Cronaca

Un poliziotto fuori servizio è intervenuto prontamente per evitare che esplodesse la bombola del gas e ha aiutato una donna e la sua bambina, ustionate, in attesa dell'arrivo dei sanitari.

 

Il giorno di ferragosto, intorno alle 13.30, un poliziotto del Commissariato di Desenzano del Garda - libero dal servizio - veniva attirato dalle urla che provenivano dall’esterno della sua abitazione, situata in via Don Pietro Gialdi. L’agente immediatamente usciva da casa, notando del fumo nero provenire dalla parte destra del suo appartamento, e successivamente constatava che nel giardino confinante vi erano delle fiamme sia per terra che su un fornello a gas.

Tempestivamente l’agente allertava il 112 per segnalare quanto stava accadendo. In attesa dei soccorsi, e senza perdere tempo, riusciva ad adoperarsi per spegnere il fuoco, gettando dei secchi d’acqua e poi, con non poche difficoltà, a chiudere il fornello e la bombola del gas prima che la stessa esplodesse.

Una volta messa in sicurezza l’area coinvolta, si portava verso la piscina del residence per dare manforte ai vicini i quali in quel momento erano intenti a prestare soccorso a una donna e a una bambina, che si erano ustionate. In attesa dell’arrivo dell’ambulanza, il poliziotto contattava telefonicamente il 118 per ricevere le corrette linee guida da adottare.

Da lì a poco giungevano gli operatori sanitari che trasportavano mamma e figlia presso gli Spedali Civili di Brescia.

Sfondato il muro delle 100.000 inoculazioni nel centro vaccinale di Gavardo, che ha funzionato tutti i giorni dall'apertura del 24 febbraio scorso.

 

Il centro ha riposato solo nella giornata di ieri, domenica 1 agosto, dopo aver lavorato ininterrottamente per oltre quattro mesi e aver raggiunto il record di 1450 persone vaccinate al giorno, che è un numero limite per le potenzialità dell'hub gavardese. 

Il sindaco Davide Comaglio in una nota ha fornito anche i dati della popolazione di Gavardo: su 10.612 abitanti vaccinabili, 7.592 sono i vaccinati alla prima dose (71,54%), mentre 5.537 risultano i vaccinati che hanno ricevuto entrambe le dosi (52,17%).

"Posso assicurare - afferma Comaglio - che nel centro vaccinale di Gavardo sono stati sei mesi di durissimo lavoro e grande sacrificio per il personale sanitario e i volontari, che hanno sempre operato in modo da poter garantire un servizio ottimale. Il merito è tutto e solo loro!". 

Una petizione per chiedere giustizia per Umberto e Greta (uccisi il 19 giugno scorso da un motoscafo guidato da due tedeschi che sono tornati nel loro paese) è stata lanciata in questi giorni dal lago di Garda e viene firmata da moltissime persone in queste ore. E’ indirizzata al presidente della repubblica Sergio Mattarella. Nei giorni scorsi si è costituito uno dei due tedeschi che si trovavano sul motoscafo.

 

https://www.change.org/p/sergio-mattarella-giustizia-per-umberto-e-greta

 

 

 

L'obbligo della revisione periodica delle autovetture, autocaravan, motoveicoli e dei veicoli per trasporto cose al di sotto delle 3,5 tonnellate è un adempimento che deve avvenire allo scadere dei 4 anni per i veicoli di nuova immatricolazione e poi successivamente ogni 2 anni. Anche gli automezzi datati, dunque, vengono sottoposti a revisione, ma se le condizioni di efficienza e funzionamento dei veicoli, stabilite secondo una dettagliata lista di controlli, non sono garantite, il veicolo non può ottenere l'esito della revisione regolare.  

