Cultura

Un lungo viaggio a partire dall’”archeologia dei media” per arrivare ai video virali dei nostri giorni, con milioni di visualizzazioni. È un viaggio lungo (336 pagine), affascinante e pieno di rimandi teorici e concreti l’e-book di Alice Palumbo e Luca Borsoni Previdi intitolato “Estetica virale. Lo spot pubblicitario nel capitalismo digitale” pubblicato da “L’arca di Scholé”. La tesi di fondo dei due autori, coniugi nella vita e guide del mitico studio AS di Brescia, è che il caro vecchio spot, pur avendo cambiato nome ed essendo diventato “video virale”, rimanga il fulcro della comunicazione pubblicitaria, tanto più in un’epoca in cui il 44% del mercato pubblicitario è assorbito dal web, ognuno di noi passa 6,5 ore al giorno davanti a un video e il 92% degli utenti è assiduo fruitore di video on line. Il Covid non ha fatto che amplificare il fenomeno: il tempo dedicato agli smartphone è aumentato del 76%, al computer del 45%, alla smart tv del 34%. Palumbo e Borsoni Previdi rivendicano il valore estetico ed etico degli spot. Ricordano i maestri del cinema che si sono dedicati a questo genere, le componenti artistiche che spesso spiccano in questi “corti”, i grandi dell’arte che si sono prestati a brevi spot. E poi c’è il valore etico della comunicazione. Le parole-chiave rilanciate dalle ultime edizioni del Festival internazionale della creatività che si celebra a Cannes sono state “diversità” e “inclusione”. Palumbo e Borsoni teorizzano un “marketing sostenibile, funzionale alla diffusione di comportamenti dotati di valore positivo”, capace di unire “credibilità, trasparenza, fiducia e responsabilità.

O.R.

Come tutte le biblioteche sul territorio nazionale anche la Biblioteca di Salò, in ottemperanza al Dpcm del 04/11/2020, ha chiuso temporaneamente al pubblico; tuttavia non ha spento i motori anzi si è rimessa in pista per continuare a garantire alla cittadinanza il servizio prestiti durante le prossime settimane di lockdown.

 

Libri da asporto. La biblioteca a casa vostra è il progetto, realizzato di concerto con l’Assessorato alla Cultura, che già da martedì 10 novembre sarà operativo su tutto il territorio comunale. Si tratta del un servizio di consegna a domicilio dei libri che possono essere richiesti contattando la biblioteca per posta elettronica o per telefono.

 

Il servizio verrà realizzato grazie alla disponibilità di un gruppo di giovani volontari che si occuperanno di consegnare e di ritirare a domicilio i libri chiesti in prestito. Il servizio ovviamente è gratuito e verrà garantito per tutta la durata delle restrizioni.

 

“In un periodo in cui cinema, teatri, musei e biblioteche sono costretti a chiudere temporaneamente per limitare i rischi di contagio abbiamo pensato a una soluzione che garantisca almeno parte di quei servizi culturali che da sempre la città di Salò offre ai suoi abitanti. Oltretutto per le persone che vivono da sole, per gli anziani la consegna del libro potrebbe rappresentare un breve momento di socialità”. Queste le parole dell’assessore Anna Bianchini.

 

“È un’idea nata dalla conversazione con un amico - spiega Tonacci, presidente della Biblioteca - che ha trovato subito terreno fertile nelle nostre bibliotecarie Anna e Antonia. Abbiamo pensato di replicare il servizio offerto nei mesi scorsi da molti ristoranti e pizzerie, ritenendo che nutrire la mente non sia meno importante, a maggior ragione in questo momento di difficoltà. Abbiamo quindi lanciato questa iniziativa con l’intento di non perdere il nostro pubblico, anzi di aprire ulteriormente la biblioteca alla cittadinanza andando a bussare alle porte dei salodiani: ecco perché chiamato il progetto Libri da asporto. La biblioteca a casa vostra”.

 

Naturalmente le consegne avverranno nel rigoroso rispetto dei protocolli anti Covid; nel plico verranno inseriti speciali “menù” realizzati dalle bibliotecarie con proposte di lettura suddivise per genere oppure le novità librarie disponibili al prestito.

