Qualche sera fa l’abbraccio commosso e partecipato della comunità di Prevalle nella Parrocchiale di San Michele alla memoria di Suor Leopoldina Caldera, suora missionaria che si è spenta ad Alessandria d’Egitto dove era approdata nei suoi lunghi ed intensi 70 anni di missione. Nata a Goglione Sotto nel 1921, appena ventenne aveva sentito la chiamata con una vocazione votata alle missioni. Entrata nelle Suore Comboniane a Verona e finita la preparazione, partì appena venticinquenne per il Sudan, terra povera e martoriata ancora oggi da un devastante conflitto religioso e sociale. Là per quasi vent’anni ha svolto la sua opera presso le povere popolazioni Mufoi.

Ricordava suor Leopoldina: «L'ambiente era privo di tutto, non strade, non case, non luce elettrica. Tutti gli abitanti vivevano in capanne di fango e paglia nelle quali albergavano, tranquilli, pure i serpenti. All'imbrunire non si poteva uscire perché leoni, leopardi e altri animali uscivano in caccia di prede per sfamarsi. La gente, primitiva e priva di beni materiali, era ricca di fede. Quasi tutti erano cristiani, molti anche pagani, seguivano il catechismo e corrispondevano con fervore. Con loro ho vissuto gli anni i più belli della mia vita missionaria». Negli anni ’70 aveva lasciato una commovente testimonianza della conversione di una ragazza sudanese accompagnata al Battesimo da una coetanea in una storia degna di un film, vincendo difficoltà e ostacoli di un mondo ostile ai cattolici.

Nel 1964 con l’avvento degli arabi del Nord si impone la religione musulmana e in breve tutti i missionari vengono espulsi dal Paese. Anche Suor Leopoldina deve fuggire in fretta e accompagnata dal fragore delle mitragliatrici. Partì subito per la Palestina, dove ogni giorno andava a raccogliere i bambini poveri per le strade e li conduceva a Betania, offrendo pasti caldi e organizzando progetti di scolarizzazione. Per 10 anni rimane al lavoro in Palestina, altra terra ancora oggi martoriata da conflitti. Suor Leopoldina perfeziona la conoscenza della lingua araba per la quale sarà anche incaricata di opere diplomatiche. Si trasferisce anche in Giordania dove le Comboniane pensavano di aprire una piccola scuola tra i beduini, ma purtroppo, prive di ogni mezzo, dopo 2 anni abbandonano l’idea.

Approda così in Egitto, tra Il Cairo ed Alessandria, dove tra villaggi e scuole ha lavorato tanti anni dedicandosi anche qui a compiti dirigenziali e di contatto con le autorità del Paese. Non abbandona mai, tuttavia, la propensione a rimanere vicina ai più bisognosi ed ai più poveri dei quartieri periferici delle due grandi città egiziane, a stretto contatto con le consorelle che si occupano dei lebbrosi e degli ammalati.

E’ sempre rimasta in contatto con la comunità di Prevalle e con i numerosi parenti della famiglia Caldera. Per un lungo periodo, soprattutto grazie agli Alpini di Prevalle, ha stimolato l’avvio di numerose iniziative a favore delle sue missioni coinvolgendo l’intero paese e soprattutto i giovani. Non ha mai trascurato di far risuonare la sua riconoscenza e la preghiera per la comunità del paese natio.

Sofferente ormai da tempo per un’infermità agli occhi e nei movimenti aveva abbracciato quella che aveva chiamato la sua ultima missione, quella della preghiera, instancabile come è sempre stata la sua attività. Scriveva in una delle sue lettere qualche tempo fa: «Ora mi sto avvicinando al tramonto, a causa dell'età e delle malattie ho dovuto lasciare le attività scolastiche. Passo le mie giornate lavorando nel centralino telefonico, accolgo tanti poveri che ogni giorno bussano alla porta chiedendo aiuto».

Il 12 settembre scorso, la suorina comboniana si è spenta ad Alessandria d’Egitto dove è stata sepolta, ma il ricordo commosso della sua grande opera rimane nel paese che nel 2007 ha voluto un piccolo monumento ai suoi missionari nel parco antistante Palazzo Morani, ai quali si aggiungerà la generosa vita di Suor Leopoldina dedicata all’opera missionaria.

Paolo Catterina