Cultura

All’età di 93 anni si è spento Adriano Grasso Caprioli, uno dei maestri dell’arte bresciana del secondo Novecento, celebre in Valle Sabbia come autore dell’affresco di Lavenone. Un affresco che molti scambiano erroneamente per un’opera fascista e che invece, attorno alla scritta superstite del Ventennio – “Noi sognamo l'Italia romana” - ha inserito raffigurazioni di stampo Novecentista ma di tema antifascista, quale Grasso Caprioli era. Nato a Sale di Gussago il 6 ottobre 1927, dopo la maturità al liceo scientifico Calini e gli studi in Geologia, Grasso Caprioli s’era formato artisticamente ai corsi serali dell’AAB (di cui è stato presidente in diverse circostanze) e all’Accademia di Vienna. Mostre e premi in Europa avevano messo in luce il suo precoce talento. 45 mostre personali e oltre settemila opere scandiscono la produzione di Grasso Caprioli in cui ricorrono temi diversi: gli amatissimi cavalli, scenografie teatrali, affreschi religiosi e civili. Un artista poliedrico, un uomo percorso da una straordinaria vitalità, un pittore che ha saputo seguire le più aggiornate correnti dell’arte contemporanea sempre conservando però uno stile originale, inconfondibile.

Odoardo Resti

 

Il Comune di Gardone Riviera ha deciso, accogliendo una proposta del presidente del Vittoriale degli Italiani Giordano Bruno Guerri, di dedicare un giardino a Eucardio Momigliano, primo presidente del Vittoriale nel dopoguerra e quello che più a lungo ha ricoperto la carica, dal 1945 al 1960. Il giardino Eucardio Momigliano – all’inizio di via del Vittoriale, di fronte al Casinò - verrà inaugurato il 30 ottobre alle ore 11, alla presenza del sindaco di Gardone Riviera e della Giunta comunale, del presidente e del Consiglio di amministrazione del Vittoriale.

 

Momigliano era stato scelto anche perché – ebreo perseguitato dalle leggi razziali e antifascista – si pensava che avrebbe aderito a un diffuso sentimento antidannunziano: in quegli anni c’era chi voleva adibire la casa di Gabriele d’Annunzio a scuola o casa di riposo, svuotandola, o addirittura abbatterla. Momigliano però, da fine intellettuale, non credeva al luogo comune del “d’Annunzio fascista”, oggi finalmente quasi estirpato, e difese la Fondazione in ogni modo. Aprì il Parco alle visite a pagamento, creò un museo dannunziano nello Schifamondo, edificò il Mausoleo e il Parlaggio, sia pure incompleto, arricchì l’Archivio di una vasta mole di documenti e autografi. È stato, in definitiva, il più importante presidente del Vittoriale degli Italiani.

 

Così l’attuale presidente, Giordano Bruno Guerri: L’Italia e gli italiani devono molto a Eucardio Momigliano, vero eroe della cultura e della difesa della bellezza e della storia. Per questo sono felice che la città di Gardone Riviera abbia deciso di ricordarlo e onorarlo. Da parte mia considero anche un omaggio a lui avere completato il Parlaggio con la pavimentazione in marmo rosso veronese. Nel 2022 avvieremo i lavori di restauro del mausoleo. Più ancora, si è chiusa una ferita con il recupero dell’Alfa Romeo ‘Soffio di Satana’, che Momigliano aveva venduto nel 1946 – con grave rischio penale personale – per rimediare alla mancanza di finanziamenti statali e di bigliettazione. Oggi, la preziosa automobile è tornata a casa e la Storia del Vittoriale che stiamo preparando per il 2021, nostro centenario, onorerà ancora l’uomo che mi piace chiamare, affettuosamente, Eucardio.

