Nel terzo trimestre del 2020, la variazione rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente della produzione delle imprese manifatturiere bresciane è risultata pari a -14,0%(tendenziale), dopo il dato fortemente negativo del secondo trimestre (-25,7%). Nel periodo estivo, l’attività in sostanza recupera quanto perso nel secondo trimestre dell’anno, ma rimane sotto il livello pre-Covid. L’evoluzione complessiva è la sintesi di dati aziendali fortemente eterogenei.A evidenziarlo è l’indagine congiunturale del Centro Studi di Confindustria Brescia al terzo trimestre 2020.La dinamica dei mesi estivi risente principalmente del sostegno della domanda interna, a fronte di una domanda estera che procede in maniera incerta. La fiducia degli imprenditori manifatturieri ha mostrato qualche segnale positivo, ma il peggioramento della crisi sanitaria e i crescenti timori sulle prospettive di una soluzione in tempi brevi accentuano i rischi sul consolidamento della ripresa nei prossimi mesi.

 

Nel dettaglio, la produzione industriale evidenzia un aumento sul trimestre precedentedi +10,6%(congiunturale).Dopo aver toccato i minimi storici nel trimestre scorso, i livelli produttivi realizzano un recupero; la distanza dal picco di attività pre-crisi (primo trimestre 2008) risulta pari a -33,4%.Le previsioni a breve terminedelle imprese –che non incorporanotuttaviai fatti intervenuti nei mesi di ottobre e novembre, tra cuiil riacutizzarsi della pandemia e l’entrata in vigore dei nuovi DPCM emanati dal Governo (del 24/10 e del 3/11)–sonomoderatamente positive: le aziende che stimano un miglioramento della situazione nei prossimi tre mesi sono il 33%. Quelle che prevedono di mantenere i livelli attuali sono il 42%, mentre il 25% stima un calo dell’attività. In generale, la crescente incertezza su tempi e modi di uscita dall’emergenza sanitaria allontanacomunquela ripresa: frena i consumi privati e gli investimenti delle imprese, mentre le esportazioni nei prossimi mesi rischiano di subire pesanti contraccolpi dalle chiusure messe in atto anche negli altri paesi. ▪La disaggregazione della variazione della produzione per classi dimensionali mostra incrementi superiori alla media nelle grandi imprese (+37,4%) e uguali alla media nelle piccole (+10,6%). La produzione è cresciuta meno della media nelle micro imprese (+1,1%) e nelle medie (+8,1%). ▪Con riferimento alla dinamica congiunturale per settore, l’attività produttiva è aumentata: oltre la media nel comparto della meccanica (+13,4%); sotto la media nell’alimentare (+1,4%), chimico, gomma, plastica (+6,9%), legno e minerali non metalliferi(+2,2%), metallurgia (+9,5%), sistema moda (+8,5%). ▪Il tasso diutilizzo della capacità produttiva, che si è attestato al 73%, è aumentato nei confronti della rilevazione precedente (62%) e risulta inferiore a quello del terzo trimestre del 2019 (75%).▪Le vendite sul mercato italianosono aumentate per il 42% delle imprese, rimaste invariate per il 24% e diminuite per il 34%. Le vendite verso i Paesi comunitari sono cresciute per il 43% degli operatori, calate per il 27% e rimaste stabili per il 30%; quelle verso i Paesi extra UE sono aumentate per il 34%, diminuite per il 32% e rimaste invariate per il 34% del campione.▪I consumi energeticisono cresciuti per il 49% degli operatori, con una variazione media di +7,4%. Le giacenze di prodotti finitisono ritenute adeguate alle necessità aziendali dall’81% delle imprese; le scorte di materie prime sono giudicate normali dall’83% del campione.▪I costi di acquisto delle materie prime sono cresciuti per il 25% delle imprese, con un incremento medio dello0,7%. I prezzi di vendita dei prodotti finiti sono calati per il 20% degli operatori, per una variazione media pari a -0,4%. ▪Tra i fattori che limitano la produzione, le aziende hanno segnalato: per il 53% la domanda insufficiente a causa del Covid-19 e/o la temporanea chiusura degli impianti durante la fase di lockdown; per il 4% la scarsità di manodopera; per il 3% la scarsità di materie prime/macchinari; per il 23% nessuno.▪Le aspettative a breve termine appaiono moderatamente positive. La produzione èprevista in aumento da 33 imprese su 100, stabile dal 42% e in calo dal rimanente 25%. I comparti attesi in crescita sono: alimentare, chimico, gomma, plastica, legno e minerali non metalliferi, metallurgia e sistema moda. La produzione è prevista sostanzialmente stabile nella meccanica.

 

▪Gli ordini provenienti dal mercato interno sono in diminuzione per il 34% degli operatori, stabili per il 37% e in aumento per il 29%; quelli dai Paesi UE sono in calo per il 24% degli operatori del campione, invariati per il 55% e in crescita per il 21%; quelli provenienti dai mercati extracomunitari sono in aumento per il 21% delle imprese, stabili per il 60% e in calo per il 19%. L’Indagine viene effettuata trimestralmente su un panel di 250 imprese associate appartenenti al settore manifatturiero