Incontro la professoressa Buizza in una mattina grigia e fredda, ma bastano la sua presenza e la soddisfazione ancora stampata sul suo volto a scaldare subito l’atmosfera… oltre all’abbronzatura vivace di chi è appena tornato dall’altra parte del mondo. A Perth, in Australia, si sono infatti svolti i campionati del mondo di atletica (World Masters Athletics Championships) per atleti over35, che hanno gareggiato suddivisi in fasce di età.

 

Monica ha concluso la gara saltando 1 metro e 47, mentre le altre due compagne di podio si sono fermate a 1,45. «Non me l’aspettavo proprio – commenta la campionessa – anche perché l’allenatore mi aveva detto di stare tranquilla, lasciandomi intendere che non avrei fatto grandi risultati. Del resto, venivo da un periodo difficile e forse il fatto di non dover dimostrare niente mi ha dato serenità al punto da non sentire alcuna pressione. Così tutto è andato al meglio: c’erano 30 gradi, ma io amo il caldo, la pedana mi è parsa splendida ed ero così tranquilla che ho superato tutti i salti al primo tentativo». Una alla volta le concorrenti sbagliano, finché ne restano tre a dover affrontare 1,45: Monica riesce al primo tentativo, le altre no, ma poi recuperano. Si passa a 1,47: Monica lo supera al secondo tentativo, le altre non ce la fanno. Il titolo è dell’italiana! «A quel punto ho provato 1,49, che è comunque 3 cm al di sotto del mio record personale, e sarebbe stato il record italiano di categoria. L’ho sfiorato, ma avevo già vinto e l’adrenalina era ormai in calo». È infatti il momento di festeggiare e con una premiazione commovente, al suono dell’inno di Mameli, la campionessa viene premiata con la medaglia d’oro. Un momento indimenticabile.

Amante dell’atletica, che inizia a praticare quando aveva 12 anni, Monica ne riconosce l’importanza per la sua formazione personale, sia per il rafforzamento dell’autostima che per la maturazione nelle relazioni attraverso il confronto con gli altri. Finite le superiori, si iscrive all’ISEF (oggi Facoltà di Scienze motorie) per poter far coincidere la sua passione con il lavoro, ma quando comincia a insegnare i tempi degli allenamenti si contraggono irrimediabilmente. Seguono il matrimonio e la nascita dei due figli, Mattia e Michele, che la frenano per alcuni anni a livello agonistico, anche se ovviamente lei non ha mai smesso di praticare sport. Poi il desiderio mai sopito è tornato a farsi irresistibile e all’età di 43 anni la professoressa ha ripreso ad allenarsi seriamente: è entrata dunque a far parte della Virtus di Castenedolo, una squadra compatta e seria, che infatti da anni ottiene risultati eccellenti a livello nazionale, tanto che l’anno scorso è riuscita ad arrivare prima in Italia sia con il gruppo maschile che con quello femminile.

Al ritmo di quattro allenamenti a settimana, ora ridotti a tre, la prof. Buizza ha iniziato subito ad affrontare le prime gare. Da allora non si è più fermata, nonostante alcuni infortuni che l’hanno disturbata e che avrebbero forse convinto altri a lasciar perdere tutto. Durante gli ultimi campionati di Ancona, per esempio, un’infiammazione e uno strappo le hanno impedito di gareggiare per il salto in alto, ma non per la corsa a ostacoli. Nel maggio 2013 una battuta d’arresto seria la costringe a fermarsi: per una lesione al tendine l’atleta deve dire addio all’attività agonistica per circa un anno. Quando torna, dopo le terapie e il recupero, è in forma smagliante, tanto da raggiungere i risultati migliori della carriera proprio nel corso del 2015: vince infatti i campionati italiani sia indoor che outdoor e ottiene il suo record personale saltando 1,52.

A fine 2015 viene di nuovo bloccata da una distorsione con rottura del legamento alla caviglia, tuttavia neanche questa volta si scoraggia, tanto che il titolo italiano outdoor 2016 è ancora suo. Purtroppo ha dovuto cedere la medaglia indoor perché le gare si sono svolte quando lei non ha ancora pienamente recuperato la forma. Si iscrive poi al campionato europeo (ma sarà infortunata) e a quello mondiale in cui è medaglia d’oro, mentre ora sta già pensando ai mondiali 2017 indoor il prossimo 20 marzo in Corea e agli europei 2017 in Danimarca il 4 agosto.

Resistere è una sfida continua perché le difficoltà sono molte e, anche quando si riesce con mille fatiche a sistemare la famiglia e il lavoro, in realtà si è solo all’inizio. «Noi italiani – osserva Monica – dobbiamo fare tutto da soli, dall’organizzazione del viaggio fino all’acquisto delle nostre divise per la gara. In altri Paesi intervengono gli sponsor e ci sono anche atleti che ricevono un compenso, mentre noi facciamo tutto spendendo di tasca nostra». Eppure la passione aiuta a superare ogni ostacolo, così come il sostegno dei familiari: a Perth c’erano il marito e i figli a tifare per lei, anche se la loro presenza alle gare è quasi un’eccezione. Per lei infatti è importante il confronto con se stessa e la concentrazione in ogni gara è qualcosa da vivere nell’intimo, più che da condividere. Al contrario, la gioia che esplode nel finale si moltiplica grazie all’abbraccio delle persone care. A questo punto il pensiero di Monica corre a suo padre, orgoglioso di lei fin dall’inizio, che non le ha mai fatto mancare il suo sostegno insieme alla mamma e ai fratelli; sempre presente alle gare, è mancato proprio poco prima del record personale della figlia ai campionati italiani 2015, in febbraio.

L’incoraggiamento dei familiari resta indelebile nel cuore e su questa base di grande spessore si stratifica tutto quanto altre figure hanno impresso nel corso della carriera – e della vita – di questa atleta. Allenatori, amici, compagni di avventura, ma anche le moltissime persone che le hanno dimostrato affetto in questi giorni. Tornando a Bedizzole, i vicini di casa le hanno fatto trovare uno striscione con la scritta “Congratulazioni, campionessa!”, mentre a scuola i colleghi hanno addobbato la sala insegnanti e i ragazzi l’hanno accolta con fiori e complimenti. Complimenti ovunque, in paese, che fanno rivivere di continuo le profonde emozioni provate. Il nostro augurio è che Monica possa presto riviverle a tuttotondo, e non solo nella memoria, in uno degli appuntamenti che verranno. 

Giovanna Gamba