“Realizzare il Servizio di emodinamica a Gavardo – prosegue Massardi – è una questione assolutamente prioritaria, una richiesta corale da parte dei sindaci e dei residenti, non soltanto di Gavardo ma dell’intera Val Sabbia e dell'alto Garda.

Invito quindi il Direttore Scarcella a fare davvero gli interessi di tutto il territorio servito dall’Asst del Garda, impegnandosi per fare in modo che non ci siano più pazienti di serie A e di serie B. Le obiezioni circa il numero dei servizi attualmente presenti nell’Ats di Brescia non tengono conto delle peculiarità di un’area montana come quella valsabbina e l'Alto Garda, della sua grande estensione e delle difficoltà logistiche legate agli spostamenti. Se il problema è legato ai numeri allora nessuno ci vieta una riorganizzazione più assennata della situazione attuale, dove ci sono privati accreditati che fanno soldi e intere zone completamente scoperte.

Bisogna puntualizzare inoltre come la Val Sabbia e l'Alto Garda siano l’unica porzione della provincia di Brescia che al momento non hanno a disposizione, in termini di prossimità, un servizio fondamentale per salvare la vita delle persone. Nei casi in questione infatti la tempistica e la velocità d’intervento risultano fattori essenziali e determinanti per garantire al malato le cure e i trattamenti adeguati. Allo stato attuale infatti i tempi di percorrenza, specie per chi risiede in alta valle risultano troppo lunghi, con rischi molto gravi legati alla sopravvivenza stessa, rischi che una sanità come quella lombarda non può e non deve permettersi.

Mi sono già attivato presso l’Assessore al Welfare Gallera per chiarire la questione in modo definitivo e per difendere gli interessi del nostro territorio. La salute dei cittadini è un tema su cui non si può scendere a compromessi e la sanità montana, che vanta caratteristiche ben diverse rispetto a quella della pianura, va trattata in quanto tale. Non è accettabile – conclude Massardi – che con 18 miliardi di euro spesi per la Sanità in Lombardia, in Val Sabbia e nell’Alto Garda si rischi di morire per un impianto di stent coronarico da 2.000 euro.”