 

Per informazioni e per prenotare i libri il numero di telefono è 0365.20338 o all’indirizzo di posta elettronica Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

 

All’età di 93 anni si è spento Adriano Grasso Caprioli, uno dei maestri dell’arte bresciana del secondo Novecento, celebre in Valle Sabbia come autore dell’affresco di Lavenone. Un affresco che molti scambiano erroneamente per un’opera fascista e che invece, attorno alla scritta superstite del Ventennio – “Noi sognamo l'Italia romana” - ha inserito raffigurazioni di stampo Novecentista ma di tema antifascista, quale Grasso Caprioli era. Nato a Sale di Gussago il 6 ottobre 1927, dopo la maturità al liceo scientifico Calini e gli studi in Geologia, Grasso Caprioli s’era formato artisticamente ai corsi serali dell’AAB (di cui è stato presidente in diverse circostanze) e all’Accademia di Vienna. Mostre e premi in Europa avevano messo in luce il suo precoce talento. 45 mostre personali e oltre settemila opere scandiscono la produzione di Grasso Caprioli in cui ricorrono temi diversi: gli amatissimi cavalli, scenografie teatrali, affreschi religiosi e civili. Un artista poliedrico, un uomo percorso da una straordinaria vitalità, un pittore che ha saputo seguire le più aggiornate correnti dell’arte contemporanea sempre conservando però uno stile originale, inconfondibile.

Odoardo Resti

 

 Il premio è stato istituito per far conoscere ai giovani la figura dell’avvocato e sindaco di Brescia, concreto e insieme visionario, a cui Brescia e la provincia devono moltissimo. I singoli o le classi sono chiamati a raccontarne il profilo con immagini o video, da inviare entro il 10 marzo 2021. Premi in palio per un totale di 10mila euro.

 

Sono ben otto i promotori dell’iniziatica: Associazione Artisti Bresciani, Acque Bresciane, Fondazione AIB, Fondazione ASM, Fondazione Brescia Musei, Fondazione Cogeme, Fondazione Sipec e Laba, con il patrocinio della Provincia di Brescia, dei comuni di Brescia e Cellatica, paese natale di Trebeschi, e in collaborazione con l’Ufficio scolastico provinciale.

Il premio intitolato a Trebeschi, “L’arte del bene comune”, intende essere il primo di una serie di edizioni che aiutino le nuove generazioni a conoscere l’impegno civile e i valori cui l’avvocato si è ispirato nella sua lunga e fruttuosa vita e che hanno segnato la storia della città e della nostra provincia in maniera indelebile.

Destinatari sono le studentesse e gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado bresciane, chiamati a “incontrare” Trebeschi attraverso i suoi scritti e le testimonianze di chi l’ha conosciuto e a comunicare – singolarmente o come classe – con fotografie o video la loro idea di sostenibilità. Non solo ambientale, ma anche culturale, con quell’apertura alle differenze che l’avvocato Trebeschi ha sempre indicato come strada maestra per la convivenza di città e comunità.

La giuria sceglierà i tre migliori lavori per la sezione opere individuali e altrettanti per la sezione opere collettive. In premio per i singoli e-bike e buoni acquisto per prodotti hi-tech, mentre per le scuole sono previsti buoni acquisto ed esperienze formative offerte dall’Accademia Laba e da Fondazione Brescia Musei. Un capitolo a parte riguarda la formazione offerta da Fondazione AIB che, su richiesta delle scuole, presenterà imprese modello nel campo della sostenibilità. Fra tutte le classi che realizzeranno un video su queste best practice, una riceverà la menzione speciale e un premio in buoni acquisto.

Per iscriversi al premio, punto di passaggio obbligato sarà il sito www.premiotrebeschi.it. Sempre grazie al sito sarà possibile conoscere meglio la figura di Cesare Trebeschi, grazie al lavoro di ricerca messo a disposizione da Massimo Tedeschi dell’Associazione Artisti Bresciani, approfondire le realtà promotrici del concorso e i temi della sostenibilità.

Il termine per la consegna dei lavori è fissato per il 10 marzo 2021. Le richieste per ricevere la formazione a distanza offerta dai promotori del concorso devono pervenire entro il 31 dicembre 2020.

