L’idea, nata più di un anno fa dall’architetto Sergio Di Martino, è stata proposta come concorso per studenti di Ingegneria Architettura che si sono quindi messi in gioco, ideando e progettando archi celebrativi della Mille Miglia da collocare nell’area dei giardini di Viale Venezia.

Presenti alla manifestazione il sindaco di Brescia Emilio del Bono, il Rettore dell’Università Sergio Pecorelli, il vicesindaco Laura Castelletti, Il direttore DICATAM Giovanni Plizzari, le docenti Ivana Passamani e Olivia Longo, il presidente di Io Amo Brescia Perché Aldo Coen e l’ideatore Sergio Di Martino.

Caloroso è stato il benvenuto da parte del Rettore Pecorelli che ha sottolineato la capacità degli studenti nella creazione di qualcosa inerente a una manifestazione nata ben prima di loro, quindi antica: La Mille Miglia; di quanto le menti giovani, già formate nella plasticità del cervello, siano state pronte a ricevere stimoli dalla creatività e conclude: “La Mille Miglia è una corsa che eleva coloro che danno una spinta al progresso”.

Le idee non nascono mai per caso, così la scintilla che ha acceso l’intuizione di Sergio Di Martino parte da lontano, dagli anni cinquanta, quando il padre lo portava a vedere la Corsa più bella del mondo, tra luci di notte e odori forti del carburante all’olio di ricino. Immagini così radicate da pensare che Brescia meritasse un simbolo a fare da catalizzatore tutto l’anno, qualcosa che potesse ricordare la corsa ai visitatori in entrata a Brescia. E cosa se non Arco, simbolo che lancia una freccia verso la Mille Miglia? Di Martino è soddisfatto dell’approvazione che ha avuto dall’ing. Coen e subito dopo dal Sindaco, dall’ACI e dall’Università, in un lavoro sinergico, ma soprattutto, dice “Ringrazio i giovani che con la loro mente hanno dato corpo all’idea”.

Concorda il direttore DICATAM Plizzari, che, riferito alla Mille Miglia e alle nuove idee afferma “Il mondo arriva a Brescia e Brescia si apre al mondo” mentre la docente Passamani, che ha seguito gli studenti nella prima fase, quella dell’esplorazione e della conoscenza del territorio, si sofferma sulla simbologia dell’Arco che potrebbe essere pure un ponte tra completezza e creatività e dice: “Sono soddisfatta della voglia di mettersi in gioco da parte degli studenti, realizzando i modelli anche da lontano visto che uno di loro è in Erasmus a Gran Canaria. Credo che questa sia una vittoria corale: dell’Associazione, dei professori e soprattutto degli studenti.” La docente Longo che ha seguito la parte esecutiva dei progetti ha continuato “Abbiamo lanciato una sfida: unire la parte creativa a quella compositiva in un equilibrio perfetto, e questo è avvenuto”

L’intervento del vicesindaco Castelletti è iniziato con due numeri: 450 e 900, rispettivamente auto e iscritti alla corsa alla partenza di quest’anno, super partecipata nonostante il tempo inclemente. E ha continuato, riferita al progetto, dicendo “se da una parte abbiamo un patrimonio storico, dall’altra è straordinario quello umano fatto di persone che hanno saputo coinvolgere altre persone nell’apertura di nuove idee. Essere nella Commissione giudicatrice mi ha emozionata, i progetti erano tutti molto belli, anche se alla fine, l’occhio di tutti è caduto sullo stesso, il vincitore. Speriamo a questo punto di trovare le risorse per vederlo realizzato”

Coen ha iniziato il suo intervento proprio da questo: “La nostra sfida adesso è che il progetto si concretizzi.” Per poi continuare “Questo splendido plastico è un concentrato di simboli: L’Arco a lanciare la freccia, ma ricorda anche il parafango della prima auto che ha vinto la Mille Miglia. Potrebbe diventare una struttura rimovibile, per un progetto allargato, ci stiamo lavorando. ”

Ed è subito passato alla consegna dell’assegno di Mille euro donato da Io Amo Brescia Perché al gruppo vincitore formato dagli studenti: Francesco Eusebi, Marco Pasotti, Vincenzo Pasquariello (presente da Gran Canaria tramite Skype) e Rigert Seneja. Gli studenti, commossi, hanno ringraziato tutti, non dimenticando gli altri studenti, quelli esclusi ma altrettanto volenterosi nel farsi ‘il mazzo’ nell’esecuzione dei loro lavori.

Ida Ferrari

foto: Paola Sugari