentati non possono bere alcuna sostanza alcolica.
La serata si è conclusa con la rilevazione di tre sorpassi vietati e la segnalazione in Prefettura di tre giovani trovati in possesso di droga in un parco pubblico a Gavardo.
L'indagine è partita dalla segnalazione di cittadini esasperati e ha visto venire alla luce un giro di prostituzione con quattro donne che esercitavano in tre appartamenti del centro storico, presi regolarmente in affitto.
Gli agenti della polizia locale valsabbina hanno portato a segno con successo un'operazione volta a smantellare attività di prostituzione nel centro storico di Villanuova, poco lontano da chiesa e oratorio del paese. Le indagini sono state avviate dopo la telefonata di un cittadino esasperato che lamentava l'estremo disturbo arrecato ai vicini di casa da parte di chi occupava alcuni appartamenti nel medesimo stabile: via vai a tutte le ore del giorno e della notte, campanelli delle proprie abitazioni suonati per sbaglio, persone ubriache, barcollanti e moleste, sul pianerottolo, urla e litigi continui.
L'attività investigativa è stata articolata, con agenti in borghese che per due settimane hanno fatto appostamenti in loco e qualcuno che ha provato anche a contattare le donne sospettate, fingendosi un cliente. Ben presto è venuta a galla una fiorente attività di prostituzione in tre appartamenti del centro storico, esercitata da quattro donne, tre straniere e una italiana. Una persona, cittadina brasiliana, è stata denunciata per favoreggiamento della prostituzione.
Le donne occupavano gli appartamenti con un contratto di affitto, pertanto gli agenti stanno ora indagando per capire se davvero i proprietari fossero all'oscuro di quanto accadesse. Intanto è stata loro inviata una diffida per vigilare sui loro immobili, in quanto la norma punisce penalmente anche chi favorisce e tollera la prostituzione. I proprietari degli immobili hanno pertanto scritto alle inquiline per chiudere immediatamente il contratto, tra l'altro in questo caso per giusta causa.
Dopo l'intervento degli agenti il quartiere sembra tornato alla normalità. "Cessate le lamentele - commenta il comandante Fabio Vallini - i cittadini hanno ringraziato la polizia locale per aver sgominato il giro di prostituzione".
Giovanna Gamba
Nel pomeriggio di ieri, lunedì 10 luglio, un'automobile è uscita di strada lungo la via che collega Calvagese della Riviera a Polpenazze del Garda. Le tre donne a bordo sono tutte in ospedale con ferite più o meno gravi, ma nessuna sarebbe in pericolo di vita.
Erano circa le 15:30 quando una Fiat Panda viaggiava da Calvagese verso Polpenazze guidata da V.T., 58enne residente a Bagnolo Mella. All'improvviso, nell'affrontare una curva, la donna perdeva il controllo dell'automobile, uscendo di strada e finendo la sua corsa in una scarpata a circa 20 metri dal ciglio stradale. Per fortuna, uscendo di strada la Panda ha urtato un albero, il che ha impedito alla vettura di capovolgersi facendola girare e scendere in retro lungo la scarpata.
I soccorsi sono stati tempestivi e sono stati coordinati dalla polizia locale di Polpenazze, coadiuvata dal servizio intercomunale di polizia locale di Calvagese e Muscoline. Sul luogo dell'incidente sono giunti l'automedica da Gavardo, l'elisoccorso decollato da Brescia, i volontari ANC di Roè Volciano, i Volontari del Garda e una squadra dei vigili del fuoco di Salò.
Delle tre donne che viaggiavano sulla Panda la più grave è subito risultata una signora di 85 anni, trasportata in elicottero presso gli Spedali Civili di Brescia. I medici stanno ancora facendo accertamenti prima di sciogliere la prognosi, ma non sembrerebbe in pericolo di vita. La conducente è stata invece ricoverata all'ospedale di Gavardo, mentre l'altra passeggera, sempre 85enne, è stata trasportata all'ospedale di Salò.
L'esatta dinamica dell'incidente è ora al vaglio degli agenti della polizia locale di Polpenazze del Garda e di Calvagese della Riviera - Muscoline che stanno operando in sinergia.
“Guido senza patente. Non ho più la patente dal 2018”. Così ha risposto un 60enne alla pattuglia della polizia locale della Valle Sabbia comandata da Fabio Vallini. Gli agenti lo avevano fermato per un controllo in territorio di Roè Volciano durante una serie di verifiche attuate a tappeto sul territorio. L’uomo ha ammesso di non avere più il documento perché gli era stato sequestrato cinque anni fa in quanto ottenuto illegalmente. Da allora non lo aveva più riottenuto. Per lui è scattata la segnalazione e una sanzione di cinquemila euro.
Due giovani islandesi sono stati fermati e denunciati dopo aver tentato una rocambolesca fuga dagli agenti della Polizia Locale di Sirmione. Per giustificarsi, hanno affermato di aver sentito dire che in Italia fosse permessa la circolazione senza casco.
L'attività di presidio del territorio continua constante a Sirmione, a garanzia della sicurezza di cittadini e turisti. Qualche volta, come in questo caso, la tranquillità viene però squarciata da eventi che potrebbero provocare conseguenze serie se non venissero disinnescati in tempo dal pronto intervento degli agenti. Sabato sera, durante l'ordinario servizio di pattugliamento, una pattuglia ha incrociato una Vespa rossa con due persone a bordo che procedevano verso il castello. Ad attirare l'attenzione degli agenti è stato il fatto che il passeggero non indossasse il casco.