 

Così il sindaco di Gardone Riviera, Andrea Cipani: Abbiamo accolto ben volentieri, io e la mia Giunta, la proposta del Presidente del Vittoriale Giordano Bruno Guerri, di intitolare lo splendido giardino del “Casinò” ad Eucardio Momigliano, dopo aver appreso tutte le azioni meritorie da Lui compiute, durante la sua lunga presidenza, a favore del Vittoriale che, per lo sviluppo turistico ed economico della nostra città, ha avuto e avrà sempre assoluta rilevanza. Per ultimo, ma non meno importante, ci preme sottolineare anche l’ulteriore aspetto positivo derivante da questa iniziativa felicemente condivisa che testimonia la proficua collaborazione fra le due istituzioni.

 

 

Come tutti gli anni il FAI (Fondo Ambiente Italiano) organizza le Giornate d’Autunno, che quest’anno si terranno anche sabato 24 e domenica 25. È un evento che interessa tutto il territorio italiano, dedicato alla riscoperta dei luoghi d’arte e di cultura. Quest’anno uno dei luoghi promossi durante le prime due giornate è il Santuario della Madonna del Carmine di San Felice del Benaco. L’Amministrazione sostiene questa iniziativa, durante la quale delle guide messe a disposizione dai frati si incaricheranno di visite guidate che partiranno ogni mezz’ora, dalle 11 alle 16.30, sia sabato che domenica. “Consigliamo la visita a tutti, questo bellissimo Santuario, che risale al XIII secolo, racchiude affreschi splendidi e molto particolari.” dice Sandra Tarmanini, assessore alla Cultura del comune benacense: "E’ una vera perla per gli amanti dell’arte sacra medievale e dell’architettura, ma credo che anche molti Feliciani avranno piacere a riscoprirlo nei suoi più preziosi dettagli.”

Sarà presente anche un banco gestito dai volontari di varie associazioni del territorio, coordinati dall’amministrazione: si vuole cogliere l’occasione per promuovere l’intero territorio feliciano, con brochures informative e video sulle tre frazioni che compongono il comune, girati dal Consorzio Garda Lombardia quest’estate.

 

 

 

Ospite della settimana di Radio 51 Stefano Lusardi conservatore del Martes di Calvagese e della Fondazione Ugo da Como.

Anche i musei e le mostre d’arte sono stati gravemente colpiti dall’emergenza covid 19. Secondo un rapporto dell’ICOM del mese di maggio, a livello mondiale i musei hanno dovuto ridurre (o comunque modificare) di un decimo le loro attività. È di fondamentale importanza studiare forme di modalità solidale per sostenere anche le attività dei musei, da sempre impegnati a promuovere la cultura, l’arte e la bellezza, anche perché i musei contribuiscono in maniera determinante alla valorizzazione dei territori all’interno dei quali sviluppano la propria attività.

Alla luce di queste premesse, nel territorio bresciano, la Fondazione Ugo Da Como,  la Fondazione Castello di Padernello, la Fondazione Luciano Sorlini hanno deciso di avviare una alleanza virtuosa e proficua per unire le forze e comunicare la loro specialissima resilienza.                           

 

Nessuna preclusione per accogliere altri musei interessati alla proposta. Sino al 31 dicembre 2021, i visitatori che porteranno con sé il biglietto acquistato alla Casa Museo di Ugo Da Como / Rocca di Lonato o al Castello di Padernello o al MarteS di Calvagese della Riviera potranno usufruire dell’ingresso ridotto per la visita alle altre due realtà museali.

La Fondazione lonatese gestisce le proprietà che furono di Ugo Da Como (1869-1941), collocate all’interno di un notevole complesso monumentale che comprende la Rocca di Lonato e la casa-museo del Senatore. Qui ha sede una biblioteca di rarità con oltre 50.000 volumi antichi e rari – tra cui il libro più piccolo al mondo – databili a partire dal XII secolo. La Rocca di Lonato, monumento nazionale dal 1912 è una delle fortezze più estese della Lombardia e all’interno si gode una vista straordinaria sull’intero bacino del Lago di Garda.