Tutte le informazioni su www.premiotrebeschi.it.

La Biblioteca di San Felice del Benaco, sita in Portese, si è organizzata per il prestito a domicilio dei libri, con consegne nelle tre frazioni.

 

Possono accedere al servizio tutti i cittadini residenti o domiciliati nel Comune di San Felice del Benaco. È disponibile il materiale presente in biblioteca, che si può prenotare tramite catalogo opac RBBC. Le consegne avverranno il mercoledì mattina e il venerdì pomeriggio. Sandra Tarmanini, Assessore alla Cultura: "Ringrazio Greta, la bibliotecaria, e tutti i volontari della biblioteca coinvolti in questa attività: Veronica, Rocco, Stefania, Federica. Il loro contributo potrà rendere più sopportabile questo secondo confinamento". Per qualsiasi informazione è possibile chiamare il numero 0365 559436 o scrivere Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. .

 

 

Ospite della settimana di Radio 51 Stefano Lusardi conservatore del Martes di Calvagese e della Fondazione Ugo da Como.

Anche i musei e le mostre d’arte sono stati gravemente colpiti dall’emergenza covid 19. Secondo un rapporto dell’ICOM del mese di maggio, a livello mondiale i musei hanno dovuto ridurre (o comunque modificare) di un decimo le loro attività. È di fondamentale importanza studiare forme di modalità solidale per sostenere anche le attività dei musei, da sempre impegnati a promuovere la cultura, l’arte e la bellezza, anche perché i musei contribuiscono in maniera determinante alla valorizzazione dei territori all’interno dei quali sviluppano la propria attività.

Alla luce di queste premesse, nel territorio bresciano, la Fondazione Ugo Da Como,  la Fondazione Castello di Padernello, la Fondazione Luciano Sorlini hanno deciso di avviare una alleanza virtuosa e proficua per unire le forze e comunicare la loro specialissima resilienza.                           

 

Nessuna preclusione per accogliere altri musei interessati alla proposta. Sino al 31 dicembre 2021, i visitatori che porteranno con sé il biglietto acquistato alla Casa Museo di Ugo Da Como / Rocca di Lonato o al Castello di Padernello o al MarteS di Calvagese della Riviera potranno usufruire dell’ingresso ridotto per la visita alle altre due realtà museali.

La Fondazione lonatese gestisce le proprietà che furono di Ugo Da Como (1869-1941), collocate all’interno di un notevole complesso monumentale che comprende la Rocca di Lonato e la casa-museo del Senatore. Qui ha sede una biblioteca di rarità con oltre 50.000 volumi antichi e rari – tra cui il libro più piccolo al mondo – databili a partire dal XII secolo. La Rocca di Lonato, monumento nazionale dal 1912 è una delle fortezze più estese della Lombardia e all’interno si gode una vista straordinaria sull’intero bacino del Lago di Garda.

La Fondazione Castello di Padernello gestisce il Castello di Padernello in un piccolo borgo della bassa bresciana, frazione del comune di Borgo San Giacomo. Si tratta di un maniero del Quattrocento – dimora della nobile casata dei Martinengo – circondato da un fossato,  che ha attraversato epoche e storie per diventare una villa signorile di cui possiamo godere la bellezza entrando da un ponte levatoio ancora funzionante. Un viaggio nelle diverse epoche: ci si può meravigliare con i soffitti affrescati, con le cucine databili tra il ‘400 e il ‘500, lo scalone settecentesco e molto altro. Qui si racconta la leggenda dalla Dama Bianca, fantasma di Biancamaria Martinengo. Si narra che Biancamaria Martinengo sia morta a 14 anni cadendo dalle mura del maniero per seguire la magia luminosa delle lucciole. Si dice che ogni 10 anni torni nel salone d’onore del Castello di Padernello, vestita di bianco e con in mano un libro d’oro, contenente un segreto.

 

Passeggiando appena fuori dal maniero, a piedi o in bicicletta, si scopre nel bosco il Ponte di San Vigilio, un’opera d’arte in natura composta di legno di castagno da Giuliano Mauri. Il ponte naturale ha fatto riemergere l’antica strada romana che collegava il castello al paese, la quale era stata sommersa dal bosco e che ora è perfettamente integrata in esso.