Invertito il senso di marcia, gli agenti raggiungono la moto e la fermano, rendendosi subito conto di trovarsi di fronte a due persone alterate dall'alcol e pertanto non in condizioni di muoversi sulla strada. Le cose si complicano quando, una volta scesi dal veicolo, i due tentano di fuggire correndo in due direzioni opposte. Scatta immediato l'inseguimento e uno dei due viene immobilizzato in un prato poco distante, dopo tentativi piuttosto movimentati di resistenza. Sottoposto alla prova dell'etilometro, il giovane - un islandese di 29 anni - rivela un tasso alcolemico doppio rispetto a quello consentito dalla legge. Per lui scatta una denuncia per violenza e resistenza a pubblico ufficiale e guida in stato di ebbrezza.
Agli agenti resta ora da rintracciare il secondo giovane che si è dato alla fuga, trovato ben presto - tra l'altro senza troppa difficoltà - in un albergo di Sirmione. Si tratta di un 32enne, anche lui islandese, che viene denunciato per resistenza a pubblico ufficiale. Quanto alla mancanza del casco, per cui sono stati ulteriormente sanzionati, i due si sono giustificati raccontando di aver sentito dire che in Italia si può viaggiare senza.
“Continua l’attività di controllo del territorio - sottolinea il comandante della Polizia Locale di Sirmione Mauro Fezzardi - finalizzata a garantire la sicurezza dei cittadini e dei numerosi turisti che in questo periodo dell’anno sono presenti nella penisola sirmionese. Grazie alla pattuglia di pronto intervento della Polizia Locale presente fino alla mezzanotte o alle tre del mattino, siamo impegnati su numerosi fronti che ci permettono di garantire la dovuta tutela dei residenti e dei turisti”.
Giovanna Gamba
L'episodio è avvenuto ieri verso le 13 in via Tita Secchi. Sul posto la polizia locale, i tecnici del Comune di Vestone e i vigili del fuoco.
Erano circa le 13 di ieri, 3 luglio, quando è stato richiesto l'intervento della polizia locale a Nozza di Vestone: un autocarro con targa russa, per cause in corso di accertamento, mentre transitava aveva urtato un balcone, trascinando con sé il piano di calpestio, caduto poi sul marciapiede sottostante.
La situazione per fortuna non si è fatta drammatica perché nessuno passava in quel momento sulla strada. Il rischio tuttavia era evidente, dato che calcinacci e parte del balcone sono caduti all'uscita di una lavanderia, in quel momento aperta al pubblico. La polizia locale della Valle Sabbia è intervenuta per scongiurare ulteriori pericoli e ha provveduto a chiamare i tecnici del Comune di Vestone per un esame completo dello stato delle cose dal punto di vista statico. Sul posto sono poi intervenuti anche i vigili del fuoco.
Per la ricostruzione di quanto avvenuto gli agenti hanno potuto contare sul racconto di un testimone che ha fornito indicazioni utili per indagare sull'autista coinvolto nel sinistro.
Nello scorso fine settimana è stata realizzata una speciale operazione strade sicure sulla 237 del Caffaro, da Agnosine ad Anfo, e sulle strade di maggior percorrenza della Valle Sabbia. Numerose patenti ritirate e più di 500 punti decurtati
L'emergenza è nota e la polizia locale valsabbina da tempo ha messo in atto misure atte a contenere le infrazioni e promuovere il rispetto del codice della strada. "Molti utenti - sottolinea il comandante Fabio Vallini - spesso scambiano queste strade per piste da gara e le affrontano con continui sorpassi e velocità elevate. Sono gli stessi cittadini a rivolgersi a noi per chiedere maggiori controlli e anche le amministrazioni comunali ci contattano per segnalare il problema". Dopo i recenti incidenti stradali, con ben cinque motociclisti morti in poco tempo, i controlli sono divenuti ancora più intensi e severi.
Nello scorso fine settimana, per esempio, hanno prestato servizio ben 20 agenti della polizia locale di Valle Sabbia e più pattuglie si sono alternate in diverse zone del territorio. Alla fine dell'operazione sono 139 i sorpassi contestati immediatamente, quasi tutti compiuti da motociclisti, e 31 le patenti ritirate. Tra queste, 29 sono di persone che hanno sorpassato in curva, in prossimità di passaggi pedonali o di incroci, mentre 2 appartengono a utenti sanzionati per la velocità eccessiva, contestata con telelaser: 121 Km/h per un motociclista e 108 per un altro, quando il limite era di 50 Km all'ora. Tra le patenti ritirate, 9 sono di motocilisti, il resto di automobilisti; come sempre, risulta netta la prevalenza maschile fra i trasgressori: sono state sanzionate 2 donne, mentre tutti gli altri sono uomini.
Oltre a ciò, gli agenti hanno fermato 2 veicoli senza assicurazione, 8 senza revisione e 2 che viaggiavano con carte ci circolazione non aggiornate dopo modifiche alle caratteristiche costruttive delle rispettive motociclette. Le patenti ritirate sono già state trasmesse al Prefetto che deciderà in merito alla sospensione a seconda della gravità delle infrazioni. La sospensione può andare da uno a tre mesi e ad essa va aggiunta la sanzione amministrativa.