La Fondazione Castello di Padernello gestisce il Castello di Padernello in un piccolo borgo della bassa bresciana, frazione del comune di Borgo San Giacomo. Si tratta di un maniero del Quattrocento – dimora della nobile casata dei Martinengo – circondato da un fossato,  che ha attraversato epoche e storie per diventare una villa signorile di cui possiamo godere la bellezza entrando da un ponte levatoio ancora funzionante. Un viaggio nelle diverse epoche: ci si può meravigliare con i soffitti affrescati, con le cucine databili tra il ‘400 e il ‘500, lo scalone settecentesco e molto altro. Qui si racconta la leggenda dalla Dama Bianca, fantasma di Biancamaria Martinengo. Si narra che Biancamaria Martinengo sia morta a 14 anni cadendo dalle mura del maniero per seguire la magia luminosa delle lucciole. Si dice che ogni 10 anni torni nel salone d’onore del Castello di Padernello, vestita di bianco e con in mano un libro d’oro, contenente un segreto.

 

Passeggiando appena fuori dal maniero, a piedi o in bicicletta, si scopre nel bosco il Ponte di San Vigilio, un’opera d’arte in natura composta di legno di castagno da Giuliano Mauri. Il ponte naturale ha fatto riemergere l’antica strada romana che collegava il castello al paese, la quale era stata sommersa dal bosco e che ora è perfettamente integrata in esso.

La Fondazione Sorlini gestisce il MarteS ovvero il Museo d’Arte Sorlini a Calvagese della Riviera (Brescia). All’interno di un tipico palazzo bresciano del Seicento è custodita la straordinaria collezione privata composta dagli oltre 180 dipinti acquisiti, grazie a una grande passione per la pittura antica veneta e veneziana, dall’imprenditore bresciano Luciano Sorlini (1925-2005). La Pinacoteca comprende opere di Tiepolo, Canaletto, Ricci, Rosalba Carriera, Guardi. Non mancano anche opere di Bellini, Bramantino, Savoldo e altri ancora che faranno la gioia dei visitatori.

 

Ricordiamo che:

 

-       la Casa Museo di Ugo Da Como è aperta tutta la settimana, dal lunedì alla Domenica, su prenotazione. Le visite, della durata di 45 minuti, sono sempre guidate e partono ogni ora, dalle 10, con ultima partenza alle ore 17. L’accesso alla Rocca (aperta il sabato e la Domenica e tutti gli altri giorni solo su prenotazione) è invece con visita libera. Il biglietto intero (per la Rocca+Casa di Ugo Da Como e Biblioteca) costa 10 euro, il ridotto per la convenzione in essere costa 8 euro;

 

-       Il Castello di Padernello è aperto dal Martedì alla Domenica. Le visite guidate partono alle ore 10 e alle 15; il sabato alle 10.30, 14.30, 15.30, 16.30; la Domenica alle 10.30, 14.30, 15, 15.30, 16, 16.30, 17, 17.30. Lunedì chiuso. Il biglietto intero è di 7,50 euro, il ridotto per la convenzione in essere costa 5 euro;

 

-       il MarteS è aperto il sabato e la Domenica, su prenotazione. Le visite, della durata di 45 minuti, sono sempre guidate e partono ogni ora, dalle 10, con ultima partenza alle ore 17. Il biglietto intero costa 10 euro, il ridotto per la convenzione in essere costa 8 euro.

 

 Informazioni e contatti:

• Fondazione Ugo Da Como, via Rocca, 2 Lonato del Garda (BS), Tel. 030 9130060, indirizzo email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.  
 

 

• Fondazione Castello di Padernello, via Cavour, 1 Padernello di Borgo San Giacomo (BS)

 

Tel. 030 9408766, indirizzo email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

 

• MarteS – Museo d’arte Sorlini, Piazza Roma, 1 Calvagese della Riviera (BS),Tel. 338 613 7225 – 030 5787631, indirizzo email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

 

 

In onda in questi giorni nella trasmissione Primo piano la presidente della Banda di Salò Emiliana Ravera. Appuntamento alle 8 e alle 12.30. anche sul Canale 636.
 
Domenica 25 Ottobre la Scuola di Musica Lucia Bolleri ha aperto le porte a tutti gli appassionati di musica dalle 9.30 alle 12.30 presso la sede dell’Associazione in P.zza Bresciani, 3.
 
