Si era agli albori del 1963 e il sindaco di Prevalle, Mario Morbini si era affannato in ogni dove per trovare i soldi necessari a rinnovare la rete dell’acqua potabile del paese. I tubi facevano… acqua… ma soprattutto gran parte di essi risalivano alla ormai storica conduttura realizzata alla fine dell’Ottocento che portava acqua in paese prendendola dalle sorgenti di Burago di Muscoline e precisamente dalla località denominata Pissarotte. Le condutture erano ancora per lo più in cemento e facilmente soggette a guasti e ad infiltrazioni. Il lungo tragitto aveva grosse perdite e la portata era ormai insufficiente per le necessità della popolazione. Un problema serio, quello dell’acqua, che pareva avviato a soluzione, ma sul quale pendevano le lungaggini burocratiche per gli aiuti ministeriali.

Poi, nelle prime settimane del mese di ottobre accadde qualcosa… di insolito. Dopo alcune giornate di pioggia intensa, nel breve volgere di un paio di giorni l’ambulatorio del medico condotto, dott. Lorenzo Poli, si riempì di pazienti colpiti da dolori intestinali, febbre e dissenteria. L’esperienza e la conoscenza approfondita di tutti i suoi pazienti fecero scattare da subito nel medico l’allarme per una epidemia incipiente. Iniziarono i tentativi di correlare l’età o le famiglie dei pazienti colpiti, che nel frattempo continuavano ad aumentare richiedendo in diversi casi il ricovero in ospedale.

Era uno stillicidio che prendeva bambini, adulti e anziani senza apparente correlazione, se non quella di essere tutti abitanti in una parte del paese, Prevalle Sotto. La concitazione e l’angoscia per un’evidente epidemia avevano convinto il dottor Poli e il Sindaco a far intervenire il Medico Provinciale per individuare la malattia e le cause, ma soprattutto per prendersi cura degli ammalati.

Intanto il Giornale di Brescia di mercoledì 9 ottobre 1963 titola “40 Persone a Prevalle colpite da misteriosa intossicazione. Perizia chimica sui cibi e sulle bevande. L’episodio è circoscritto alla frazione di Sotto”. La concitata nota di cronaca ancora proseguiva: “La popolazione di Prevalle Sotto è da alcuni giorni in allarme per numerosi casi di improvviso malessere. Coloro che sono stati colpiti (ben 41 persone) appartengono a tutte le età, da bambini di 19-20 mesi a persone anziane. E per tutti i sintomi sono pressappoco uguali: improvviso attacco febbrile, mal di testa e forti disturbi intestinali (gastroenterite acuta)”.

Ancora per giorni i giornali avrebbero tenuto banco confermando trattarsi di intossicazione e non di epidemia, ma le cause della malattia ancora rimanevano misteriose e le autorità sanitarie si trinceravano dietro “no comment” poco rassicuranti. L’allarme, inoltre, si estendeva anche a paesi vicini e per qualche giorno sembrava che casi simili si fossero verificati anche a Bedizzole. Tutto però veniva ridimensionato e le confuse notizie circolanti venivano smentite.

Si faceva largo, nel frattempo, l’ipotesi che l’intossicazione provenisse dall’acqua di cui si prelevavano campioni, già sapendo che quella era la probabile fonte di intossicazione. Proprio in quelle settimane si stava lavorando alacremente per mettere in funzione la nuova rete dell’acquedotto e il nuovo serbatoio, viste le condizioni pessime della rete di distribuzione fino ad allora esistente.

Solo il 16 ottobre il giornale usciva con il titolo “Paratifo provocato dall’acqua”, anche se la dimostrazione effettiva non sarà mai presentata mentre le cause ufficialmente ricondotte alle pessime condizioni dell’acquedotto. In particolare la pioggia doveva aver causato infiltrazioni e contaminazioni nelle condutture. Alla fine, dopo una decina di giorni di ansia, saranno ancora 9 i degenti in ospedale tra cui diversi minori tra i 2 e i 6 anni, ma tutti in via di guarigione.

Sono poche le testimonianza raccolte… sono passati oltre 50 anni e l’episodio è volato via… Tra i testimoni diretti la signora Elena Giustini, la quale ricorda ancora benissimo l’apprensione per la piccola figlia Silvia (due anni appena) e il nipote Claudio, ricoverati in Ospedale per diversi giorni. In tutto si parlerà di oltre ottanta casi, molti altri non vennero censiti in quanto non si rivolsero alle cure dei sanitari.

Le condutture, sotto l’occhio vigile del dottor Poli e del sindaco Morbini, vennero risanate con vigorosi trattamenti di disinfestazione. Soprattutto, nel giro di venti giorni i lavori, al palo per vari problemi e intralci, porteranno all’inaugurazione del nuovo serbatoio. I lavori sulla rete ultimati a tempo record. Dopo settimane di preoccupazione e di concitazione, passata la paura, l’ammodernamento dell’acquedotto di Prevalle era cosa fatta.

Il ricordo dell’epidemia sembra svanito, ma i benefici di una eccellente rete idrica a Prevalle rimangono ancora. 

Paolo Catterina