Purtroppo non ce l’ha fatta il ragazzo di 25 anni di nazionalità italiana che ieri mattina all’ora di pranzo aveva perso i sensi dopo un bagno nelle acque della spiaggia Giamaica del Comune di Sirmione.
Visto in difficoltà non riemergere dopo essere entrato in acqua, sono intervenuti in suo soccorso un turista e il bagnino presente sulla spiaggia che sono riusciti a portarlo a riva e a iniziare il primo intervento sanitario.
Chiamati i soccorsi tramite il 112 NUE, la Sala Operativa della Guardia Costiera del Lago di Garda dirottava in zona tre mezzi navali (due della Guardia Costiera e l’idroambulanza della CRI), già presenti su Sirmione per la verifica della manifestazione natatoria in atto in quel momento.
I soccorritori, prontamente intervenuti, rilevavano i primi nelle attività di rianimazione, mentre la S.O. del 118 faceva intervenire sulla spiaggia l’elisoccorso. Una volta atterrato, i sanitari prendevano in cura il giovane e, viste le condizioni disperate, lo trasferivano in codice rosso presso l’ospedale di Desenzano, ove poi periva nel pomeriggio.
A cura dei Carabinieri della Compagnia di Desenzano le attività investigative tese alla ricostruzione dell’evento, sotto il coordinamento della P.M. di turno della Procura della Repubblica di Brescia.
Un pregiudicato di Agnosine è stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale dopo aver tentato di fuggire alla pattuglia che gli aveva intimato l'alt. Tutto perché senza patente, mai conseguita e sostituita da un documento falso che mostrava alla compagna per "rassicurarla". Il fatto è accaduto ieri, in pieno giorno, tra Preseglie e Agnosine.
Gli agenti della polizia locale valsabbina lo avevano già sorpreso più volte e immaginavano che avesse continuato a circolare indisturbato, senza essersi ancora messo in regola. Ecco perché, vedendolo alla guida, hanno deciso di fermarlo e approfondire: era il sesto controllo in cinque anni e l'esito non prometteva bene già a priori. Dopo l'alt, però, l'uomo invece di fermarsi ha premuto l'acceleratore e dato vita a una fuga a folle velocità (ha raggiunto i 120 km/h in pieno centro) da Preseglie in direzione di Agnosine, passando sia attraverso le zone industriali che i centri abitati, con rischi altissimi per i passanti che se lo sono visto sfrecciare accanto.
Erano le 17 di ieri pomeriggio quando l'uomo ha provato a fuggire per oltre tre chilometri e mezzo, ma non è riuscito a far perdere le proprie tracce anche per merito delle potenti motociclette in dotazione alla polizia locale, che hanno permesso agli agenti di non perderlo di vista e tallonarlo anche quando affrontava in modo sconsiderato le strade strette dei centri abitati. A un certo punto, come prevedibile, l'uomo perde il controllo dell'autovettura nell'affrontare una curva ed esce di strada finendo la sua corsa in un fosso. Non rassegnato, cerca di proseguire a piedi, ma a quel punto viene bloccato e arrestato per resistenza a pubblico ufficiale.
Le sorprese però non sono ancora finite: gli agenti nell'automobile trovano una roncola, un machete, due cacciaviti e una catena in metallo, il che porta a una seconda denuncia, questa volta per detenzione di oggetti atti a offendere. L'uomo è accompagnato presso la propria abitazione, dove deve restare fino a stamattina, quando gli agenti lo raggiungono e lo portano in tribunale, al processo per direttissima. Qui il giudice convalida l'arresto e lo sottopone all'obbligo di firma settimanale presso il comando della polizia locale valsabbina, in attesa di ulteriori decisioni dell'autorità giudiziaria.
L'ultima sorpresa, la più amara, è quella riservata alla sua compagna, tra l'altro proprietaria dell'automobile, che fino ad ora era ignara di tutto. A lei il giovane aveva fatto credere di essere in possesso di una patente valida e, per essere più convincente, gliela aveva anche mostrata. Peccato si trattasse di un documento scaricato da internet e modificato grazie a un'app che aveva inserito la foto e i dati dell'uomo.
Giovanna Gamba
Nel primo pomeriggio di oggi, martedì 6 giugno, un uomo ha colpito un'automobile che viaggiava nel senso opposto di marcia, facendo poi perdere le proprie tracce. Grazie a una testimonianza e ai video sul territorio, è stato ben presto identificato e raggiunto presso la sua abitazione a Manerba.
Erano circa le 14:30 di oggi, quando un automobilista viaggiava con la sua Opel Corsa grigia da Roè Volciano verso Villanuova. Improvvisamente l'uomo, residente a Vallio Terme, si è visto venire addosso una Peugeot 508, improvvisamente sopraggiunta, che procedeva a zig zag e ha invaso la sua corsia di marcia. L'urto è stato inevitabile, con danni alle autovetture, ma fortunatamente non alle persone.
La Peugeot, tuttavia, non si è fermata e ha continuato la sua marcia verso Roè, facendo perdere in breve tempo le proprie tracce. Gli agenti della polizia locale valsabbina, di passaggio per un controllo sul territorio, hanno potuto raggiungere il luogo del sinistro quasi subito e la celerità ha contribuito a risolvere in fretta il caso. Un elemento determinante è stata la testimonianza di un cittadino che aveva assistito alla scena, un secondo elemento importante è stata la presenza di impianti di videosorveglianza che avevano ripreso l'incidente.
