Venerdì 29 gennaio alle 20:45 il gruppo si esibirà a For Art (Brescia, via Casazza 34) nell’ambito delle iniziative per celebrare la giornata della memoria. Ingresso a offerta libera.

Chi li conosce, magari per averli visti e ascoltati anche solo una volta, sa bene che la musica dei Klezmorim non è solo un piacevole diversivo per trascorrere la serata: l’intensità delle emozioni che riescono a suscitare nello spettatore è notevole e ogni volta il miracolo si rinnova. Il pubblico si affida alle loro voci e ai loro strumenti per lasciarsi trasportare nella cultura di un popolo, avvicinato attraverso i musicanti che lo accompagnavano. Il gruppo prende infatti il nome (da klez, strumento, e zemer, canzone) dai cantori ebrei dell’Europa orientale che scandivano con la loro musica i momenti salienti della vita delle comunità: non c’era matrimonio o festa religiosa senza che si esibissero e talvolta li si ritrovava a cantare anche nei cortili e nelle osterie per qualche spicciolo o un po’ di cibo.

Nati nel 2000, i Klezmorim vantano oltre cento concerti e collaborazioni di pregio, come quella con Moni Ovadia nel 2007. In questi anni si sono via via affinati nella conoscenza di un genere musicale affascinante e difficile e ne hanno colto l’impressionante ricchezza, guidati dalla sensibilità di Rolando Anni, studioso attento a ogni sfumatura nel portare alla luce una storia - quella degli ebrei di Polonia, Ucraina, Lituania e Russia - altrimenti perduta per sempre. Introdotti da inquadramenti e spiegazioni di Anni, oltre che da letture di testi letterari, i ragazzi del gruppo propongono canti religiosi e profani che toccano tutte le corde del vivere: gioie, dolori, speranze, paure, pensieri e preghiere si intrecciano e danno vita a un percorso affascinante, che pare condurre lontano, ma in realtà è molto vicino perché ci coinvolge nella nostra umanità.

Il concerto di venerdì sarà fonte, tra l’altro, di suggestioni aggiunte perché in scena suonerà uno strumento speciale, il “violino della Shoah”, appartenuto a due fratelli ebrei internati ad Auschwitz. In esposizione al Museo civico di Cremona e unico al mondo per la stella di Davide in madreperla intarsiata nella cassa, il violino fa parte della collezione privata dell’ingegner Carlo Alberto Carutti, che lo ha messo a disposizione per la serata. Un evento eccezionale, vale la pena parteciparvi.

Giovanna Gamba

Nelle foto sotto, l'ingegner Carlo Alberto Carutti, classe 1923, che ha portato personalmente il violino a Brescia e lo strumento con la stella di Davide.