Sembrava essere andata bene ad un 73enne delle Pertiche che nei giorni scorsi si è recato ad un Centro di Revisioni della Vallesabbia con la sua autovettura di ben 24 anni . Tuttavia, le condizioni di grave ammaloramento della carrozzeria, soprattutto la scocca interessata da notevole aree di ruggine perforante, non avrebbero consentito di ottenere positivamente la revisione dell'automezzo. L'anziano valsabbino è invece ripartito dal Centro Revisioni con una certificazione di esito regolare. 

La vicenda non è passata inosservata alla Polizia Provinciale di Brescia che ha effettuato un controllo presso il Centro Revisioni. Il fascicolo delle verifiche tecniche è stato quindi sequestrato ed il titolare del Centro, oltre all'Ispettore Tecnico, sono stati denunciati in stato di libertà per ipotesi di reato di falsità in atti. Le revisioni periodiche dei veicoli svolte presso i Centri di Revisione sparsi sul territorio della Provincia sono un servizio molto importante: < La revisione dei veicoli è disciplinata da norme di diritto pubblico > spiega il Comandante della Provinciale Claudio Porretti che sta conducendo gli accertamenti con il Vicecommissario Roberto Vassalini e gli agenti di Brescia, < Chi compie queste attività svolge funzioni tipiche di un pubblico ufficiale ed è importante, per la sicurezza di tutti, che gli accertamenti delle revisioni vengano effettuati con scrupolo e responsabilità > conclude il Comandante.

Il proprietario della vecchia autovettura dovrà invece recarsi a Brescia presso la Motorizzazione Civile per sostenere, questa volta si, un’accurata revisione straordinaria richiesta dalla Polizia Provinciale che, in questi giorni è anche alle prese con un caso di smaltimento illegale di rifiuti da demolizione. I controlli stradali sulla provinciale del Caffaro hanno infatti permesso di intercettare un autoarticolato che trasportava irregolarmente lastre di fibrocemento provenienti dal Trentino e destinate ad una cava della bassa bresciana per essere smaltite. Il mezzo ed il carico sono stati posti sotto sequestro dalla provinciale ed i titolari della ditta di trasporto sono stati denunciati, mentre sono in corso le indagini e l’esito delle campionature sui rifiuti condotte dall’Arpa di Brescia. 

 

Basta lattine e bottigliette per strada. Il Sindaco di Desenzano Guido Malinverno ha emanato un provvedimento nel quale, a seguito di numerose considerazioni sotto riportate, impone limitazioni al consumo, alla detenzione e alla vendita d'asporto di bevande in vetro o lattine nei week end compresi tra il 16 luglio e il 29 agosto 2021 sul territorio comunale.

Leggi tutto...

Nell’ambito delle attività di contrasto alla diffusione epidemiologica da Covid-19, gli Agenti della Divisione Amministrativa, nella notte di sabato 11 luglio, hanno sanzionato il proprietario della Discoteca Paradiso e contestualmente chiuso il locale per 5 giorni. Questo il comunicato della Questura.

Il controllo ha permesso di verificare che, all’interno del locale, vi era la presenza di oltre 500 persone che ballavano nella sala interna non rispettando alcun distanziamento ed erano prive di disposizioni di protezione delle vie respiratorie.

Quindi, per il proprietario della discoteca, è scattata la sanzione amministrativa, per aver permesso l’attività da ballo all’interno del locale, e posti i sigilli al locale.

Quindi gli Agenti hanno proceduto all’applicazione della sanzione accessoria della chiusura provvisoria della discoteca per 5 giorni, trasmettendo i verbali alla locale Prefettura, per quanto di competenza, per valutare l’eventuale chiusura del locale dai 5 ai 30 giorni.

 

 

Balli proibiti in un club di Brescia, perché vietati dalla normativa anti-COVID. Infatti, le disposizioni normative per il contrasto della diffusione dell’epidemia vietano gli assembramenti di persone e i balli all’interno dei locali, prescrivono ancora, in caso di impossibilità di mantenere la distanza interpersonale di sicurezza, l’utilizzo della mascherina di protezione per tutelare la salute dei cittadini e della collettività.