Gli insegnanti coadiuvati dal Maestro Paolo Belotti, hanno guidato gli interessati alla scoperta degli strumenti musicali attraverso un percorso guidato con sorpresa finale.
 
I numerosi corsi proposti dalla Scuola, con due importanti novità (corso di oboe e fagotto) sono accessibili tramite iscrizione on line al sito www.bandadisalo.com.
 
Le famiglie, che in questo difficile anno hanno dovuto affrontare un’emergenza economica oltre a quella sanitaria, potranno usufruire di rate agevolate grazie al “Fondo per la Musica” istituto dall’Associazione nei mesi scorsi.
 
L’accesso alla scuola sarà regolamentato dalle attuali norme in vigore in materia sanitaria.
E’ consigliata la prenotazione contattando lo staff della Scuola al 392 4598781 o 3476910077.
#lamusicanonsi ferma
 
 

Ricostruire in scala 1:1 l’idrovolante di Francesco Agello che il 23 ottobre del 1934, partendo da Desenzano, stabilì il record mondiale assoluto di velocità dell’epoca: 711 km all’ora. È questo l’ambizioso progetto lanciato dal Comitato Idroscalo di Desenzano presieduta da Ermanno Tira, mentre il coordinamento tecnico del progetto è di Tiziano Todesco. Il maresciallo Francesco Agello stabilì il record assoluto di velocità con un Mc Macchi Castoldi 72 ed entrò nella leggenda dell’aviazione, portando Desenzano e il lago di Garda a una notorietà mondiale. L’esemplare del velivolo che stabilì il record, sia pure parzialmente rifatto, è tuttora conservato al museo dell’Aeronautica militare di Vigna della Valle, sul lago di Bracciano. Gli appassionati desenzanesi puntano a costruirne una copia, naturalmente priva di motore, e prevedono di lasciarla in deposito all’Aeronautica militare, negli stessi hangar tuttora esistenti e visibili lungo la passeggiata fra Desenzano e Rivoltella. Il costo è stimato in 70mila euro, i tempi di realizzazione previsti sono di 3 anni. Gli albergatori desenzanesi, presieduti da Marco Tolettini, hanno già dichiarato il proprio entusiastico appoggio all’iniziativa. La copia del bolide rosso e oro di Agello potrebbe diventare l’attrazione principale del Museo del reparto alta velocità che il Comitato Idroscalo spera di creare: se ne vedrà un assaggio nelle giornate del 23, 24, 25 ottobre, e 31 ottobre e 1 novembre, quando gli hangar dell’idroscalo saranno aperti al pubblico dal 6° stormo dell’Aeronautica Militare e sarà visibili il materiale storico che tanti collezionisti hanno raccolto in questi anni. Prenotazione obbligatoria su www.idroscalodesenzano.it

 

Odoardo Resti

 

 

Nessun uomo è un'isola. Questo è il titolo del racconto di una Sirmione silenziosa, immortalata nelle immagini di Cristina Treccani e Antonello Perin (nella foto).

 

Il lockdown raccontato con la forza e con la fermezza della fotografia. Il visitatore vedrà Sirmione come nessuno l'aveva mai vissuta e quei giorni resteranno ancora di più nella memoria grazie al lavoro ideato, sviluppato e realizzato da Antonello Perin e Cristina Treccani. Si tratta di un quadro del territorio della perla del Garda al tempo dell’emergenza Covid19 e del lockdown che ha costretto i cittadini nelle proprie abitazioni per lungo tempo.

“Volevo descrivere con l’immediatezza dell’immagine - racconta Antonello Perin - ciò che tutti abbiamo vissuto sulla nostra pelle come uno schiaffo. Dall’8 marzo al 29 maggio Cristina ed io abbiamo immortalato la quotidianità di Sirmione, molto lontana da quella che eravamo abituati a vivere, una quotidianità fatta di silenzi, pause, spazi vuoti, disperazione, solidarietà e speranza. Volevo che restasse un ricordo e una traccia di quello che stava succedendo. Insieme a Cristina ho scattato quasi 15000 fotografie in questo periodo, ne abbiamo selezionate 145 e abbiamo creato un video fotografico della durata di circa 10 minuti intitolato Nessun uomo è un’isola".