La Fondazione Sorlini gestisce il MarteS ovvero il Museo d’Arte Sorlini a Calvagese della Riviera (Brescia). All’interno di un tipico palazzo bresciano del Seicento è custodita la straordinaria collezione privata composta dagli oltre 180 dipinti acquisiti, grazie a una grande passione per la pittura antica veneta e veneziana, dall’imprenditore bresciano Luciano Sorlini (1925-2005). La Pinacoteca comprende opere di Tiepolo, Canaletto, Ricci, Rosalba Carriera, Guardi. Non mancano anche opere di Bellini, Bramantino, Savoldo e altri ancora che faranno la gioia dei visitatori.

 

Ricordiamo che:

 

-       la Casa Museo di Ugo Da Como è aperta tutta la settimana, dal lunedì alla Domenica, su prenotazione. Le visite, della durata di 45 minuti, sono sempre guidate e partono ogni ora, dalle 10, con ultima partenza alle ore 17. L’accesso alla Rocca (aperta il sabato e la Domenica e tutti gli altri giorni solo su prenotazione) è invece con visita libera. Il biglietto intero (per la Rocca+Casa di Ugo Da Como e Biblioteca) costa 10 euro, il ridotto per la convenzione in essere costa 8 euro;

 

-       Il Castello di Padernello è aperto dal Martedì alla Domenica. Le visite guidate partono alle ore 10 e alle 15; il sabato alle 10.30, 14.30, 15.30, 16.30; la Domenica alle 10.30, 14.30, 15, 15.30, 16, 16.30, 17, 17.30. Lunedì chiuso. Il biglietto intero è di 7,50 euro, il ridotto per la convenzione in essere costa 5 euro;

 

-       il MarteS è aperto il sabato e la Domenica, su prenotazione. Le visite, della durata di 45 minuti, sono sempre guidate e partono ogni ora, dalle 10, con ultima partenza alle ore 17. Il biglietto intero costa 10 euro, il ridotto per la convenzione in essere costa 8 euro.

 

 Informazioni e contatti:

• Fondazione Ugo Da Como, via Rocca, 2 Lonato del Garda (BS), Tel. 030 9130060, indirizzo email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.  
 

 

• Fondazione Castello di Padernello, via Cavour, 1 Padernello di Borgo San Giacomo (BS)

 

Tel. 030 9408766, indirizzo email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

 

• MarteS – Museo d’arte Sorlini, Piazza Roma, 1 Calvagese della Riviera (BS),Tel. 338 613 7225 – 030 5787631, indirizzo email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

 

 

Salviamo villa Zanardelli a Toscolano. L'inziativa della Fondazione centro studi Toscolano: una lettera aperta inidirizzata al presidente Mattarella e altri.

 

Al Presidente della Repubblica, on. Sergio Mattarella, al Presidente del Consiglio prof.

 

Giuseppe Conte e al Ministro per i beni e le attività culturali, avv. Dario Franceschini

 

Con questa lettera i firmatari intendono richiamare l’attenzione delle Autorità sulla vicenda che

 

riguarda la sorte della villa Zanardelli, situata sulla sponda bresciana del lago di Garda nel

 

comune di Toscolano-Maderno, dimora storica del grande statista avv. Giuseppe Zanardelli, che

 

vi soggiornò negli ultimi 15 anni della sua vita. La Fondazione, che ne ha attualmente la

 

proprietà, ha deliberato di venderla con la procedura consistente in asta pubblica, al fine di

 

poter svolgere al meglio con il prezzo ricavato i suoi compiti statutari di assistenza sociale,

 

consentendo una migliore sistemazione in strutture più adeguate dell’Anffas che da molti anni

 

occupa la villa ospitando handicappati. Si tratta di un immobile di grande pregio architettonico

 

(opera dell’arch. Tagliaferri) di circa 8.000 mq con un parco di 17.000 mq con olivi, statue di

 

pregio, una vecchia limonaia e con accesso diretto al lago. All’interno ci sono affreschi dell’epoca

 

e quadri attribuiti a Ximenes e a Bertolotti che raccontano i momenti più salienti della vita

