Un’altra giornata fitta di appuntamenti, quella di ieri, in cui le esplosioni di entusiasmo hanno lasciato il posto al raccoglimento. Sveglia alle 6, poi il folto gruppo bresciano raggiunge il paese vicino per il secondo incontro di catechesi, questa volta affidato al cardinale Edoardo Menichelli, arcivescovo di Ancona-Osimo. Stesso schema di ieri, con messa finale partecipata e coinvolgente. Il “mandato” del cardinale è di ampio respiro: «Questi giorni hanno posto una miccia nei vostri cuori. Non lasciate che si estingua, ma diffondetela nelle persone che abitano le vostre vite».

«Mi piace moltissimo il fatto che la catechesi sia organizzata riunendo insieme tutti i bresciani – sottolinea Sara, 17 anni – perché alzo gli occhi e ogni tanto vedo un viso conosciuto. Oppure leggo su magliette e felpe i nomi degli istituti della nostra città: Copernico, Pastori, Sraffa… e quindi, pur essendo lontana da casa, mi sento a casa». «Vivere un momento di catechesi e una messa – aggiunge Marta, 21 anni – circondata da ragazzi e ragazze che insieme cantano, ascoltano e comprendono, è un’esperienza totalmente diversa dalla normalità: cambia il cuore, lo riempie e lo accende di una passione nuova».

Subito dopo non si perde tempo e ci si mette in cammino per la via crucis. I ragazzi si immergono nella folla festante e si preparano a seguire l’evento, previsto per le 18, anche se qualcuno si lamenta di essere molto lontano dal palco del papa. Le 14 stazioni della via crucis sono un invito a riflettere su altrettante opere di misericordia e per ogni tappa la croce viene affidata a un’associazione che opera nell’ambito approfondito. Dal punto di vista scenografico, per ogni stazione vengono evocate le scene evangeliche con rappresentazioni teatrali, danze, mimo, evoluzioni in aria, video, gesti simbolici d’effetto, perfino i disegni composti e ricomposti sulla sabbia in tempo reale. «Un’animazione molto emozionante – commenta Beatrice, 16 anni – con effetti speciali stupendi che ci hanno coinvolti e commossi».

Papa Francesco, che in giornata ha visitato in silenzio Auschwitz, si rivolge ai giovani toccando subito il nodo più difficile da sciogliere: perché c’è tanto dolore nel mondo, dov’è Dio quando l’uomo soffre e muore? Non si sottrae, il papa, e ammette che l’uomo non sa rispondere, può solo chiedere a Dio. E il Signore risponde che è in loro e soffre con loro. Così, ricorda che la vita non è solo gioia, anzi, è proprio la croce che dà un senso ai momenti più lieti: «Solo chi percorre la via della croce semina la speranza». Da qui, nasce l’invito alla misericordia, al servizio, perché questo è «il protocollo» su cui saremo giudicati, non certo sulle idee. «Nell’accoglienza dell’emarginato, ferito nel corpo, e del peccatore, ferito nell’anima, si gioca la nostra credibilità di cristiani». Così li ammonisce il papa, che continua: «Se un cristiano non vive per servire, non serve per vivere». Frasi a effetto, semplici e dirette, che colpiscono i ragazzi e restano loro impresse.

«La via crucis con il papa – osserva ancora la ventunenne Marta – è stata una specie di riscaldamento in vista della veglia. Divisi in settori, ogni gruppo ha conquistato il suo pezzo di campo e ha seguito la cerimonia dai grandi schermi. È stata, come ogni celebrazione finora, fuori dall’ordinario. C’è qualcosa di magico nell’atmosfera che si respira in questa GMG: è piena di passione, energia, voglia di fare, amore. Tutta questa Bellezza racconta la fede, che papa Francesco ci invita a vivere. Questa esperienza è portatrice di cambiamento, nell’animo disposto ad accoglierlo».

Alla fine il rientro: cammino, treno, poi ancora un’ora di cammino. Gli ultimi messaggi con le fotografie della giornata arrivano verso le due, mentre i primi di questa mattina – verso le otto – riferiscono di ragazzi già attivi e in movimento. Ma quando dormono questi giovani? Ora sono in viaggio per il Campus Misericordiae, l’enorme spianata a sud di Cracovia dove seguiranno questa sera la grande veglia di preghiera e domattina la messa conclusiva della GMG. Hanno con sé zainetti e sacchi a pelo perché questa notte dormiranno là, sotto le stelle del cielo di Polonia.

Giovanna Gamba