Il video si può vedere al link > https://we.tl/t-YJl3EPPFBP” Gli scatti, allestiti presso l’Hotel Catullo di Sirmione, sono stati inoltre raccolti in un mini book in edizione limitata stampato e numerato, in ricordo di questo particolare e intenso periodo storico.

“Video ed immagini ci riportano con straordinaria immediatezza alle inedite e inimmaginabili difficoltà e sofferenze di quei momenti - è il commento di Luisa Lavelli - ci raccontano della bellezza di Sirmione e ci fanno da monito sulla nostra fragilità, soprattutto ora che l’emergenza sta tornando. Con un grazie immenso a Cristina e ad Antonello”.

Giovanna Gamba

L’evento è previsto giovedì 22 ottobre alle 20:30 presso la chiesa dedicata ai due santi, in corso Matteotti. Ingresso gratuito, ma contingentato in ottemperanza alle misure anti-covid.

 

In occasione della festa patronale dei Santi Nazaro e Celso la parrocchia, in collaborazione con la Bach Consort Brescia, organizza un incontro spirituale e musicale presso la Basilica Collegiata. Protagonisti saranno il famoso organista Fausto Caporali, l’organista bresciano Luciano Carbone, i trombettisti Daniele Greco d’Alceo e Luca Festa, i percussionisti Pietro Micheletti e Giulio Zanuso, il Coro virile della Cattedrale di Cremona, diretto dal maestro Graziano Ghisolfi. Mons. Giambattista Francesconi affiderà la comunità all’intercessione dei Santi Patroni Nazaro e Celso, ripercorrendone la vita attraverso le musiche del maestro Fausto Caporali.

Fausto Caporali, diplomatosi nel 1981 in Organo e Composizione organistica al Conservatorio “G. Verdi” di Milano, è titolare del grande organo della Cattedrale di Cremona e della Cattedra di Organo complementare e Canto gregoriano presso il Conservatorio di Torino. Luciano Carbone è l’organista titolare del nuovo organo olandese B. Koch del Santuario di Santa Maria dei Miracoli in Brescia, oltre ad essere organista nella Collegiata dei Ss. Nazaro e Celso. Già diplomato in Organo e Composizione Organistica al Conservatorio di Musica di “Luca Marenzio” di Brescia con il Maestro Giorgio Benati, si laurea in Organo Antico maxima cum laude e menzione speciale.

Il concerto è a ingresso libero ma contingentato: saranno possibili solamente i primi 110 ingressi muniti di mascherina. È possibile inoltre prenotarsi gratuitamente all’evento al seguente link: https://www.bachconsortbrescia.com.

Il Presidente della Società Bibliografica Toscana e dell’Istituto per la Valorizzazione delle Abbazie Storiche della Toscana, l’avvocato conte Paolo Tiezzi Mazzoni della Stella Maestri ha visitato nei giorni scorsi Brescia in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio. Paolo Tiezzi, fiorentino già presidente dell’ordine degli avvocati di Montepulciano, è un grande collezionista di libri antichi ed in particolare di cinquecentine, grazie alla sua raccolta molte mostre sono state allestite sia in Italia che all’estero. Da alcuni anni è in corso un poderoso lavoro di studio e catalogazione della collezione che vanta molte migliaia di pezzi rari grazie in particolare alle competenze del “Centro di ricerca Europeo libro, editoria, biblioteca” dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. A palazzo Bianco Speroni a Nuvolera l’occasione per presentare il convegno che sarà ospitato al Museo Stibbert a Firenze il prossimo 21 novembre e dedicato al collezionismo privato e che vedrà nell’occasione la presentazione del primo volume del Catalogo delle edizioni del XVI secolo della Biblioteca di Villa Classica. Alla collezione di Tiezzi va riconosciuto il merito di essere attenta non solo all’esteriorità dei volumi e al loro valore estetico ma anche al loro identificarsi come espressione di una evoluzione dell’arte della stampa dopo i primordi e dello sviluppo di un disegno storico e culturale. Nella sua raccolta incunabolistica (quella cioè del “libri in culla”) editi addirittura nel ‘400 figurano capolavori come i tre trattati De trinitate di s. Agostino, s. Ilario e Boezio stampati da Paganino Paganini nel 1489 e la rara edizione bresciana per i tipi di Angelo Britannico (1498) dell’ Ars moriendi. La vita e le opere di Paganino Paganini e del figlio Alessandro sono oggi raccontate presso il Museo della Carta di Toscolano Maderno, che conserva preziose cinquecentine da essi stampate. Un altro pezzo forte è certamente il Liber divinae doctrinae di Bernardino Misinta pubblicato a Brescia il 15 aprile 1496 dedicato a Santa Caterina da Siena 1347-1380. Nella foto la consegna a Nicola Bianco Speroni del catalogo “Quaranta cinquecentine romane dalla Collezione Tiezzi Mazzoni della Stella Maestri” oggetto della mostra di Pienza, città che tutti conoscono, simbolo dell’Umanesimo pieno e dell’architettura Rinascimentale, allestita presso i luoghi delle Pie Disposizioni, uno dei palazzi adiacenti la splendida cattedrale di Pienza, di fronte a Palazzo Piccolomini.