 

Durante i controlli d’iniziativa e sulla base di segnalazioni da parte dei residenti, la scorsa notte, gli agenti della Divisione di Polizia Amministrativa e Sociale della Questura di Brescia, che in una prima fase si sono confusi tra gli avventori, hanno permesso di accertare che molte persone stavano ballando nel locale e di quantificare gli avventori in circa 300 persone. La parte esterna della struttura era stata di fatto adibita a discoteca, con tanto di pista da ballo, con numerose persone intente a ballare, in totale violazione delle restrizioni tuttora vigenti per i locali da ballo.

Nell’immediatezza il gestore del locale è stato sanzionato per le violazioni in materia di Covid-19 e, visto che si stava svolgendo un’attività vietata, in altre parole il ballo, è stata disposta l’immediata chiusura dell’esercizio per cinque giorni.

 

 

Il giovane, un 25enne residente a Villanuova, è stato riconosciuto ieri da un agente della polizia locale valsabbina che lo aveva sanzionato nei giorni scorsi. Per il recidivo le sanzioni saranno ora molto più pesanti.

 

I primi problemi risalgono al 4 luglio scorso: gli agenti avevano contestato all’automobilista il rifiuto di sottoporsi ad accertamenti per verificare se fosse sotto effetto di sostanze stupefacenti. In quel caso gli era stata ritirata la patente, ma dopo tre ore l’uomo era stato trovato ancora alla guida del mezzo appena sequestrato, quindi era scattata una nuova contestazione: guida con patente ritirata.

L’epilogo ieri, quando un agente in borghese - sempre nel territorio di Gavardo - ha riconosciuto lo stesso ragazzo ancora alla guida della macchina sequestrata, che avrebbe dovuto essere ferma in un cortile privato. Incurante del fatto di non avere la patente, il giovane circolava tranquillamente per le vie del paese.

L’agente ha fatto intervenire una pattuglia che lo ha fermato, contestandogli la guida con patente ritirata e recidiva, oltre alla guida di veicolo sottoposto a fermo amministrativo, il che prevede sequestro del mezzo ai fini dell’alienazione. Al giovane è stata inoltre revocata la patente perché stava utilizzando un veicolo sottoposto a fermo amministrativo. L’auto tra l’altro non era neppure sua, ma apparteneva alla compagna che abita in un paese limitrofo a Gavardo.

«In casi di questo tipo – precisa il comandante Fabio Vallini – le sanzioni sono molto pesanti.  La circolazione con veicolo già sottoposto a fermo prevede revoca e alienazione del veicolo stesso, più una sanzione che va da 1988 e 7953 euro. Inoltre, la guida con patente ritirata nel caso di recidiva comporta una sanzione tra i 2050 e gli 8200 euro».

Giovanna Gamba

Sono rimasti otto alveari su 24. Gli altri sono stati rubati all'associazione apicoltori di Brescia al Parco delle Cave a Brescia. Ecco il loro comunicato. Non è la prima volta che gli alveari vengono rubati. Necessario fare la massima attenzione: l'appello agli apicoltori di tutta la provincia.

 

Un oltraggio all’Associazione Apicoltori della provincia di Brescia, al Comune di Brescia che ha accolto le api nel più grande Parco della provincia, alla cittadinanza tutta e ai frequentatori del Parco che credevano in quel progetto e che si erano abituati alla  presenza degli alveari e che stamane presto ci hanno avvisato della loro scomparsa.

Non era quella una postazione privata. Le api erano state posizionate al Parco in virtù di un patto di collaborazione fra Comune e Associazione Apicoltori perché entrambi credevano in quel progetto. Il Comune si impegnava ad ospitare gli alveari all’interno del parco e a dare la sua assistenza e l’Associazione si impegnava a promuovere la conoscenza del mondo delle api presso la popolazione tutta, anche tramite alcune manifestazioni da svolgersi al parco.