Gli agenti hanno così potuto individuare l'automobile e il proprietario, quindi - con la collaborazione dei colleghi della polizia locale della Valtenesi - si sono recati a Manerba, presso la residenza dell'automobilista fuggito. Di fronte all'auto danneggiata e sprovvista di specchietto, rimasto infatti sul luogo del sinistro, l'uomo non ha potuto far altro che ammettere di essere stato lui ad aver provocato l'incidente poco prima. Alla polizia locale valsabbina resta ora da indagare sulle motivazioni del suo comportamento, tenuto anche conto che la situazione avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi, dato che l'uomo procedeva zigzagando in paese in pieno giorno.
Giovanna Gamba
La polizia locale della Valle Sabbia ha operato alcuni controlli a sorpresa nelle scuole: denunciato un ragazzo per spaccio, altri due segnalati come consumatori.
Una decina di agenti, in collaborazione con due conduttori di cani dell'unità cinofila della polizia locale di Brescia, hanno visitato due istituti scolastici della zona nei giorni scorsi, la scuola media di Gavardo e una scuola superiore della bassa valle
A Gavardo, in realtà, è stata più che altro una dimostrazione e infatti non è stato rinvenuto nulla. Gli alunni gavardesi avevano appena concluso alcune lezioni frontali di informazione sull'argomento grazie a un progetto finanziato dalla Prefettura per contrastare lo spaccio di sostanze stupefacenti. Gli agenti si sono presentati a sorpresa e hanno mostrato ai ragazzi come si lavora con i cani antidroga. Dopo un primo controllo andato a buon fine, gli agenti hanno avviato una dimostrazione, nascondendo droga artificiale in alcuni punti della scuola e mettendo poi al lavoro i cani. I ragazzi hanno così visto in diretta come agiscono durate i normali controlli e soprattutto come reagiscono in presenza di sostanze stupefacenti.
Molto diversa si è rivelata, invece, la visita - sempre a sorpresa - a un istituto superiore della bassa valle. Appena entrati in una classe, gli agenti hanno sorpreso un ragazzo che gettava dalla finestra preso frettolosamente dalla tasca: si trattava di sostanza stupefacente e di un bilancino di precisione di cui aveva tentato inutilmente di disfarsi. Nel corso del controllo sono inoltre stati individuati in altre classi due ragazzi che detenevano una modica quantità di hashish negli zaini.
Il primo studente è stato denunciato a piede libero per spaccio di sostanze stupefacenti, mentre gli altri due sono stati segnalati alla Prefettura come consumatori. Una perquisizione eseguita nell'immediato a casa del possessore di bilancino e hashish ha dato invece esito negativo.
" I controlli per contrastare lo spaccio - afferma il comandante Fabio Vallini - si sono intensificati in quest'ultimo periodo con incursioni a sorpresa nelle scuole, dove sembra stia prendendo piede l'abitudine di portare sostanze stupefacenti non solo per il consumo, ma anche per la cessione".
Giovanna Gamba
Da lunedì 22 maggio è attivo in nuovo autovelox sulla statale 45bis nei pressi della galleria. La fase sperimentale durerà un anno, ma le sanzioni sono possibili fin da ora.
Sulla pericolosità della “Gardesana Occidentale” non ci sono dubbi: è una delle strade con più incidenti, anche mortali, non solo a livello provinciale ma anche nazionale. Da tempo si pensava a deterrenti per limitare la velocità dei mezzi di passaggio, prima causa dei troppi sinistri, e a risultare particolarmente pericolosa è proprio la galleria in territorio di Prevalle, soggetta tra l'altro a facili allagamenti. Oggettivamente la strada risulta inadeguata per il flusso massiccio di veicoli che quotidianamente transita e infatti da molti anni sia amministrazioni che cittadini e comitati hanno chiesto un intervento strutturale di modifica, considerando anche il fatto che la 45bis è un passaggio obbligato non solo per chi deve compiere il tragitto casa-lavoro, ma anche per chi nel weekend vuole raggiungere il lago di Garda.
Per tutti questi motivi l'amministrazione comunale di Prevalle ha di poter installare due rilevatori di velocità, ottenendo il parere favorevole sia della Polizia Stradale e della Prefettura. L’installazione è avvenuta utilizzando i portali in acciaio, già esistenti, messi a disposizione da Anas ed ed è operativa dall'inizio di questa settimana. “In qualità di sindaco - ha precisato Damiano Giustacchini, sindaco di Prevalle - mi sono sentito in dovere di mettere in atto azioni concrete per cambiare il trend negativo di incidentalità della 45 bis. Gli strumenti a nostra disposizione come amministrazione sono pochi, siamo consci che l’installazione di autovelox non sia la soluzione più idonea ma, non vedendo all’orizzonte interventi strutturali importanti, riteniamo possa essere per il momento un buon deterrente”.
“La velocità - gli fa eco Massimo Zambarda, comandante della Polizia Locale di Prevalle e Paitone - è un fattore determinante rispetto alle conseguenze dei sinistri stradali. Anche quando non è il fattore scatenante, abbassarla anche solo di pochi km/h può salvare delle vite. L’attivazione del dispositivo di rilievo è solo uno dei passi che stiamo facendo nel tentativo di rendere più sicura una strada che ha enormi criticità. Criticità che, ogni volta che un incidente accade, si riversano sulla viabilità ordinaria dei centri abitati. Gli ulteriori passi sono la verifica statistica di quelli che saranno i transiti da oggi in poi, per restituire alla prefettura dei dati aggiornati”.