 

politica dello statista bresciano. Dai numerosi convegni di studio che hanno posto in rilievo le

 

riforme epocali da lui realizzate come Ministro di Giustizia prima e poi come Presidente del

 

Consiglio, dal codice penale a lui intitolato, al codice di commercio e alla legislazione sul lavoro

 

con l’eliminazione del reato di sciopero, appare un modello di funzione politica svolta al servizio

 

del bene comune. Alcuni libri (ad esempio quello di Giampaolo d’Andrea dedicato al viaggio in

 

Basilicata) e recenti servizi televisivi (Passato e presente a cura di Mieli) hanno messo in rilievo

 

che fra le priorità della sua agenda politica avevano il primo posto quella di promuovere lo

 

sviluppo di un mercato nazionale sostenendo l’imprenditoria italiana e quella di sollevare le

 

condizioni di inferiorità economica delle province meridionali del Regno d’Italia, politica

 

fortemente sostenuta dall’imprenditoria bresciana dell’epoca all’insegna del valore in allora

 

largamente condiviso e dominante dell’Italia Unita.

 

Per non dire dell’alta concezione che Zanardelli aveva dell’avvocatura come professione al

 

servizio dei diritti dei cittadini.

 

Per ricordare la memoria di questo grande liberale l’auspicio dei firmatari della lettera è

 

dunque che la villa che lui aveva fatto costruire per farne la sua dimora sulle rive di un lago da

 

lui molto amato possa rimanere adibita ad un servizio pubblico preferibilmente culturale e che

 

lo Stato o altro ente da questo individuato possa acquisirne la proprietà. L’immobile è stato

 

dichiarato nel 2016 con D.M. di interesse storico-artistico a sensi dell’art. 10 del codice dei beni

 

culturali e quindi è sottoposto a tutte le disposizioni ivi contenute, tra cui quella secondo cui

 

non può essere adibito a usi non compatibili con il carattere storico o artistico e quella secondo

 

cui ogni opera che si voglia eseguire in esso richiede l’autorizzazione del Soprintendente.

 

Le proposte di utilizzo della villa così come è, dopo il necessario restauro, possono essere tante

 

(un museo, la sede di una scuola dell’avvocatura, Centro Studi e altro), ma ciò che conta è che

 

un bene di così alto valore storico non sia sottratto alla Comunità locale e alla cittadinanza

 

bresciana che può vantare un così illustre concittadino che non merita di essere dimenticato e

 

la cui memoria deve trovare una sede che ne assicuri la conoscenza da parte dell’intero nostro

 

Paese. Dobbiamo molto a Giuseppe Zanardelli.

 

Fondazione Centro Studi Toscolano*

 

Il Presidente prof. Giovanna Visintini

 

Aderiscono all’iniziativa:

 

Il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Brescia

 

Il Presidente avv. Fausto Pelizzari

 

Diversi professori universitari, esperti studiosi del ruolo svolto da Giuseppe Zanardelli,

 

menzionati qui di seguito, hanno espresso on line la loro adesione: Guido Alpa, Fulvio

 

Cammarano, Aldo Andrea Cassi, Roberto Chiarini, Gisella De Simone, Riccardo Ferrante, Luigi

 

Maione, Gianni Marongiu, Alberto Martinelli, Sergio Vinciguerra.

 

 

Il cuore resta sul lago di Garda, a Desenzano: la terra dove tutto ha preso forma poco più di un anno fa è viva e pulsante nei nomi, nei loghi e nelle locandine, nei suoi stessi protagonisti. Ma la testa e gli occhi si aprono al mondo, confermando il respiro internazionale della rassegna che per stavolta sarà solo online, in modalità on demand: una decisione sofferta ma inevitabile, definitiva ancora prima del lockdown e dei Dpcm, per senso di responsabilità.

 

Cinque giorni di proiezioni

 

La seconda edizione del Desenzano Film Festival andrà in scena dal 18 al 22 novembre. Cinque giorni di proiezioni in una sorta di prototipo di cinematografia virtuale, nella sua fruizione, ma reale nel contatto – anche a distanza – con gli angoli più remoti del mondo.