Le famiglie di api erano al parco quasi fossero in una vetrina proprio perché il visitatore se ne chiedesse il  perchè e quale fosse il loro ruolo e la loro importanza. Esse ci danno l’80% della nostra alimentazione e con il loro lavoro di impollinazione di piante ed erbe fanno sopravvivere più del 70% della vegetazione contribuendo alla sopravvivenza di molte piante ed erbe ed al mantenimento della biodiversità.

 

Come apicoltori non siamo al parco per noi ma siamo lì per la popolazione. Siamo al Parco solo dallo scorso anno e, nonostante il virus, abbiamo già fatto alcune manifestazioni per la cittadinanza, per piccoli e grandi: la “giornata mondiale delle api” a maggio, “tra le arnie con Matteo” a giugno per ricordare un ragazzo scomparso per tumore e ribadire quanto sia importante salvare le api per proteggere la nostra salute. Stanno passando dall’apiario ragazzi degli oratori e dei centri estivi. Le comuni persone che passano dal parco spesso si fermano incuriosite dalla presenza delle api e ci chiedono molte informazioni. Vorremmo coinvolgere maggiormente in futuro scuole e popolazione con altre manifestazioni promozionali e abbellire lo spazio a noi concesso con molti fiori utili alle api proprio per dimostrare visivamente quanto è importante il rapporto api e fiori.

 

Ricostituiremo l’apiario come era perché siamo lì per un valore simbolico importante e per un servizio pubblico alla cittadinanza tutta.

 

 

 

 

Ha fatto tutto da solo il giovane turista olandese caduto oggi in bicicletta mentre percorreva uno dei sentieri nella zona di  Vesta di Idro. A quanto sembra il ciclista stava percorrendo un sentiero, il 478, che risulta non adatto alle due ruote. Il turista è stato soccorso dai Volontari dell'ambulanza di Vestone. Le sue condizioni non sembrano gravi.

L’incidente risale a qualche giorno fa, ma si è conclusa solo oggi la ricostruzione della dinamica. La Polizia Locale raccomanda la massima prudenza nell’uso di un mezzo che si sta diffondendo sempre più frequentemente sulle nostre strade.

 

Lo scontro era avvenuto il 22 luglio in centro a Paitone, ma si sono conclusi solo oggi gli accertamenti tecnici sul monopattino elettrico coinvolto. Anche la dinamica degli eventi è stata ricostruita dal personale della Polizia Locale di Prevalle-Paitone ed è risultata in linea con le dichiarazioni raccolte dalle persone coinvolte.

Il monopattino elettrico stava percorrendo via Mazzini trasportando un’altra persona oltre al conducente. Giunto all’intersezione con via Colombaro, il conducente non è riuscito ad azionare il freno motore, probabilmente per un mal funzionamento. Il veicolo, dunque, non si è fermato allo STOP e ha tagliato la strada a una Jeep che procedeva regolarmente su via Colombaro.

L’urto tra la parte anteriore dell’autovettura e il fianco dei ragazzi in monopattino è stato inevitabile. I due giovani, entrambi minorenni, sono finiti a terra, mentre l’automobilista ha prestato soccorso e chiamato il numero unico di emergenza. I minori sono stati trasportati presso l’ospedale di Gavardo, con una prognosi di 7 e 15 giorni per le lesioni riportate.

Sul posto sono intervenuti anche gli agenti della polizia locale di Prevalle e Paitone per i rilievi. A questo proposito, il comandante Massimo Zambarda sottolinea quanto sia importante la prudenza quando ci si muove con questo mezzo che attualmente per il codice della strada è considerato veicolo a tutti gli effetti.