I dati recentemente raccolti indicano un flusso di oltre 9,5 milioni di veicoli leggeri e 800mila mezzi pesanti all'anno; tra questi, oltre 245mila automobili e 18mila camion superano il limite dei 90 km/h. Nel 2021 la Ss 45 bis ha registrato 80 incidenti, con 3 decessi e 121 feriti. L’indice di mortalità lungo la Gardesana Occidentale è del 3,75%, mentre l’indice di gravità è pari al 2,82%. Sono dati effettivamente gravi, su cui si spera di poter incidere con la nuova installazione.
Incendio al centro commerciale di Desenzano nel pomeriggio di oggi, 23 maggio, poco prima delle 17: le fiamme in pochi minuti hanno avvolto numerosi edifici della struttura e provocato un'enorme nuvola di fumo, visibile anche a chilometri di distanza, mentre si udivano numerosi boati.
Per tentare di domarla sono giunte sul posto numerose squadre di vigili del fuoco, non solo dal Garda, ossia Desenzano e Salò, ma anche da Brescia e perfino da Mantova e Verona. Sono presenti anche la protezione civile e i carabinieri. In arrivo anche i tecnici di Arpa.
Pare che le fiamme si siano sprigionate da una zona in cui sono in corso dei lavori, a partire dai tetti, ma sulle cause è troppo presto per avere certezze, come anche per fare ipotesi. Al momento non si ha notizia di persone ferite, il centro comunque è stato totalmente evacuato.
(Un ringraziamento ai nostri lettori che ci hanno inviato foto e video della scena)
Giovanni Battista Guerra è stato confermato sindaco di Barghe grazie al quorum raggiunto già nella serata di ieri. Ad Agnosine il primo cittadino deciso dalle urne è Paolo Siliqua.
Giovanni Battista Guerra aveva come unico avversario l'astensionismo, essendo candidato unico per la poltrona di sindaco di Barghe. Il pericolo, tuttavia, era già stato scongiurato nella serata di ieri sera, visto che aveva votato più del 40% degli elettori già nel corso della prima giornata di apertura dei seggi. Alla chiusura di oggi pomeriggio, invece, l'affluenza ha raggiunto il 58% degli aventi diritto. A quel punto, bisognava solo verificare che ci fosse il 50% più uno di voti validi - poco più che una formalità - e questo è il motivo per cui l'annuncio ufficiale ha dovuto attendere lo spoglio dei voti. Per Guerra si tratta di una riconferma per la terza volta.
Ad Agnosine la corsa era a tre, con tre liste e tre candidati sindaci a contendersi il posto del primo cittadino "storico" Giorgio Bontempi, passato ora in consiglio regionale. La percentuale dei votanti si è attestata intorno al 61%: gli elettori potevano scegliere tra “Prima Agnosine – Siliqua sindaco" (candidato sindaco Paolo Siliqua), “Obiettivo Agnosine – cultura e innovazione” (candidato sindaco Santino Campagnoli) e “Agnosine attiva” (candidato sindaco Roberto Bernardelli). La vittoria è andata alla prima lista, in continuità con l'operato di Bontempi che pure è presente tra i candidati. Il nuovo sindaco del centro valsabbino è dunque Paolo Siliqua eletto con 577 su 1005 votanti, ossia il 58,40%. Secondo è Santino Campagnoli con il 22%, perciò la sua lista avrà due consiglieri comunali, mentre Bernardelli si ferma al 18% ed entrerà solo lui in consiglio.
Oggi, 3 maggio, intorno alle 13 è scoppiata una bombola di acetilene sul tetto del capannone dove alcuni operai stavano posando i pannelli per l'impianto fotovoltaico. Nessun ferito.
C'è una squadra di operai al lavoro sul tetto, oggi alla Tecnofor di Paitone: da qualche giorno stanno posando i pannelli dell'impianto fotovoltaico e tutto procede secondo i piani. Improvvisamente, uno scoppio: si tratta probabilmente - ma saranno le indagini a dirlo con certezza - di una delle bombole di acetilene utilizzata nei giorni scorsi per posare le guaine la quale, per fortuna, si trova lontano da dove stanno lavorando gli operai. L'incendio che segue provoca un fumo molto denso, ma le persone riescono ad allontanarsi in tempo e nessuno viene ferito né intossicato.
Domare le fiamme, tuttavia, risulta più difficoltoso del previsto, tanto che i vigili del fuoco di Salò, intervenuti per primi sul posto, devono chiamare in aiuto altre squadre antincendio: arriveranno tre squadre con un'autoscala, poi altre due autobotti e un'altra autoscala, con la mobilitazione di più sedi dei vigili del fuoco della provincia a supporto di quelli già operanti sul posto. Anche la polizia locale di Prevalle e Paitone raggiunge subito il luogo con i suoi agenti.