 

“Crediamo ancora nell’esperienza collettiva di cinema e teatro – spiega il direttore artistico Matteo Delai – e nell’importanza del coinvolgimento personale nelle arti. Da sempre sosteniamo che l’obiettivo principale di un festival sia quello di creare uno spazio di aggregazione per la comunità: ecco perché speriamo che la digitalizzazione di questo evento sia solo una soluzione temporanea, in questo momento di crisi”.

 

Più di 1.700 corti in preselezione

 

La piattaforma online sarà disponibile per 5 giorni, dal 18 al 22 novembre, con una selezione di cortometraggi e contenuti extra: gli spettatori potranno scegliere con un clic quando, come e dove guardare le proposte del Festival. Il countdown è già partito dalla pagina web dell'evento (desenzanofilmfestival.it/online-streaming).

 

Oggi come ieri, il protagonista sarà il cinema breve: in questi mesi le preselezioni hanno accolto più di 1.700 produzioni, e da tutti i continenti, più del doppio del 2019. Sono quattro le categorie premiate – Cortometraggi internazionali, Cortometraggi italiani, Video-arte e Sceneggiature non ancora realizzate – e 30 i titoli selezionati: per gli amanti delle statistiche, 7 sono italiani (da Milano, Roma, Macerata, Teramo, Trento, oltre che Salò), 5 francesi, 2 da Canada, Cina e Israele, e poi film da Finlandia, Gran Bretagna, India, Nuova Zelanda, Olanda, Polonia, Stati Uniti e Svizzera, oltre a due coproduzioni tra Belgio-Ghana e Italia-Stati Uniti.

 

La giuria e la locandina

 

Ampliata la giuria di qualità: “Quest’anno, con l’ingresso del giovane Stefano Cipani e forti della presenza del maestro Franco Piavoli e del regista Giancarlo Soldi – dice ancora Delai – abbiamo in campo un trittico locale, tre generazioni di registi chiamati a valutare opere italiane e internazionali. Senza dimenticare la presenza dell’attrice romana Ondina Quadri, attualmente impegnata sul set di una regista esordiente”.

 

La locandina porta con sé il movimento di una danza, quanto di un abbraccio, e nasce dall'estro di Alice Zaniboni, illustratrice di Desenzano. “L'idea nasce dalla volontà di celebrare attraverso l'arte ciò che questi tempi non ci permettono – spiega Alice – Alla base di questa edizione sarà cruciale, infatti, il contatto umano”. Stringere i denti, resistere: accettare il sacrificio di parte della nostra libertà individuale, per garantire domani la libertà di tutti.

 

Il cuore batte a Desenzano

 

Il cuore batte a Desenzano: anche quest’anno il Festival è patrocinato e supportato (anche economicamente) dal Comune. “Penso che sia motivo di soddisfazione e orgoglio portare avanti un progetto così bello in un momento così difficile per il cinema e la cultura – il commento dell’assessore alla Cultura Francesca Cerini – Questa seconda edizione, anche se virtuale, è un segno di speranza e di luce nel buio della pandemia. Mi auguro che la manifestazione venga premiata e seguita da un pubblico importante, certi di poterci rivedere l’anno prossimo, dal vivo, per la terza edizione di una rassegna unica nel suo genere”.

 

Il progetto

 

DESENZANO FILM FESTIVAL. Il Desenzano Film Festival nasce attraverso la collaborazione dell'Associazione culturale Sinergetica, attiva sul territorio dal 2014, e il sostegno de Il Varco, casa di produzione e distribuzione cinematografica indipendente di Roma, con il patrocinio del Comune di Desenzano del Garda.

 

SINERGETICA. L'associazione culturale SinergEtica opera sulla sponda bresciana del lago di Garda da ormai cinque anni, con l'intento principale di creare spazi di aggregazione culturale e artistica. Fondata nel 2014 e formalmente riconosciuta nel 2018, l'associazione ha organizzato eventi culturali di rilievo come Fusion Arts, giunto alla sua quinta edizione. Altro settore sensibile è quello delle tematiche ambientali: su tutte si ricordano le Giornate del Verde, evento che raccoglie più di un centinaio di volontari, tra cui bambini delle scuole elementari, nella raccolta di rifiuti nelle aree verdi dei vari paesi.