«Questa volta – precisa il comandante – le conseguenze sono lievi, ma potevano essere ben peggiori. Bisogna perciò mantenere alta l’attenzione, anche nel nostro territorio, sull’uso sempre maggiore dei veicoli a propulsione elettrica, detti di micromobilità, per i quali il legislatore sta da tempo tentando di varare una corretta normativa. Allo stato attuale preme ricordare che i minori che utilizzano monopattini elettrici devono sempre indossare un idoneo casco protettivo. La guida è consentita solo dopo i 14 anni e il monopattino deve avere velocità massima 20Km/h. Inoltre, non può trasportare passeggeri oltre al conducente ed è vietato anche il trasporto di oggetti ingombranti».

Al momento non è ancora diventato obbligatorio stipulare un’assicurazione per poter circolare, anche se è vivamente consigliato. Infine, nel caso di modifica o maggiorazione delle prestazioni, oltre alla sanzione amministrativa da 100 euro è prevista la confisca del veicolo. Nel caso dei ragazzi di Paitone, tuttavia, la perizia ha confermato che il mezzo non andava sequestrato.

Giovanna Gamba

 

Riceviamo e pubblichiamo.

 

Il comitato Gaia di Gavardo e il comitato Visano Respira sono stati ricevuti in data 30/06 dal Commissario Straordinario nella persona del Prefetto Attilio Visconti in merito alla questione della collettazione del Lago di Garda.

Il Commissario ha illustrato quali sono i termini dell'incarico ricevuto che mira alla tutela del lago di Garda “ e non del Fiume Chiese” come ha tenuto a precisare e ha esposto quali sono le Sue scelte e le Sue intenzioni in merito al come intende procedere nella valutazione delle opzioni che ha indicato esclusivamente nei due studi presentati dall'Università di Brescia per conto del Gestore Acque Bresciane

Questi documenti saranno gli unici due studi di riferimento che verranno presi in considerazione per le Sue valutazioni e queste valutazioni avranno come unico elemento di confronto il tempo di dismissione della condotta sub lacuale tra la sponda bresciana e quella veronese e ha ribadito che da una prima analisi “il progetto di Lonato del Garda si presenta più critico rispetto a questo elemento”

Secondo le affermazioni del Commissario, non esisterebbe nessun documento ufficiale certificato attualmente agli atti che indichi con esattezza la fine vita utile della condotta.

In mancanza di tale documento il Commissario ha ribadito che, a seguito dell’incarico avuto, la responsabilità dell'eventuale problema ambientale causato dal cedimento della condotta verrebbe imputato al non operare con celerità da parte del Commissario.

A seguito di questa affermazione è intervenuto l’Ing Grumi Filippo che, con documenti ufficiali alla mano redatti dal gestore Acque Bresciane, documenti presenti sul sito dell’ente gestore e trasmessi all’Ato come da lettera accompagnatoria, sempre agli atti,  (documento che viene dagli scriventi quindi ritenuto a tutti gli effetti ufficiale), ha evidenziato che l’ente gestore, certifica che la vita utile della condotta sublacuale.

Preliminarmente è stata definita con precisione cosa si intende per “vita utile” di una struttura che non è certo una data di scadenza oltre la quale la condotta collassa ma semplicemente un termine indicativo oltre il quale ogni struttura, in questo caso la condotta sub lacuale necessità di manutenzioni straordinarie particolarmente onerose che ne consigliano la dismissione e la sostituzione.

Nella documentazione, agli atti, la vita utile della condotta  è certificata dal gestore che  ha indicato nel progetto la data installazione della condotta nel 1985 con una vita utile minima di 40 anni e massima di 50 portando la vita utile al 2035, a 14 anni da oggi.

Si evince che la tenuta in sicurezza della condotta sublacuale è indifferente rispetto all'esecuzione di uno o dell'altro progetto ed è perfino superiore alla durata del progetto veronese ed appare del tutto evidente che la fretta relativa alla dismissione della sublacuale non è giustificata dalla vita nominale della stessa.

