Nel giorno in cui si ricordano le vittime della violenza di genere, la Polizia di Stato rinnova l'impegno a sostenere concretamente le donne in difficoltà e rilancia la campagna permanente #questononèamore.

 

Non credere che sia colpa tua, non sei sola. Se ti ricatta … non è amore. Se minaccia te o i tuoi figli … non è amore. Se ti isola, umilia, offende …non è amore. Se ti perseguita con mail e sms ossessivi ….non è amore. Se ti prende con violenza quando non vuoi … non è amore. Se ti chiede “l’ultimo appuntamento” …non è amore. Se ti uccide …non è amore.

Gli appuntamenti per celebrare la giornata saranno tutti di carattere visrtuale a causa dell'emergenza sanitaria, ma resta comunque forte la volontà di rompere l’isolamento e il dolore delle vittime di questa violenza, offrendo il supporto di un’equipe di operatori specializzati, in prevalenza composta da donne. In questa lotta il problema più grande è però di tipo culturale: senza la promozione di una nuova cultura di genere, infatti, le donne non riusciranno a vincere la paura e rompere l'isolamento, trovando il coraggio di denunciare, per sconfiggere questo male terribile.

Sul fronte della prevenzione, la Questura comunica che si è rivelato efficace il provvedimento di ammonimento del questore: nell’arco di quest’ultimo anno, a fronte di 112 richieste (109 donne 3 uomini) delle quali 25 respinte per mancanza di presupposti, sono stati emessi nella provincia di Brescia 18 Ammonimenti. L'età media delle donne che hanno richiesto tali provvedimenti è 40 anni e la maggior parte di loro è sposata con figli. Dal punto di vista geografico, le richieste di intervento sono equamente suddivise su tutto il territorio bresciano, mentre a proposito della nazionalità quasi tutte le segnalazioni giungono da donne italiane.

Sempre nell'ultimo anno, la Squadra Mobile di Brescia ha svolto attività in relazione a 117 casi per quanto concerne la legge che ha istituito il cosiddetto “Codice Rosso”. Durante lo stesso periodo, ha eseguito 9 misure cautelari in carcere e 2 ai domiciliari, oltre a 5 divieti di avvicinamento e 2 allontanamenti dalla casa famiglia.

(Nella foto, la panchina rossa posta presso il municipio di Bedizzole all'indomani del ritrovamento di Francesca Fantoni, barbaramente uccisa nel gennaio scorso)