 

30 ottobre 1779. Un giorno che ha segnato per sempre la comunità di Bagolino. Allora un terribile incendio, partito probabilmente da un forno nella zona delle fucine, distrugge oltre 600 edifici case e uccide 300 abitanti. Una una tragedia collettiva che ancora oggi viene ricordata  con una cerimonia religiosa venerdì 30 ottobre alle 17 presieduta da parroco Don Paolo Morbio e con il solenne suono della campana a martello questa sera alle 22. In realtà per ricordare l'anniversario, la comunità bagossa aveva organizzato grazie alla  Parrocchia e alle Pro Loco una lettura scenica. L'emergenza covid ha fermato questa serata ma non la partecipazione dei cittadini di Bagolino profondamente attaccati alla loro terra. Sospesa anche la processione tradizionale alla Santella delle povere anime che sorge all'inizio del paese in ricordo delle vittime della peste. A ricordare ai bagolinesi quanto accaduto due secoli e mezzo fa non mancherà comunque la messa delle 17 e soprattutto i rintocchi tristi e solenni  del campanone di venerdì sera.

 

Pubblichiamo la lettera integrale inviataci da un lettore di Brescia, il dottor Giovanni Baroncelli, figlio del prof. Ugo Baroncelli tra i protagonisti della cultura bresciana del secondo novecento. La lettera, che riguarda il ritorno della Vittoria alata dopo il restauro, è stata pubblicata su un giornale bresciano deprivata delle parti sottolineate.

 

I viaggi della Vittoria Alata.

      Brescia si prepara a festeggiare il ritorno della sua Vittoria Alata che, dopo il restauro all’Opificio delle pietre dure di Firenze, riprenderà il suo posto al Capitolium.

      Forse però pochi bresciani sanno che ( come è accennato  brevemente nel sito www.vittorialatabrescia.it  e come piu’ dettagliatamente descritto nelle interessanti opere di Maria Paola Pasini e di Adelaide Baroncelli) dopo il suo ritrovamento nel 1826, per ben due volte la Vittoria Alata si è allontanata da Brescia, sempre per cause belliche.

      La prima volta nel 1917. Dopo il crollo italiano a Caporetto si temette una invasione dell’Italia Settentrionale da parte delle truppe austroungariche, con conseguenti distruzioni, furti, saccheggi. E per proteggere la Vittoria, che oltre ai valori artistici possedeva una elevata valenza politica e patriottica, fu deciso, dopo averla adeguatamente imballata, di trasferirla in treno nella lontana e piu’ sicura Roma. E dopo la gloriosa resistenza sul Piave e la vittoria finale del 1918, la nostra Statua poté ritornare a Brescia, dopo una lontananza dal 1917 al 1920.

