Venerdì 2 dicembre alle 20:45, presso il salone Pio X, il Gruppo della Creta porta in scena Finzioni, tratto dagli scritti dello scrittore argentino. Ingresso 12 euro. 

 

Dare corpo teatrale alle parole di Borges è impresa ambiziosa: ci vuole tutto l’entusiasmo appassionato di un giovane e capace gruppo teatrale per non cadere tra i flutti per troppa vicinanza al Sole, come accade ad Icaro, una volta districatisi dal dedalo. Si misura con la sfida alta il Gruppo della Creta,  compagnia romana che  venerdì 2 dicembre presso il Salone Pio XI di Gavardo alle 20:45 porta in scena FINZIONI, per la regia di Alessandro Di Murro.

In un’indimenticabile parabola su se stesso e sulla propria scissione tra vivere e scrivere, l’autore argentino, che parla in prima persona e sostiene di non essere il famoso scrittore, ma soltanto uno registrato all’anagrafe come Jorge Luis Borges, che gira per le strade di Buenos Aires, annusa i portoni, prende la pioggia o il raffreddore, conclude constatando che «all’altro, a Borges, accadono le cose». Amara e malinconica consapevolezza che parola e vita si rincorrono perlopiù divaricando e un poeta, in una poesia sulla tigre, riesce solo a dire «parole, parole, parole», una tigre di sillabe e di carta, e cerca invano l’altra tigre, quella che non sta nel verso ma nella foresta.

Tanto più intriga la scommessa - val la pena andare a verificare di persona nella bella sala gavardese - assunta da Anton Giulio Calenda, Alessandro Di Murro e Tommaso Emiliani «di trasporre la forza concettuale di Borges nella dimensione dell’azione scenica, assurgendola a motore, chiave di lettura e filtro della nostra attualità»: poco importa se, addentrandosi nel labirinto dei significati, nulla è come appare, ma tutto lo è fedelmente, in un costante moto di contraddizione e perdita di certezze, che dichiara il fallimento. Di fatto, è solo la dimensione del teatro che può provare a ricomporre la frattura: qui, nel presente della messa in scena, parola e vita si coniugano.

Sostiene tale ricerca-spettacolo un gruppo affiatato e già maturo di attori, tra i quali Matteo Baronchelli, apprezzato l’estate scorsa in un reading del “Deserto dei Tartari” in città al Broletto e a Rezzato, insieme con i sodali del Gruppo della Creta, che ricordiamo per un vivace “Acarnesi” di Aristofane, andato in scena pochi mesi fa a Villanuova: in questo caso, Jacopo Cinque, Alessio Esposito, Lorenzo Garufo, Amedeo Monda e Laura Pannia. Scene di Paola Castrignano, musiche originali di Enea Chisci.

Prenotazioni all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; tel. 0365.377462.

Ennio Pasinetti