Il vescovo di Brescia, monsignor Luciano Monari, "benedice" il Family day, organizzato per sabato 30 gennaio a Roma da numerose organizzazioni di ispirazione cattolica: “Sono contento – dice mons. Monari - che venga fatto, e che sia fatto dai laici, con la loro responsabilità. Se si fa un Gay pride si potrà ben fare anche un Family day: ha un significato bello, per il valore che la famiglia ha”.


Il vescovo boccia al tempo stesso il contenuto del Disegno di legge Cirinnà: “C’è di fatto un tentativo di equiparazione delle coppie omosessuali alle coppie eterosessuali. Ma poiché una vita nasce da una coppia composta da un maschio e una femmina, questi due tipi di relazione non hanno lo stesso valore, la stessa funzione. Il futuro della società dipende pari pari dalla famiglia ed è interesse della società custodire questo tipo di relazione, che ha una funzione che gli altri tipi di rapporto non hanno. La società dovrebbe riconoscere il suo debito verso la famiglia eterosessuale: questa interessa per il futuro della società prima ancora che per gli aspetti etici, tanto più oggi di fronte al problema demografico della nostra società”.
Il vescovo boccia anche le adozioni da parte delle coppie gay: "Lo dico mettendo al centro l'interesse del figlio". E contesta la cultura sempre più diffusa secondo cui "compito dello Stato sarebbe quello di soddisfare sempre più desideri possibile di sempre più persone possibile. Ma così si creano disparità, e la società si disgrega".

Monari si è rivolto ai giornalisti in occasione della festa di San Francesco di Sales, patrono degli operatori dell'informazione. Nella circostanza è stato intitolato al vescovo emerito di Brescia, mons. Giulio Sanguineti, il Centro diocesano per le comunicazioni sociali di via Callegari. Alla cerimonia erano presenti, oltre a mons. Monari, lo stesso mons. Sanguineti e il vescovo di Bergamo, mons. Francesco Beschi, già ausiliare sia di Sanguineti che di Monari.

Odoardo Resti