      Il nuovo allontanamento avvenne nella seconda guerra mondiale. Il timore che, piu’ che una invasione, i bombardamenti aerei potessero arrecare irreparabili danni al patrimonio artistico di Brescia, consigliò  di allontanare dal “pericoloso” centro storico le principali opere d’arte e di trasferirle in località più lontane e più sicure. E’ il 1940. E la Vittoria Alata, insieme ad altre preziose opere d’arte di chiese, musei e della Queriniana, fu trasferita a Seniga, nella Villa Fenaroli, luogo ritenuto tranquillo e sicura. (Come aneddoto, è simpatico ricordare che, in suo articolo dell’aprile del ‘41 sul “Popolo di Brescia”, il giornalista Mino Pezzi descrive l’incontro a Seniga con un carabiniere addetto alla sorveglianza della famosa “cassa no 13”, appunto la Vittoria Alata).

Ma le cose si complicarono. Purtroppo nel giugno 1944, l’esercito di occupazione tedesco decise di istituire un importante Posto di Comando proprio a Villa Fenaroli, ....che divenne così da sicuro rifugio  addirittura a obiettivo militare! Fu quindi necessario allontanare in altre sedi bresciane e nazionali numerose opere d’arte, li’ sfollate in precedenza. Ma per la Vittoria Alata, rinchiusa nella sua cassa pesante e ingombrante e quindi di trasporto difficile e indaginoso (sotto i bombardamenti!!), fu presa un’altra decisione. Scartate altre ipotesi (fra le quali anche quella di murarla in una parete della nuova galleria sotto il Castello, di recente scavo), fu deciso di interrarla a Seniga, nel parco della Villa, in un posto segreto, noto a pochissimi (fra i quali il mio papà, il prof. Ugo Baroncelli, allora Direttore degli Istituti Culturali di Brescia).

E la Vittoria Alata, simbolo di Brescia, rimase nascosta nel suo recondito rifugio sotterraneo fino  all’aprile del 1945, quando poté finalmente riemergere per poter riprendere, dopo alcuni indispensabili restauri, il suo posto a Brescia, dapprima al Capitolium e successivamente al Museo della Città di Santa Giulia.

                   Giovanni. Baroncelli

Mittente: prof. Giovanni Baroncelli. Via Vittorio Veneto, 23. Brescia

 

 

Va a Giordano Bruno Guerri, Presidente della Fondazione Il Vittoriale degli Italiani, il Delfino d’oro di Pescara, massima onorificenza cittadina assegnata annualmente a personalità che con la loro attività hanno contribuito a diffondere nel mondo l'immagine migliore della città che diede i natali a Gabriele d’Annunzio. L’attribuzione del riconoscimento è stata annunciata tramite delibera della giunta comunale, e avrà luogo all’Aurum di Pescara nella cerimonia di premiazione tradizionalmente in programma per sabato 10 ottobre, festività di San Cetteo, patrono della città.

L’assegnazione a Giordano Bruno Guerri, a motivo della “straordinaria e preziosissima opera di divulgazione della vita e dell’opera dannunziana e di prestigioso raccordo tra Pescara e il Vittoriale nel segno del Vate”, si situa dunque sulla scia della stretta collaborazione che da tempo vede le due istituzioni alleate nell’attività di promozione e studio della figura e dell’opera di Gabriele d’Annunzio.

Così il Presidente Guerri, a commento del premio: Il mio amore per Pescara, città bellissima e vitale e con enormi potenzialità di crescita, precede nel tempo l’interesse per d’Annunzio: negli ultimi anni si è accresciuto grazie alla collaborazione prima con il sindaco Luigi Mascia, poi con il sindaco Carlo Masci. È un legame solido, come dimostrano la mostra Disobbedisco, attualmente all’Aurum di Pescara, la mia attiva partecipazione al Festival Dannunziano, giunto al secondo anno, e la recente visita al Vittoriale del presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio e del presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri. È anche un legame fruttuoso che nelle nostre intenzioni è destinato a diventarlo sempre di più, con uno scambio culturale e turistico fra l’Abruzzo e l’area del Garda.

 

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