Terremoti, inondazioni, frane e slavine, incendi devastanti sono situazioni estreme, non certo auspicabili, ma sono davvero così improbabili? Lo studio dell’ambiente e le cronache dei giornali dimostrano, purtroppo, esattamente il contrario: questi fenomeni estremi sono sempre più frequenti e altamente impattanti.  Cosa fare in caso di evento calamitoso? Come comportarsi avendo atteggiamenti virtuosi? Prepararsi alla gestione dell’emergenza è un obbligo della Protezione Civile, inoltre per chi gestisce le Pubbliche Amministrazioni e in particolare nel caso della Comunità Montana di Valle Sabbia, è un preciso punto del programma di governo del territorio, come spiega il Presidente Giovanmaria Flocchini: “L’emergenza coglie sempre all’improvviso, riducendo i tempi di reazione. Per questo motivo ci siamo dotati di documenti e mappe di logistica che aiutino, nella frenesia del momento, a gestire con lucidità e raziocinio ciò che serve per mettere in sicurezza la popolazione. Un progetto complesso, ma di grande valore che speriamo resti sempre soltanto potenziale”.

Un efficace servizio di Protezione Civile deve ovviamente garantire mediante i propri operatori la massima efficienza nelle operazioni di soccorso, monitoraggio e prevenzione degli eventi calamitosi, ma per ottenere tutto ciò è necessario in primis che si possa basare su procedure e dati il più aggiornati possibile.

“Per proteggere concretamente la vita dei cittadini e il patrimonio delle comunità, non bisogna puntare solo su soccorsi tempestivi, ma occorre dedicare energie e risorse importanti alla previsione e alla prevenzione delle calamità” precisa Giambattista Guerra, Presidente di Aggregazione di Protezione Civile CMVS,  pertanto all’interno del territorio valsabbino per ciascun comune è stata effettuata una ricerca delle varie tipologie di strutture atte a espletare il ruolo di “struttura strategica” nel momento dell’emergenza: alberghi, ambulatori, auditorium, biblioteche, capannoni e magazzini comunali, case di riposo, depositi e distributori di carburanti, farmacie, oratori, ospedali, palestre, sale comunali, sedi di associazioni, scuole.

La struttura che ha redatto i Piani di emergenza è Secoval, il cui Amministratore Unico, Flavio Gnecchi precisa: “Abbiamo realizzato Piani personalizzati, analizzando il territorio e individuando procedure operative per affrontare con linearità situazioni estreme, ovviamente tenendo conto delle normative di riferimento, decreti ministeriali, Leggi nazionali e regionali e circolari, ma ispirandosi al cosiddetto Metodo Augustus che detta le principali caratteristiche a cui si devono attenere i PE ed i relativi aggiornamenti. Un progetto non semplice e con molteplici sfaccettature, ma ora il manuale dell’emergenza è pronto, aggiornatissimo ed è in consegna a ciascun Municipio”. Dal punto di vista operativo in ogni Comune della Valle Sabbia sono state individuate le Aree di Emergenza che si differenziano in base alla loro funzione e comprendono le aree di attesa (luoghi “sicuri” in cui la popolazione si raccoglie in occasione di evacuazioni preventive o successive al verificarsi di un evento calamitoso in attesa di ritornare nelle proprie abitazioni o di essere ricollocati), le aree di accoglienza/ricovero (aree in cui verrà sistemata la popolazione costretta ad abbandonare la propria casa, per periodi più o meno lunghi) e le aree di raduno dei soccorritori (aree che fungono da base logistica). Accanto a queste sono state individuate le strutture strategiche (sedi istituzionali; sedi di forza dell’ordine, vigili del fuoco e volontari), le sedi di gestione dell’emergenza (presidi sanitari) e quelle di stoccaggio materiali (magazzini comunali).

Il continuo aggiornamento delle procedure di emergenza, indispensabili per far sì che al momento del bisogno tutti coloro che devono intervenire sappiano già cosa fare e come farlo, lo scambio regolare di informazioni tra tutti i livelli del sistema, le attività di formazione del personale e le esercitazioni di tutte le componenti che intervengono nella protezione civile, il potenziamento dei mezzi tecnici a disposizione, la verifica di aree e strutture di emergenza consentono di tenere “vivo” il piano, in modo da renderlo funzionale e operativo nel momento della necessità.

A questo proposito il responsabile ICT di Secoval, Davide Lauro puntualizza: “Abbiamo sviluppato uno studio parcellizzato di ciascun’area, considerando limiti e opportunità, vantaggi e debolezze. Una sorta di evoluta e raffinata analisi SWOT del territorio basata su parametri previsti dalle varie normative e dal buon senso, ma che è stata possibile anche grazie alla tecnologia della quale è dotata Secoval”.

I singoli PE sono codificati anche secondo i vari livelli di allarme con colori differenti che indicano criticità assente (verde), ma per crescere di livello arrivando al rosso (attraverso giallo e arancione) e con soluzioni differenziate a seconda della tipologia di emergenza.