Il Commissario ha ribadito che non ritiene tale documento sufficiente da esimerlo da eventuali responsabilità in quanto non fatto proprio dal Ministero o Università (e ci chiediamo come mai è stato impedito che fosse portato in Cabina di Regia).

Su questo punto non c'è stata possibilità di un punto d'accordo.

In merito alla collaborazione documentale che i due tecnici volevano fornire al Commissario per fornirgli ulteriori elementi di valutazione che lo agevolassero nella scelta migliore nel rispetto dell’incarico ricevuto, documenti che illustravano la possibilità tecnica di dimezzare i tempi della dismissione della condotta sublacuale, partendo proprio dalla documentazione integrativa prodotta da Acque Bresciane su incarico della Cabina di Regia, il Commissario ha dichiarato che non era interessato a prendere visione di questa proposta in quanto non portata avanti da un ente universitario istituzionalmente riconosciuto e pertanto i due tecnici si sono riservati di renderla pubblica nei modi e nei tempi che ritengono più opportuni.

Abbiamo, poi, dovuto apprendere che, diversamente da quanto preannunciato pubblicamente, sul fatto di esaminare tutti i progetti e contributi agli atti o nuovi, nella realtà dei fatti non è così, in quanto la decisione verrà limitata solamente esaminando gli attuali studi presentati da Acque Bresciane che sono appunto l'oggetto del contendere che ha portato al commissariamento.

Al di fuori dei temi del colloquio i due comitati fanno anche notare alcune incongruenze nel discorso evidenziato dal Commissario in merito ai contenuti della Sua nomina.

Nel decreto di nomina non si parla assolutamente di confronto fra solo due progetti oltretutto quello di Gavardo Montichiari è un confronto fra quattro progetti a cui andrebbe aggiunto quello di Lonato quindi tutti i progetti da confrontare sono almeno 5 e non due.

Nel decreto di nomina non si parla nemmeno di una data entro cui presentare una decisione e quindi la data del 28 luglio è una scelta autonoma del Commissario ed è una data che secondo noi dovrebbe essere revocata e posticipata.

Come considerazione finale riportiamo con un proverbio l’incarico a cui assoggettata la scelta del Commissario  … fare presto e bene non stanno insieme, … contrasta con ogni lavoro che ha bisogno del suo tempo, la fretta non permette di fare bene le cose.

Le variabili, le verifiche, i confronti l’enorme numero di dati, le condizioni ambientali –tecniche-economiche-sociali e culturali che sono enormi in una scelta progettuale di questo rilievo sono purtroppo ridotte a delle mere valutazioni sulle tempistiche di esecuzione dell’opera e di dismissione di una tubazione, per altro funzionante.

Gli enti preposti hanno perso anni proponendo soluzioni illogiche e divisive sul territorio escludendo ogni portatore di interesse territoriale di cui si devono assumere TUTTA LA RESPONSABILITA’ e ci ritroveremo a breve con l’imposizione del progetto Gavardo Montichiari  che è un progetto che non risolverà nemmeno i problemi del Lago di Garda in cui l’attuare sistema di collettamento e depurazione è solo una piccola frazione del degrado ambientale che abbiamo evidenziato anche nel nostro studio, citiamo solo gli scarichi abusivi, gli sversamenti industriali, artigianali ed agricoli, l’eccessiva antropizzazione, la cementificazione selvaggia, la distruzione delle fasce tampone che fanno da filtro agli ecosistemi ecc.. ecc…

L’importante è accelerare, unico criterio di scelta LA FRETTA e per far questo la scelta politico-ministeriale è quella di assoggettare un intero bacino imbrifero disgiunto dal lago addossandogli tutte le problematiche irrisolte degli ultimi 40 anni di questi territori lacustri che nulla hanno realizzato per rispettare almeno le normative contingenti del ciclo idrico integrato.  

Questo per noi resta inaccettabile.

I comitati.

 

 

 

Altri articoli...