 

IL VARCO. Il Varco è un editore e produttore indipendente che dal 2014 realizza e produce lavori di giovani artisti italiani. Opera principalmente nell'editoria, nel cinema, organizzazione di eventi, mostre e festival. La squadra lavora di concerto con gli artisti, fornendo competenze differenti che spaziano dalla supervisione all'edizione alla correzione di bozze, dalla grafica pubblicitaria alle campagne di marketing, social media e immagine. Da tre anni Il Varco organizza a Pescara Il Varco International Short Film Festival, definito dalla stampa internazionale come "The indie Festival for the Authors of Tomorrow".

 

Per informazioni

 

+39 333 4395710

 

 

Nessun uomo è un'isola. Questo è il titolo del racconto di una Sirmione silenziosa, immortalata nelle immagini di Cristina Treccani e Antonello Perin (nella foto).

 

Il lockdown raccontato con la forza e con la fermezza della fotografia. Il visitatore vedrà Sirmione come nessuno l'aveva mai vissuta e quei giorni resteranno ancora di più nella memoria grazie al lavoro ideato, sviluppato e realizzato da Antonello Perin e Cristina Treccani. Si tratta di un quadro del territorio della perla del Garda al tempo dell’emergenza Covid19 e del lockdown che ha costretto i cittadini nelle proprie abitazioni per lungo tempo.

“Volevo descrivere con l’immediatezza dell’immagine - racconta Antonello Perin - ciò che tutti abbiamo vissuto sulla nostra pelle come uno schiaffo. Dall’8 marzo al 29 maggio Cristina ed io abbiamo immortalato la quotidianità di Sirmione, molto lontana da quella che eravamo abituati a vivere, una quotidianità fatta di silenzi, pause, spazi vuoti, disperazione, solidarietà e speranza. Volevo che restasse un ricordo e una traccia di quello che stava succedendo. Insieme a Cristina ho scattato quasi 15000 fotografie in questo periodo, ne abbiamo selezionate 145 e abbiamo creato un video fotografico della durata di circa 10 minuti intitolato Nessun uomo è un’isola".

Il video si può vedere al link > https://we.tl/t-YJl3EPPFBP” Gli scatti, allestiti presso l’Hotel Catullo di Sirmione, sono stati inoltre raccolti in un mini book in edizione limitata stampato e numerato, in ricordo di questo particolare e intenso periodo storico.

“Video ed immagini ci riportano con straordinaria immediatezza alle inedite e inimmaginabili difficoltà e sofferenze di quei momenti - è il commento di Luisa Lavelli - ci raccontano della bellezza di Sirmione e ci fanno da monito sulla nostra fragilità, soprattutto ora che l’emergenza sta tornando. Con un grazie immenso a Cristina e ad Antonello”.

Giovanna Gamba

La rassegna, giunta alla diciottesima edizione, si è aperta venerdì con un collegamento da remoto dei numerosi ospiti. In diretta da villa Mazzotti di Chiari sono intervenuti il sindaco Massimo Vizzardi, l’assessore alla Cultura Chiara Facchetti, il direttore artistico della rassegna Daniela Mena e Paolo Festa, presidente dell’associazione L’impronta, che da anni promuove nella città iniziative culturali legate alla diffusione del libro e della lettura. L’evento assume ancora più rilievo dopo che Chiari è stata nominata “Capitale italiana del libro per l’anno 2020” dal Consiglio dei Ministri, su proposta del Mibact.

Pur colpita dalle restrizioni dovute alla pandemia, l’iniziativa ha fatto breccia nel mondo del web, confermando in toto il programma previsto e annunciato nei giorni scorsi. Per rendere onore a Chiari Città del libro 2020, è intervenuto all’evento inaugurale il Ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo Dario Franceschini, che ha rimarcato con entusiasmo la scelta di Chiari quale “Capitale italiana del libro” e l’autorevolezza della proposta culturale testimoniata negli anni dalla Microeditoria. «Questo riconoscimento assegnato alla Città di Chiari – ha dichiarato Franceschini – arriva in un anno complesso e in un territorio fortemente colpito dalla pandemia. Rafforzare il sostegno al settore del libro vuole essere un segnale di forza e speranza, rivolto al futuro, per l’intero settore della cultura. Così come è accaduto per il titolo di “Capitale italiana della cultura”, l’auspicio è che anche questo riconoscimento nazionale possa essere in grado di generare meccanismi virtuosi capaci di sviluppare nuove sinergie e progetti culturali, coinvolgenti e innovativi».