Dopo un paio d'ore il tetto viene messo in sicurezza e la concitazione delle prime fasi lascia il posto alla consapevolezza di aver scongiurato il rischio di crolli o altri disastri. Ci vorrà però ancora parecchio tempo perché la situazione torni alla normalità, intorno alle 17, soprattutto per il fumo che ha invaso le zone limitrofe ed è stato visto anche a parecchia distanza dal luogo dell'incendio, tuttavia ciò che importa è che nessuno si sia ferito o sia stato intossicato.
Nei giorni scorsi gli agenti della polizia locale valsabbina, insieme al comandante Fabio Vallini, hanno incontrato i circa 420 alunni della scuola secondaria di primo grado di Gavardo. I ragazzi hanno mostrato interesse e partecipato in modo attivo e vivace all'iniziativa.
L'incontro tra i ragazzi delle scuole medie e gli agenti della locale aveva principalmente l'obiettivo di informare e formare gli studenti in merito alla situazione del nostro territorio, sia per quanto riguarda la sicurezza che per l'educazione alla legalità. Il tutto a partire da esperienze concrete vissute dagli agenti nei paesi dell'aggregazione valsabbina e quindi con ricchezza di testimonianze dirette, che hanno reso il tutto ancora più vivo e interessante.
Il progetto ha potuto essere realizzato grazie a un finanziamento speciale di 12mila euro che il comune di Gavardo ha ottenuto dalla Prefettura di Brescia. Di questi soldi, la metà è stata destinata all'intensificazione dei controlli fuori dalle scuole del paese, mentre il resto ha contribuito sia alle lezioni di educazione alla legalità che per migliorare gli standard di sicurezza. A questo proposito, gli agenti continueranno fino a fine anno i controlli in borghese fuori dalle scuole, dove presto saranno anche installate telecamere per la videosorveglianza.
Ancora un automobilista truffato da una assicurazione "fantasma". La polizia locale raccomanda di prestare attenzione prima di stipulare un contratto, soprattutto se si tratta di agenzie online che chiedono di pagare su carte prepagate.
I fatti risalgono a qualche giorno fa e prendono il via da uno dei tanti controlli sul traffico del territorio da parte della polizia locale della Vallesabbia. A Gavardo viene fermato un automobilista che esibisce regolarmente patente e libretto, ma non risulta assicurato, dato che il sistema non lo segnala presente nel terminale. L'uomo è incredulo e sostiene con sicurezza di essere in regola, mostrando anche la ricevuta dell'assicurazione come prova di quanto afferma.
Il tentativo di contattare l'agenzia con cui ha stipulato il contratto assicurativo va a vuoto: il numero risulta disattivato, nonostante l'uomo lo avesse più volte utilizzato per scambiare messaggi con la compagnia assicurativa e redigere online lo stesso contratto. Il sospetto di una truffa diventa sempre più una certezza e viene in effetti confermato poco dopo, con una verifica da parte degli agenti presso l'agenzia centrale delle assicurazioni.
Alla povera vittima non resta che rivolgersi agli stessi agenti che lo hanno fermato per sporgere denuncia. L'uomo fornisce tutte le informazioni in suo possesso per favorire lo sviluppo delle indagini, dal numero di telefono dell'assicurazione all'Iban cui era stato fatto il versamento per attivare la polizza. La polizia locale si è messa subito al lavoro per capire se sia possibile risalire al responsabile della truffa.
"Il problema delle truffe assicurative - commenta il comandante Fabio Vallini - si sta pericolosamente diffondendo da quando esiste la possibilità di stipulare contratti online, che possono essere più vantaggiosi, ma spesso nascondono insidie o sono vere e proprie truffe, come in questo caso. Ai cittadini raccomandiamo di prestare attenzione prima di fornire i propri dati e fare versamenti, soprattutto se viene chiesto di procedere su carte prepagate".
Dall'inizio di quest'anno sono già stati sequestrati 55 veicoli che circolavano senza assicurazione. Tra questi, 3 sono di cittadini vittime di truffe che si muovevano tranquillamente, senza pensare al rischio corso e ai guai che avrebbero potuto incontrare in caso di incidenti senza essere assicurati.
Giovanna Gamba
Nei giorni scorsi un uomo ha rubato un furgone a Gavardo e provocato un incidente a Rezzato, prima di darsi alla fuga. I due comandi di polizia locale hanno collaborato per poterlo individuare e sono riusciti ad arrestarlo già il giorno dopo. L'uomo, un 59enne di Villanuova, ha opposto resistenza e ferito tre agenti, pertanto la sua posizione si è ulteriormente aggravata. Processato per direttissima, è stato condannato a un anno.
La vicenda prende avvio martedì 17 aprile quando, intorno alle 8:30, la polizia locale di Rezzato viene chiamata per un incidente stradale: sulla 45bis, più o meno all'altezza del Bricoman, un furgone di proprietà dell'ospedale di Gavardo ha tamponato un'autovettura alla cui guida c'è una donna di Serle. È proprio quest'ultima a telefonare, perché l'altro conducente subito dopo l'urto ha abbandonato il veicolo e si è dato alla fuga nei campi adiacenti, facendo perdere le proprie tracce.
La pattuglia rezzatese conclude i rilievi e raggiunge l'ospedale di Gavardo per acquisire le immagini della videosorveglianza, nella speranza di identificare l'uomo alla guida. In effetti si scopre che la persona in questione aveva rubato il furgone poco prima dell'incidente ed è stata immortalata dalle telecamere esterne alla struttura, pertanto si estrapolano alcuni fotogrammi dal filmato e a tutti i comandi viene diramata la foto del ladro.
