Vero: non aggiunge nulla di nuovo al panorama della fantascienza (a differenza di Arrival, il film con cui lo stesso regista Villeneuve incantò il Festival di Venezia 2016).

Vero: non è epico e memorabile come il primo, ma quello di Ridley Scott del 1982 giocava su un campo neutro, costruiva un immaginario, sfondava i muri del genere noir “sporcandolo” di fantascienza e mitologia.

Però con un cast eccezionale (e un Ryan Gosling davvero convincente) e una produzione faraonica, Blade Runner 2049 riesce a creare un immaginario memorabile, facendo vivere allo spettatore un’esperienza visiva potentissima e vivida.

Nato come una scommessa, tra lo scetticismo di tutto il mondo del cinema, questo è un film che non ha la pretesa di aggiungere qualcosa al suo antecedente e nemmeno vuole provare a superarlo in altezza: semplicemente il regista Villeneuve ha creato qualcosa di suo, con un taglio autoriale e autorevole, mantenendo tutto quel sottotesto filosofico, religioso e narrativo che già caratterizzava Blade Runner.

L’etica umana nei confronti delle macchine e del creato, la labilità dei confini tra reale e virtuale, l’interrogazione continua sulla natura della vita e i sentimenti (dove anche il sesso è virtuale) sono tutte tematiche che in questo sequel alimentano ancora di più i dubbi e la dimensione filosofica del film del 1982.

Lo stile solenne ed epico del film è totalmente lontano dal rischio che si poteva correre creando un action movie tradizionale e “caciarone”.

Questo fa sì, però, che anche il sequel, come il titolo precedente, permanga nell’ambito di un cinema che non è certo diretto e popolare, ma che si mantiene su un livello superiore, senza però essere di nicchia.

 

Martedì 7 (con replica martedì 14) alle 21.00 sarà la volta di La Corazzata Potemkin, il più famoso dei film non visti.

E che non è affatto una “cagata pazzesca” nonostante questo film sia noto ai più per la battuta di Fantozzi. E che dura soltanto poco più di un’ora, a dispetto dell’immaginario comune che lo vuole come un film infinito.

Serrato, ritmato e strutturato sulle basi delle teorie del “cinepugno”, è il film con cui Ėjzenštejn determina del tutto lo stile del montaggio delle attrazioni.

Partendo dalla rivolta di Odessa del 1905, il regista sovietico vuole raccontare le origini (il seme) della rivoluzione russa.

Film attivista e rivoluzionario (in tutti i sensi: narrativamente, tecnicamente, politicamente) non annoia mai e poggia su una solidissima struttura narrativa che giunge a un finale che lascia un messaggio di fratellanza senza esagerare nella retorica.

 

Il restauro della Cineteca di Bologna porta nelle sale un altro capolavoro di qualità, che sarà accompagnato da un brevissimo documentario di 10 minuti sulla storia produttiva, sui tagli e sui rimaneggiamenti che questo film ha subìto nel corso della sua storia.

Imperdibile e necessario nel bagaglio di ogni amante del cinema.

Mercoledì 8 novembre alle ore 20.30 avrà inizio la rassegna con cineforum e incontri sulle tematiche sensibili, promossa da Cooperativa Area e dalle Politiche sociali del Comune di Vestone e della Comunità Montana di Vallesabbia.

Si parte con la tematica della sessualità in età adolescenziale e quindi con il film Più buio di mezzanotte, presentato a Cannes nel 2014 e opera prima del regista siciliano Sebastiano Riso.

Il protagonista è un adolescente che vive nella Catania di inizio anni ’80 ed è alle prese con la ricerca della propria identità (non solo sessuale). I contrasti con la famiglia e l’incontro con alcuni personaggi borderline lo porteranno a scoprire nuove frontiere umane e sessuali. Lo spettatore sarà catapultato in un’anonima e crepuscolare periferia dove i confini morali, etici e umani sono labili.

Ma Più buio di mezzanotte si rivela un piccolo capolavoro di delicatezza e umanità.

Interverrà la psicologa Mara Campadelli di coop. Area.

È prevista anche la presenza del regista Sebastiano Riso e del protagonista Davide Cordova, che ha ispirato la storia di questo film e che oggi vive a Roma, facendo tra le altre cose la drag queen, conosciuto col nome d’arte di Fuxia.

A causa della brutale aggressione che Sebastiano ha subito tre settimane fa a Roma, però, la loro presenza è ancora in dubbio: un motivo in più per venire comunque a sostenere il film. Ingresso gratuito.

 Concluderà il ‘weekend lungo una settimana’ lo spettacolo teatrale di venerdì 10 alle 21.00, “La ùs dé la cosciensa” quando Bruno Noris leggerà le poesie dialettali di Angelo Canossi con accompagnamento musicale di fisarmonica e contrabbasso.

Ricapitolando:

sabato, domenica, lunedì, ore 21.00: Blade runner 2049

martedì 7, ore 21.00: La Corazzata Potemkin

mercoledì 8, ore 21.00: Più buio di mezzanotte, cineforum, dibattito e ospiti

venerdì 10, ore 21.00: lettura musicata delle poesie dialettali di Angelo Canossi.

[Altri appuntamenti della rassegna, su cui vi aggiorneremo mano a mano:

-mercoledì 15 serata dedicata al Cyber-Bullismo con l’intervento del poliziotto Domenico Geracitano, da anni in prima fila nella lotta a questa piaga e ora anche autore di un libro;

-venerdì 24 serata teatrale con lo spettacolo “U Parrinu - La mia vita con Padre Pino Puglisi”

-mercoledì 29 serata su droghe e dipendenze col film Non essere cattivo e l’intervento di uno psicologo.]

 

Nicola Nimi Cargnoni