Hanno attraversato il cuore dell’Europa durante un interminabile viaggio in cui si sono conosciuti e, cantando, ridendo e raccontandosi, hanno avviato nuove amicizie. E così anche le soste tecniche diventano opportunità di aggregazione per giocare con ragazzi sconosciuti fino a poche ore prima.

Perfino le fermate obbligate alla frontiera diventano occasione di incontro: al confine polacco, per esempio, i ragazzi hanno conosciuto un gruppo di brasiliani con le loro magliette blu preparate per l’occasione. Al piccolo Pedro, il più giovane della compagnia, i bresciani hanno regalato un braccialetto con i colori italiani, il primo dei numerosi oggetti confezionati dai ragazzi da donare ai coetanei che incontreranno in questi giorni, ricevendone in cambio altri provenienti dai vari angoli del mondo.

Nel pomeriggio finalmente il pullman raggiunge Krzeszowice, il paese ospitante. «Mi ha colpito subito la povertà – osserva Alessandro, 16 anni – che non immaginavo così evidente: muri sbrecciati, automobili vecchie per le strade e fili dell’elettricità sospesi tra una casa e l’altra. Si vive nella semplicità. Le persone però sono sorridenti e ci siamo sentiti subito ben accolti». I bedizzolesi dormiranno nella palestra della scuola, altri giovani in diverse strutture messe a disposizione e qualcuno in case private. 

Il paese ospita altri bresciani, con cui i ragazzi si incontreranno nei prossimi giorni. Intanto tutti hanno ritirato il kit del pellegrino in chiesa, che si aggiunge a quello distribuito prima della partenza: la bandiera italiana e la radiolina per ascoltare la traduzione di ogni evento tra gli oggetti portati dalla patria, mentre in quello polacco spiccano lo zaino multiuso e il poncho per ripararsi dalla pioggia. Non mancano la croce del pellegrino né il diario per gli appunti personali o i libretti di preghiere, in un mix pensato per dare ristoro sia al corpo che all’anima.

Giovanna Gamba