E' arrivata la sentenza della seconda sezione penale del Tribunale di Brescia, presieduta  da Anna Di Martino, che ha condannato a 4 anni ed 1 mese di reclusione C.B. per avere venduto durante una festa ad Emanuele Ghidini, di soli 16 anni di Gavardo, un francobollo intriso di droghe sintetiche che lo avrebbero poi spinto a buttarsi nel fiume Chiese nella notte del 24 novembre 2013. Oltre a ciò, il giudice ha dato una multa  di 26.000 euro ed ha stabilito una provvisionale in favore della famiglia di Emanuele di 100.000 euro.

 Ormai nulla può più riportare in vita Emanuele, che, per una sciocchezza o per una bravata, ha visto la sua giovane vita finire nelle acque gelide del fiume in quella notte.

Grande coraggio ed una incredibile bontà d'animo nei genitori di Ema, i quali affermano che in questo modo sono state distrutte due famiglie, la loro per la perdita del figlio e quella del 21enne che ha visto riconoscere il proprio figlio responsabile per quel terribile dramma. "Non serbiamo rancore - dichiara Gianpietro Ghidini, padre di Ema - non ce la prendiamo con il ragazzo ritenuto colpevole, che pagherà per il gesto sconsiderato di una notte, dalle tragiche conseguenze per nostro figlio. Il dolore di altri non potrà certo guarire il nostro". 

Da quella notte tutta la famiglia di Ema ha cercato di dare un senso alla tragica scomparsa del figlio ed ha istituito la fondazione  "Ema Pesciolino Rosso" che cerca di aiutare i ragazzi che, come il loro  Emanuele, stanno vivendo un momento difficile e pericoloso.

“Se riuciremo a salvare anche una sola vita – conclude il papà di Emanuele - allora la morte di mio figlio non sarà stata inutile”.

Per informazioni sulla fondazione Pesciolino Rosso vistate il loro sito o la loro pagina facebook.

Stefania Signori