Terzo incendio in poche settimane per la discarica ex-Faeco sita nella zona sud del paese, in località Cascina Nova Locatelli. Alle 5 di mattina sono accorse tre autobotti dalla città e dal lago. Il sindaco lancia l'allarme e interpella la Provincia.

Non si placano in paese i timori dopo che per la terza volta i cittadini vedono salire dalla discarica un denso fumo nero: ancora una volta la discarica brucia, ancora una volta non si sa il perché né tantomeno se si possano attribuire colpe a qualcuno. Soprattutto, per l'ennesima volta non si conoscono i pericoli per la salute dei cittadini, pertanto l'inquietudine sale e si cerca risposta alle troppe domande nate in questi giorni.

L'amministrazione comunale, che in passato si era espressa in modo contrario circa l'ampliamento della discarica, ha voluto vederci chiaro e si è mossa in più direzioni per sollecitare risposte e, soprattutto, interventi risolutivi. Dopo un sopralluogo di prima mattina, in un paesaggio definito “quasi lunare”, il sindaco Giovanni Cottini ha scritto al Presidente della Provincia, ente cui spetta la gestione dell'impianto, ma anche a Regione, ATS e all’on. Cominelli della Commissione Ambiente della Camera. Non solo, ha interpellato ARPA per intensificare la sorveglianza e la fase preventiva; infine, ha informato la Procura della Repubblica di Brescia circa l'evolversi della situazione.

 

Il materiale della discarica è particolare: si tratta di scarti in plastica, gomma e poliuretano derivanti dalla triturazione di parti di autovetture, il cosiddetto fluff, che viene mantenuto coperto da teloni molto pesanti e consistenti, ma bruciando potrebbe rilasciare nell'aria sostanze pericolose. Le indagini dei vigili del fuoco sono ancora in corso per stabilire se si tratti di autocombustione o di incendi dolosi, ma nel frattempo bisogna fare il possibile per scongiurare danni alla salute.

Da qui viene la richiesta del sindaco, peraltro già inoltrata in passato, di incrementare l'irrorazione del cumulo dei rifiuti, così da rendere più difficile ulteriori incendi, oltre che garantire il mancato rilascio di polveri nell'aria. «Dopo quelli del 17 marzo e del 24 maggio – afferma allarmato Cottini – l'incendio di questa mattina era di portata limitata, ma non per questo meno preoccupante. Purtroppo il Comune non ha alcuna competenza e non può intervenire, proprio per questo lanciamo un grido d'allarme per richiamare l'attenzione, dopo aver già in passato presentato un ricorso contro l'impianto e scritto una prima lettera alla Provincia». 

Il vicesindaco e assessore all'Ambiente Flavio Piardi torna sulle possibili responsabilità dell'incendio e sottolinea che il complesso è completamente recintato e allarmato, tuttavia le telecamere di videosorveglianza non coprono l'intero perimetro. Qualora l'ipotesi di dolosità fosse confermata, si tratterebbe di misure da adottare con particolare urgenza. «Abbiamo chiesto di intervenire con una copertura totale delle zone buie perché nessuno possa avvicinarsi all’impianto. Anche le persone addette alla sorveglianza devono aumentare, visto che ad oggi c'è un unico custode con il compito di una ricognizione ogni 24 ore». Se invece si trattasse di autocombustione non verrebbe certo meno l'inquietudine, anzi, «si configurerebbe un futuro scenario molto preoccupante – scrive il sindaco – creandosi nel periodo estivo le condizioni maggiormente favorevoli per lo sviluppo di ulteriori incendi». Comunque vada, sarà un’estate calda a Bedizzole.

Intanto, però, sembra che qualcosa si stia muovendo ed è una notizia dell'ultima ora a confermare che la Provincia ha dato disposizione per la copertura con materiale inerte della vasca E2, quella interessata dagli incendi. Seguiremo i prossimi aggiornamenti con particolare attenzione.

Giovanna Gamba