Mercoledì 8 febbraio alle 20:30, presso la sala Bruni Conter (via San Bernardino 5) il MAVS di Gavardo apre al pubblico per "il museo che vorrei": prove di una progettazione partecipata del nuovo allestimento museale.

 

Con gli ultimi lavori di ristrutturazione promossi dall’amministrazione comunale di Gavardo il Museo Archeologico della Valle Sabbia riuscirà nel corso del 2023 a spostare alcuni servizi dalla sede storica a un edificio attiguo che si configura come un’ala nuova del museo. In questo modo si renderanno disponibili nuovi spazi e finalmente si potrà mettere mano a un progetto definitivo di riallestimento del Museo.

Si tratta di un’occasione unica per introdurre, nel percorso che illustra la Preistoria e la Storia della Valle Sabbia e più in generale del Garda occidentale, le notevolissime novità derivanti da oltre 20 anni di nuove ricerche sul campo, come gli scavi di Corna Nibbia di Bione, di Rasine di Sabbio Chiese e di Lucone di Polpenazze del Garda. Non solo: si presenta anche l'occasione giusta per riflettere su come realizzare questo racconto. Che taglio dare alla nuova esposizione? Quale linguaggio usare? Il MAVS, che è per sua natura un museo archeologico territoriale caratterizzato da un forte presenza di collezioni di età pre-protostorica, fin dagli anni ’70, ha mutuato dai musei di Storia Naturale un approccio alla materia di tipo cronologico (dal più antico al più recente) e didattico/didascalico (un allestimento denso di informazioni, disegni, planimetrie, ricostruzioni). Ora, alcuni musei archeologici si sono avvicinati più al modello di museo d’arte: pochi materiali (scelti anche con un principio estetico) in vetrine molto scenografiche, accompagnati da scarsissime informazioni.

Nel primo caso l’attenzione è sul contesto archeologico, nel secondo caso è sul singolo manufatto. Sono scelte entrambe legittime e ambedue hanno punti di forza e punti di debolezza. I responsabili del museo hanno dunque deciso di chiedere consiglio a voi cittadini: che cosa vorreste trovare nel museo che illustra la storia di questo territorio? Cosa vi aspettate dal VOSTRO Museo? Come volete che sia?

Nel mondo sono state fatte varie esperienze di questo tipo, con differenti modalità di partecipazione. A questo proposito una buona lettura di partenza può essere “the partecipatory museum” di Nina Simon, che l’autrice ha gentilmente messo a disposizione online: https://participatorymuseum.org/read/. Anche in Italia esempi di progettazione partecipativa non mancano, ad esempio il bel progetto “Capo di Monte per te”. Naturalmente più un museo è specialistico più la progettazione partecipativa diviene complessa e un museo archeologico presenta a volte alcune tematiche piuttosto complesse (sistemi di datazione, analisi), ma anche in questi casi, anzi forse soprattutto in questi, l’intervento della comunità può migliorare l’interazione e rendere l’esperienza museale più coinvolgente.  

Mercoledì 8 febbraio ci sarà il primo incontro pubblico, aperto a tutti, per decidere come procedere in questo esperimento e stabilire con quali modalità questo gruppo di lavoro allargato potrà interfacciarsi con i tecnici, così da collaborare alla realizzazione del nuovo museo archeologico. Il Vostro Museo, o meglio il Nostro Museo. "Non vogliamo mettere in campo un esercizio di stile - assicurano i responsabili - per poi imporre scelte dall’alto, anche se la legislazione italiana richiede determinati passaggi autorizzativi, l'idea nasce infatti da un sincero desiderio di affrontare tutti insieme questo percorso". 

Mercoledì 8 febbraio alle 20.30 tutti i cittadini sono invitati: amanti dell’archeologia, della storia locale, strenui visitatori di musei, insegnanti, studenti oppure portatori di competenze diverse, qualsiasi esse siano (esperti di architettura del legno? di antichi attrezzi agricoli? geologia? toponomastica? metallurgia? ecc.). Più competenze ci sono, meglio è.