Nel frattempo viene coinvolto anche il comando di polizia locale della Vallesabbia, che non riconosce il ladro dal filmato, tuttavia sa che una persona aveva creato disagi al pronto soccorso per poi scappare e collega i due eventi, ipotizzando che il disturbatore e il ladro siano la stessa persona. I due comandi si attivano con indagini congiunte sul territorio.
Nel pomeriggio di mercoledì 18, intorno alle 15:30, un cittadino gavardese chiede l'intervento della polizia locale in piazza Zanardelli per la presenza di un uomo molto agitato che sta creando disordine e spaventa i passanti. Gli agenti valsabbini riescono a calmare la situazione, anche grazie all'aiuto di una pattuglia di passaggio del comando di Calvagese-Muscoline, ma notano una somiglianza tra l'uomo in escandescenze e il ladro del furgone. Siccome è in evidente stato di alterazione per ubriachezza, l'uomo viene accompagnato al pronto soccorso dove sopraggiunge anche una pattuglia da Rezzato.
Gli agenti ormai non hanno dubbi e attendono che l'uomo venga dimesso per poterlo portare al comando e procedere con l'identificazione. Appena in macchina, il presunto ladro comincia a urlare, sputare, insultare, spintonare e assestare calci e pugni agli agenti, al punto che questi devono fermare l'automobile e chiedere l'aiuto della pattuglia che viaggia dietro a loro per poterlo ammanettare. La sua furia ha ferito tre agenti, due della locale valsabbina e uno di Rezzato, che sono stati medicati per ecchimosi e tagli su volto, braccia e mani e giudicati guaribili in sei giorni.
Oltre al furto aggravato, l'uomo vede dunque peggiorare la propria posizione con l'accusa di violenza aggravata e lesioni, quindi viene arrestato e condotto in una cella di sicurezza del comando di polizia locale di Brescia, dove passa la notte. Si viene a sapere che si tratta di un 59enne di Villanuova con numerosi precedenti penali, in quanto pluripregiudicato per rapine, furti aggravati, minacce e lesioni. Nella mattinata di ieri, giovedì 19, viene processato per direttissima e condannato a un anno di reclusione con custodia cautelare e obbligo di dimora nel Comune di Villanuova, dove risulta residente.
I due comandi coinvolti nelle indagini hanno sottolineato l'ottima collaborazione che si è instaurata fin dall'inizio della vicenda, grazie alla quale il lavoro congiunto è risultato più agile e la gestione del caso più fluida, così da giungere in tempi molto brevi alla soluzione del caso.
Giovanna Gamba
L'incidente è avvenuto oggi, venerdì 14 aprile, poco dopo mezzogiorno. Nessun ferito, ma le ripercussioni sul traffico sono state notevoli.
Erano circa le 12:45 circa di oggi, quando un mezzo pesante percorreva la strada che va da Lonato del Garda verso Soiano del Lago. Nel rettilineo che a Calvagese della Riviera costeggia il golf Arzaga, per evitare di entrare in collisione con un altro mezzo pesante, l'autista è stato costretto a uscire di strada, finendo la corsa in una scarpata a bordo carreggiata e abbattendo un palo della linea elettrica da 15000W. Il camionista alla guida, un 30enne di Verona, è rimasto illeso e, considerando i rischi che ha corso, si può dire con certezza che è stato molto fortunato.
Sul posto per i primi soccorsi sono intervenuti i volontari del COSP di Bedizzole, una squadra dei Vigili del Fuoco e i tecnici di Enel distribuzione per disattivare la linea elettrica. I rilievi sono stati eseguiti dalla Polizia Locale del Servizio Intercomunale Calvagese della Riviera e Muscoline, guidata dal comandante Stefano Dondelli.
Per il recupero del mezzo pesante si è resa necessaria la chiusura totale al traffico della Sp. 78. La viabilità è stata gestita dalla Polizia Locale di Calvagese e Muscoline, con la collaborazione della Polizia Locale di Bedizzole-Calcinato. Le ripercussioni sul traffico sono state pesanti e si sono prolungate fino a metà pomeriggio.
Nei giorni scorsi la polizia locale della Valle Sabbia ha fermato un giovane residente sul Garda che circolava con la patente sospesa dal 2018. Nella giornata di ieri, 7 aprile, un altro ragazzo, questa volta della Valtrompia, è stato sorpreso a guidare in stato di ebbrezza.
Il primo caso risale al 5 aprile ed è venuto a galla grazie a un controllo stradale nel territorio di Roè Volciano: una pattuglia ha fermato un ragazzo che circolava tranquillamente nonostante avesse la patente sospesa fin dal 2018, senza mai essersi presentato da allora alla visita di revisione. Il provvedimento aveva avuto luogo per il rifiuto da parte del giovane di sottoporsi alla prova con l'etilometro e per omissione di soccorso a seguito di un incidente stradale.
Dapprima l'automobilista ha sostenuto di aver dimenticato un permesso di circolazione provvisorio a casa, ma gli agenti hanno scoperto ben presto che non era vero niente. Successivamente il giovane insisteva ad affermare che, secondo il suo avvocato, avrebbe avuto comunque diritto a circolare con la patente sospesa per recarsi in ospedale, al lavoro o dall'avvocato stesso: peccato che certe deroghe possono essere ammesse solo in situazioni molto particolari e in ogni caso, comunque, lo spostamento del giovane non contemplava nessuno di questi casi.
