Riceviamo e pubblichiamo con piacere il contributo di Paolo Catterina, ex-sindaco del paese, in merito alle scritte comparse in questi giorni sui pannelli luminosi davanti al municipio.

Prevalle in questi giorni è balzato alle cronache per l’uso, come dire, “forte” di un mezzo istituzionale come i tabelloni luminosi comunali, per esporre ai cittadini il punto di vista dell’Amministrazione Comunale. Molti sono risentiti, indignati e arrabbiati, qualcuno sarà fiero di questa "trovata" che suscita molta perplessità sulla legittimità dell'utilizzo di questo strumento pubblico.

Peraltro in questi giorni, più che le scritte e le polemiche Prevalle ha visto la chiusura della vecchia Casa di Riposo "Villa Merici" e la notizia che il progetto di ampliamento della Scuola Primaria non è stato finanziato dalla Regione... temi assai più di "sostanza" delle opinioni degli amministratori.

Non apprezzando le polemiche mi pare che in questi casi la risposta migliore sia... l'ironia. Si era iniziato con “NOI SIAMO CON MARONI”… che poi, sapete bene come vanno le cose nei piccoli paesi come Prevalle, nel generale passaparola della notizia si era trasformato in molteplici e divertenti versioni: “NOI C’ABBIAMO I MARONI”, “NOI SIAMO MARRONI”, “NOI PREFERIAMO LE CASTAGNE AI MARRONI…”.

Dai giorni scorsi appare ad intermittenza un nuovo messaggio nemmeno troppo subliminale “L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE E’ CONTRARIA ALL’IDEOLOGIA GENDER” che ha scatenato reazioni, pro e contro, su molti quotidiani nazionali.

Oggi, però, passando davanti ad uno di questi tabelloni mi è parso che di tanto in tanto una rapida videata si componesse sui led gialli dando l’impressione di essere un messaggio… in codice. Ho dovuto soffermarmi un po’ prima di riuscire a fissarla con la fida camera del telefonino ed ho poi compreso trattarsi di un messaggio pescato dalla immensa saggezza popolare bresciana. Senza dubbio uno tra i migliori proverbi del dialetto bresciano: töcc i cà i völ menà la cùa e töcc i cojò i völ dì la sùa… che riformulato (perdendo, però, molto della sua efficacia) potrebbe suonare così: tutti i cani voglion menar la coda e tutti gli stolti si gloriano di esporre le loro tesi.

Inutile dire che su questa frase, orgogliosamente legata alla tradizione popolare e quindi frutto di una apprezzabile operazione culturale, nessuno potrà fare polemica. Io, personalmente, la sottoscrivo e plaudo all’ideatore. Mi rimane un solo dubbio: sarà farina del nostro Sindaco Amilcare Ziglioli o di qualche fido consigliere? 

Da Prevalle, per ora, è tutto.

Paolo Catterina