Con lui tutte le rappresentanze delle istituzioni, dall’onorevole Marina Berlinghieri, parlamentare bresciana che ha svolto un ruolo di cerniera fondamentale affinché Chiari potesse godere di questo prestigioso riconoscimento, al Presidente del Centro per il libro e la lettura Mibact Diego Marani, con il suo Direttore Angelo Piero Cappello che precisa come «la Microeditoria sia l'appuntamento più importante per tutelare la cosiddetta ‘bibliodiversità’ e che anche per questi motivi l'intero Consiglio dei Ministri non ha avuto dubbi nell’assegnazione di questo importante riconoscimento». A seguire sono intervenuti Carlo Lombardi, Assessore della Città di Orzinuovi, comune co-promotore dell’evento, e Gabriele Archetti, presidente di Fondazione Cogeme.

“Madre terra” è il filo conduttore che connota questa edizione, con un suggestivo sottotitolo: “Ognuno è ciò di cui si prende cura”. Sono in programma numerosi incontri sul tema, reso ancora più attuale e urgente dalla delicata situazione di questo periodo. Tutti potranno essere seguiti online attraverso il sito www.microeditoria.it o sul canale youtube dedicato. Gli organizzatori comunicano soddisfatti che già dopo una giornata le visualizzazioni sono state migliaia, segno che la nuova formula non ha scoraggiato il pubblico, anzi, ha suscitato un interesse che va via via crescendo.

Giovanna Gamba

Di seguito alcune immagini della serata inaugurale e della giornata di sabato.

Sabato 14 novembre dalle 15 alle 17 la scuola montessoriana (via A. Bagozzi, n° 14/F – Gavardo) apre le porte per una visita virtuale alla casa dei bambini per i genitori dei bambini interessati. Prenotazione obbligatoria.

 

Anche in questi tempi difficili la scuola dell’infanzia Il Sassolino resta aperta e accoglie ogni giorno i bambini da 3 a 6 anni, offrendo un ambiente sicuro e sereno. In un luogo in cui tutto si costruisce attraverso la relazione, alle maestre spiace moltissimo rinunciare all’incontro in presenza con i bambini e i genitori che vogliono conoscere meglio le attività proposte, ma le norme anti-covid non lasciano scelta.

Nasce dunque l’iniziativa di un confronto online per poter almeno cominciare a conoscersi reciprocamente, presentando le iniziative, ma soprattutto il modello pedagogico e didattico alla base della scuola di ispirazione montessoriana. Per iscriversi all’open day on line basta accedere al seguente link: https://tinyurl.com/openday14nov20.

Per maggiori informazioni si può contattare la coordinatrice Annalisa Schirato: cell. 333.8015096, tel. 0365.34729; mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

30 ottobre 1779. Un giorno che ha segnato per sempre la comunità di Bagolino. Allora un terribile incendio, partito probabilmente da un forno nella zona delle fucine, distrugge oltre 600 edifici case e uccide 300 abitanti. Una una tragedia collettiva che ancora oggi viene ricordata  con una cerimonia religiosa venerdì 30 ottobre alle 17 presieduta da parroco Don Paolo Morbio e con il solenne suono della campana a martello questa sera alle 22. In realtà per ricordare l'anniversario, la comunità bagossa aveva organizzato grazie alla  Parrocchia e alle Pro Loco una lettura scenica. L'emergenza covid ha fermato questa serata ma non la partecipazione dei cittadini di Bagolino profondamente attaccati alla loro terra. Sospesa anche la processione tradizionale alla Santella delle povere anime che sorge all'inizio del paese in ricordo delle vittime della peste. A ricordare ai bagolinesi quanto accaduto due secoli e mezzo fa non mancherà comunque la messa delle 17 e soprattutto i rintocchi tristi e solenni  del campanone di venerdì sera.

 

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