Anzi, l'impressione degli agenti di fronte alla sua spavalderia è stata che con ogni probabilità il ragazzo circolasse abitualmente sulle strade, nonostante il provvedimento restrittivo emesso nei suoi confronti. Per lui ora è scattata la revoca della patente e la pratica è stata trasmessa alla Prefettura.
La seconda notizia riguarda quanto accaduto ieri a Vestone durante un normale controllo stradale. La pattuglia in servizio ferma un'automobile guidata da un giovane residente in Valtrompia che viaggiava in compagnia di un amico. Agli agenti non sfugge un forte odore di alcol nell'abitacolo, per cui sottopongono il ragazzo alla prova dell'etilometro. Il dispositivo rivela un tasso alcolemico superiore a 1.17, più del doppio oltre i limiti, per cui all'automobilista viene immediatamente ritirata la patente e scatta la denuncia alla Procura della Repubblica per guida sotto l'effetto di sostanze alcoliche.
A questo punto si deve affidare il veicolo a un'altra persona e la scelta più logica sarebbe il passeggero, solo che anche lui mostra scarsa lucidità e sintomi inequivocabilmente riconducibili all'assunzione di alcol, oltre a non avere con sé la patente, come dichiara subito dopo. Per poter tornare a casa i due sono costretti a coinvolgere un terzo amico che si fa accompagnare sul posto e può così occuparsi della vettura. I due giovani, nel frattempo, raccontano di essersi messi in macchina per andare a fare una scampagnata verso il Trentino. Costata loro piuttosto cara, in effetti.
Giovanna Gamba
Doppio intervento durato tutta la giornata di ieri, venerdì 7 aprile, per i comandi della polizia locale di Prevalle e Mazzano che hanno risolto una situazione piuttosto complicata, collaborando in sinergia.
Tutto è cominciato ieri mattina intorno alle 9, quando una pattuglia della polizia locale di Prevalle nota un veicolo fermo a bordo strada. Gli agenti decidono di approfondire con un controllo e scoprono che all'interno dell'automobile ci sono due donne addormentate, una delle quali anziana, oltre a numerose borse e borsine che occupano praticamente tutto l'abitacolo. Bussando al vetro, gli agenti svegliano le signore e fin dai primi momenti si accorgono di un evidente stato di disagio delle due. Sul posto arriva il comandante che, controllando i documenti, viene a sapere che le due signore sono madre e figlia e risiedono in un comune vicino, di competenza del comando intercomunale di Mazzano, Nuvolento e Nuvolera.
Il comandante di Prevalle telefona dunque ai colleghi per uno scambio di informazioni e così apprende che la più giovane delle due donne è destinataria di un provvedimento di accertamento sanitario obbligatorio (ASO). I due comandi a questo punto si coordinano per dare adempimento all'ASO: sul posto interviene il personale medico per convincere la figlia a sottoporsi alla misura stabilita, tuttavia ci vuole circa un'ora di trattative per fare in modo che la donna li segua di sua spontanea volontà, evitando l'utilizzo della forza.
Una volta trasportata la figlia presso l'ospedale di Gavardo, resta sul posto la madre, più che ottantenne, per la quale in realtà si erano già attivati i servizi sociali con la proposta di un soggiorno di alcuni giorni in una struttura a Manerba, così da evitarle di continuare a dormire e vivere in auto da sola. Purtroppo la signora non vuole sentire ragioni e, anche dopo l'intervento di alcuni familiari e del medico di famiglia. non accetta la sistemazione proposta.
A quel punto l'unica soluzione percorribile è un'ulteriore richiesta di accertamento sanitario obbligatorio, firmata dal medico curante, questa volta con destinataria la signora ultraottantenne. Non resta che attendere di nuovo l'arrivo dell'ambulanza con l'anziana che fino all'ultimo si dimostra per niente collaborativa, anche se alla fine viene a sua volta accompagnata al pronto soccorso di Gavardo. Dopo la visita specialistica per entrambe è stato disposto il ricovero.
L'incidente è avvenuto questa mattina alle 9 a Villanuova sul Clisi, dove è subito intervenuta una pattuglia della polizia locale valsabbina. Sospesa la patente all'automobilista che ha provocato lo scontro.
Un 75enne residente a Gavardo questa mattina era alla guida della sua Mercedes quando, giunto allo stop in via XXIV maggio a Villanuova, non si è fermato e ha affrontato l'incrocio in velocità proprio mentre sopraggiungeva da Soprazzocco verso Villanuova un'altra automobile, condotta da una 55enne di Villanuova.
Lo scontro è stato piuttosto violento, tanto che la Mercedes ha finito la sua corsa in una proprietà privata adiacente alla strada. La donna è stata soccorsa dai volontari dell'ambulanza che l'hanno portata in codice verde al pronto soccorso di Gavardo per accertamenti.
L'uomo non ha riportato ferite, tuttavia è stato sottoposto all'alcol test ed è risultato positivo con un tasso di 0,8 grammi per litro, quando il livello massimo consentito è di 0,5. Per lui è scattata immediatamente la sospensione della patente che durerà da 8 a 16 mesi, secondo quanto deciderà il Prefetto. Inoltre, il veicolo subir