L’Arma dei Carabinieri, istituita nel lontano 1814 da Vittorio Emanuele I a tutela dello stato sabaudo, costituisce dal 1861 il primo esercito nazionale e la prima forza armata in servizio permanente di pubblica sicurezza. Caratterizzata da un ordinamento articolato (che dal comando generale arriva ai locali comandi di stazione) e dipendente dal ministero della Difesa per il reclutamento e l’ordinamento ma dal ministero dell’Interno per il servizio fornito, nel corso del tempo l’Arma ha aggiunto ai suoi tradizionali compiti anche altre attività, quali l’antisofisticazione o la tutela del patrimonio artistico.

Sempre, comunque, l’Arma dei carabinieri ha svolto un ruolo significativo nella storia d’Italia.

Basti pensare, in anni recenti, alla figura del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, nato a Saluzzo nel 1920, sottotenente dei carabinieri durante la seconda guerra mondiale e partecipe della guerra di liberazione, impegnato nella lotta al terrorismo, inviato a Palermo come prefetto per combattere la mafia e lì ucciso, nel corso di un attacco mafioso, insieme alla moglie e ad un agente di scorta.

Proprio per la sua storia, peraltro, l’Arma dei carabinieri occupa uno spazio anche nella grande narrativa. Si ricordi il capolavoro per l’infanzia di Carlo Lorenzini, Le avventure di Pinocchio, edito nel 1883; nel romanzo, il burattino di legno si scontra proprio con alcuni carabinieri ma salva il loro cane di nome Alidoro e dal medesimo cane, nel corso di una fra le molteplici avventure che Pinocchio vive, è poi salvato.

Infine, sia pure collegato a un prodotto artistico cosiddetto di intrattenimento, cioè la serie televisiva “Don Matteo”, può essere nominato il personaggio del carabiniere Antonino Cecchini (magistralmente interpretato da Nino Frassica), che, insieme ai suoi colleghi, piace a tutti noi per l’umiltà e per la saggezza. Ma può essere menzionato anche il maresciallo Rocca, messo in scena dall’attore Gigi Proietti.

Accanto all’Arma dei carabinieri, poi, è nata l’Associazione nazionale Carabinieri (A.N.C.), una vasta organizzazione che persegue varie finalità fra cui anche attività di volontariato in ambito assistenziale, sociale e culturale.

Ed è pensando a tutto ciò, che incontro Sergio Facchetti, il presidente della postazione di Roè Volciano e di Gambara dei “Volontari A.N.C. Valle del Chiese”, ossia di un gruppo che rappresenta una specifica diramazione locale – impegnata nell’ambito della salute – della assai prestigiosa Associazione Nazionale Carabinieri.

È appunto Facchetti che mi spiega come il gruppo “Volontari A. N. C. Valle del Chiese” abbia un passato pluriennale.

Il gruppo nasce infatti nel 1987, per iniziativa del tenente dei carabinieri Franco Testa e nel 1996 viene riconosciuto come gruppo di volontariato della Associazione Nazionale Carabinieri.

Attualmente il gruppo “Volontari A.N.C. Valle del Chiese” si compone di 200 volontari (carabinieri in congedo o civili di entrambi i sessi) e si articola in numerose postazioni.

Facchetti mi precisa che lo scopo del gruppo dei volontari è analogo a quello degli altri nuclei (collegati all’A.N.C.) che operano su tutto il territorio nazionale e consiste nell’agire nell’ambito della protezione civile a fianco della sanità pubblica e nel campo sociale.

Più in dettaglio, i volontari intervengono con ambulanze di proprietà delle postazioni, oltre che con automobili attrezzate per il trasporto di persone disabili o con motociclette. Si tratta di un’attività molto utile, che si affianca alle forze di soccorso direttamente dipendenti da ospedali e che consente di fornire un rapido e professionale aiuto nel caso di incidenti oppure di dare un contributo quotidiano al trasporto di persone malate.

Naturalmente, per svolgere correttamente l’attività, è necessario che ogni volontario sia formato.

Perciò il gruppo prevede un lungo periodo di preparazione per i propri collaboratori: 42 ore per quanti eseguono il trasporto sanitario e 120 ore per coloro che prestano soccorso. Inoltre il gruppo chiede che ogni volontario partecipi ad un corso di aggiornamento almeno tre volte all’anno.

Gli aggiornamenti – relativi a varie tematiche attinenti al servizio offerto – si svolgono in aule presenti presso le postazioni di Roè Volciano e di Gambara, richiedono una frequenza bisettimanale e durano anche diversi mesi.

Un’altra attività che i volontari praticano è quella di educare la popolazione al pronto soccorso. Ciò avviene sia attraverso corsi di primo soccorso sia tramite corsi di PAD – ossia di Public Access Defibrillation –; questi ultimi corsi durano 5 ore ed intendono insegnare l’uso del defibrillatore automatico esterno (DAE), sempre più spesso installato in luoghi pubblici.

Inoltre, i volontari cercano di diffondere tra gli studenti delle classi quarta e quinta delle scuole secondarie la competenza tecnica necessaria per praticare il massaggio cardiaco o BLS (Basic Life Support), una procedura che è bene conoscere perché può garantire la sopravvivenza di individui colpiti da arresto cardiocircolatorio.

Ma il “Nucleo Volontari A.N.C. Valle del Chiese” garantisce pure la presenza di propri associati e automezzi nel caso di manifestazioni sportive o culturali che ne richiedano la partecipazione.

Infine, i volontari propongono serate di informazione sui pericoli che comporta l’utilizzo di stupefacenti e l’abuso di alcol, oltre che sulla prevenzione di incidenti stradali. In certi casi, anzi, alcuni volontari stazionano fuori dalle discoteche, muniti della strumentazione che consente di misurare il tasso alcolico presente nel sangue così da verificare se è il caso – o meno – che i ragazzi si mettano alla guida delle loro autovetture.

L’impegno del gruppo è dunque consistente e articolato. A conferma, Facchetti mi comunica che gli intereventi di pronto soccorso annualmente forniti dalle postazioni di Roè Vociano e di Gambara – le uniche preposte ad un’attività del genere – sono più di 4000; invece, il trasporto di disabili, cui si dedicano i volontari di tutte le postazioni del Nucleo, registra almeno 7000 richieste all’anno.

Ma tale impegno è anche dispendioso. Si esplica perciò sia grazie al rimborso – ad opera di ospedali, singoli utenti o promotori di manifestazioni – per i servizi offerti dai volontari sia attraverso alcune specifiche occasioni di raccolta di fondi.

Ad ogni volontario, poi, resta, impagabile, la gioia di avere aiutato i propri simili.

Luisa Maioli