La pioggia continua non ha scoraggiato i ragazzi di terza della scuola secondaria “A. Fleming” di Mazzano, che domenica mattina si sono ritrovati davanti al monumento ai caduti di Ciliverghe per l’alzabandiera e la deposizione della corona di alloro, insieme ai rappresentanti delle istituzioni, delle forze armate e di diverse associazioni del paese. Commoventi le note della Canzone del Piave e dell’inno di Mameli, eseguite dal corpo musicale "P. Lonati", banda diretta dal maestro Francesco Andreoli. Al momento musicale sono seguite le parole del capogruppo degli alpini e la benedizione del parroco, dopo la quale i presenti si sono spostati in chiesa per continuare la cerimonia al riparo dalla pioggia.

A quel punto sono intervenuti i ragazzi delle medie, che hanno letto ai presenti alcuni stralci delle lettere di soldati nati e residenti a Mazzano, Molinetto e Ciliverghe, le tre frazioni che compongono il Comune. La percezione della guerra cambia totalmente quando i protagonisti hanno un volto e un nome, quando i cognomi sono noti e il soldato che scrive è il figlio della tabaccaia o il papà di un bambino che crescerà senza di lui nelle stesse strade dove i giovani di oggi si muovono e si incontrano ogni giorno. La distruzione e il dolore che straziarono i protagonisti, loro malgrado, del conflitto si sono dunque materializzati e la grande storia ha toccato un piccolo paese che, come molti altri, ha pagato un pesante contributo affinché le generazioni successive potessero conoscere la libertà e la democrazia.

Altri alunni hanno inoltre letto poesie di denuncia contro gli orrori della guerra, mentre di seguito ha preso la parola il vicesindaco Alberto Ventura che ha sottolineato l’importanza di non dimenticare il sacrificio di tanti giovani e ricordando che per onorarli nel modo migliore siamo tutti chiamati a vivere il nostro presente con responsabilità e senso civico. La cerimonia si è conclusa con la messa, durante la quale il vicesindaco ha letto la preghiera del soldato a nome di Natale Boletti, classe 1920, reduce pluridecorato e ancora vivace e partecipe, al punto da salire sul presbiterio dopo aver seguito attento e commosso l’intera celebrazione. La stretta di mano tra il 96enne e i 14enni che alla fine l’hanno circondato per salutarlo è stato uno dei momenti più toccanti dell’intera mattinata. Dopo un simile, simbolico passaggio del testimone, ora toccherà a questi ragazzi non dimenticare. 

Giovanna Gamba