(Foto Credit © Cristina Marchini fotografa)

 

Quello che negli anni Ottanta don Ferrari definiva un’utopia, operando però concretamente per realizzarla, da oggi è una felice realtà che testimonia quanto «il coraggio dell’impossibile renda le cose possibili», secondo un’espressione dello stesso don Piero. Non è ancora l’ospedale vero e proprio, ma un centro medico per la prevenzione e la diagnosi precoce del tumore, che agirà in sinergia con i medici di base di Desenzano, riuniti nella cooperativa Medici Insieme, e con Priamo, l’associazione che da anni si prende cura del benessere psico-fisico dei pazienti oncologici.

Dopo la benedizione del vescovo di Verona, mons. Giuseppe Zenti, a tagliare il nastro sono stati don Dario Pedretti, presidente del Laudato sì’, e Fatima Godiño, superiora generale delle francescane del Verbo incarnato, presenti nella struttura per l’assistenza anche spirituale di pazienti e familiari. Il nastro era invece nelle mani di Tecla Cioli di Mamré e Bruno Bonfiglio del Cenacolo, ossia le comunità femminile e maschile fondate da don Piero, come a chiudere il cerchio saldando idealmente passato e futuro.

Tra gli intervenuti, il vicepresidente del Laudato sì’ Roberto Marcelli ha sottolineato l’elemento di novità del progetto, per la effettiva collaborazione tra pubblico e privato appena avviata e per l’autentica sussidiarietà che ha reso possibile la realizzazione della struttura. Un'opera che sorprende, perché portata a termine solo con il sostegno costante dei benefattori, senza alcun finanziamento pubblico. La grande soddisfazione di oggi spinge ancora di più a guardare al futuro, in «una sfida nuova che richiede impegno, umiltà, capacità di accendere relazioni sinergiche e alleanze, di progettare e progredire, senza dissipare alcunché del lascito ideale di don Piero Ferrari». 

A seguire, hanno portato il loro saluto i sindaci dei Comuni in cui sono dislocate le sedi dei centri medici Raphael, i rappresentanti della regione e Carmelo Scarcella, direttore generale dell’ATS di Brescia, oltre a Enzo Galligioni, direttore scientifico degli ambulatori Raphael. La mattinata si è conclusa con la chiamata a raccolta delle sentinelle, quelle persone che negli anni hanno sostenuto con la preghiera e le donazioni l’intero progetto: una delle più anziane e un’altra fra le più giovani hanno portato la loro testimonianza, emozionando i presenti con l'evocazione di una storia nata quasi 50 anni fa che oggi ancora cresce e mostra una solida tenuta. Un buon auspicio per il futuro.

Giovanna Gamba