Giorno 1, 18/09/2017
Avete mai avuto a che fare con l'assistenza di Ryanair? Spero di no, e vi auguro di non averne mai bisogno. È stata un'odissea contattarli quando a due giorni dalla partenza mi hanno eliminato il volo. Non da meno quando mi hanno cancellato il sostituto a quello. Stessa cosa quando stamattina ho dovuto far cambiare i dati della carta di identità, si perché si è strappata e ho dovuto rinnovarla di corsa. E lo zaino poteva mai chiudersi senza problemi? Negativo, nel chiuderlo si rompe pure il bastone che stavo intagliando per il viaggio. In tanti mi han detto di non partire, che erano tutti segnali nefasti premonitori. Ma non credo nei segni, sono più in ottica "il destino è contro di me? Peggio per lui!". Credo che ci capitino un insieme di cose, a volte fortunate altre meno, nel momento esatto che devono capitare. Le attiriamo a noi a mò di calamita perché inconsciamente vogliamo che arrivino, per metterci alla prova, per facilitarci la strada, o per avere una scusa per rinunciare: una sorta di specchio del tuo umore e delle tue necessità. E insomma nulla, son partito! E arrivato in aereoporto ho subito stretto amicizia con altri tre pellegrini, con i quali ho diviso le spese del taxi una volta atterrato a Bordeaux, patria di vini che non ho mai assaggiato e nella lista dell'unesco per il suo centro storico che non ho visto: dovrò tornarci. Dicono che il cammino ti da ciò di cui hai bisogno, e arrivano già i primi segnali: il timore per la solitudine e il dover trovare una soluzione una volta arrivato a bordeaux, viene sostituito da un piacevole viaggio in taxi, parlando continuamente con 3 simpatici pellegrini appena conosciuti ma con i quali c'è subito feeling.
Per fortuna, perché la povera autista francese non parlava altre lingue e se fosse stato per lei sarebbero state due ore di mutismo assoluto. Arriviamo quindi a San Jean Pied De Port, il paesello dal quale parte il Cammino. Nel cercare l'ostello passo in tutte queste viuzze dove si respira un aria strana, poetica, è un misto tra il sentirti catapultato in un racconto medioevale e quel non so che che ti fa capire che sei in Francia: non solo la freddezza delle persone, ma anche quella tipica atmosfera romantica, un po' offuscata. Sistemo lo zaino nella camerata e scopro che alle 22 le porte si chiudono per tutti, senza eccezione alcuna, e le luci si spengono. Parte la corsa per cercare cibo, mangio a stringulú un ottimo hamburger con un botto di patatine e a tre minuti dall'ora X faccio rientro. Mi fiondo in doccia, e poi subito nel letto a pensare e a scrivere un paio di righe mentre già inizio a sentire le prime russate. Non ho avuto il tempo materiale per far foto migliori, e nemmeno quello per andare a ritirare la Credenziale. La sonno non arriva, ma dicono che è una preoccupazione che ti dura si e no una notte, poi la stanchezza prevale e il "cavolo alle 22, neanche il tempo di bermi una cervèza fresca!" non ti preoccupa più. Anche perché le temperature son più da thè caldo coi biscotti, altro che birrozza fresca. Domattina sveglia non troppo presto, l'ufficio per la Credenziale apre alle 7.30. Poi via con la prima tappa, la scalata dei Pirenei fino ad arrivare a Roncisvalle, posto in cui compí le sue gesta l'eroe Orlando e che, insieme a Pamplona, mi attira più di tutti lungo questo cammino. Dicono che sia la tappa più dura, sia perché è la prima e sia perché presenta la salita più impegnativa, seguita da un'orrida discesa spacca tendini, ma con calma si farà. Il viaggio sarà lungo, gli sbalzi d'umore saranno tanti , per ora c'è soltanto un'entusiasta atmosfera gioconda e finché dura me la godo! Chiudo con una frase di uno dei miei film preferiti, "Into the wild": "Nella vita importa non già di essere forti, ma di sentirsi forti. Di essersi misurati almeno una volta, di essersi trovati almeno una volta nella condizione umana più antica, soli davanti alla pietra cieca e sorda, senza altri aiuti che le proprie mani, e la propria testa." Sentitevi forti pellegrini, alla conquista dei Pirenei, yyyyyyyyhaaaaaaaaaa