La sicurezza è una cosa seria. Lo sanno bene i sindaci gardesani di ieri e di oggi che tanto si sono impegnati per avere presidi costanti e un coordinamento efficace per garantire la sicurezza soprattutto in acqua sul lago di Garda, anche dopo alcune terribili tragedie del passato (che forse una migliore gestione dei soccorsi avrebbe potuto evitare).

Una sicurezza che va tutelata a maggior ragione in presenza di una stagione turistica che si preannuncia molto affollata. Per questo i due maggiori comuni della sponda bresciana del Garda, Salò e Desenzano, hanno dovuto dire “no” all'invito della prefettura di inviare sul lago d'Iseo uomini e risorse in concomitanza con l'apertura della passerella galleggiante dal 18 giugno al 3 luglio.

Sanno bene i sindaci del Garda quanto sia decisiva un'azione di garanzia e tutela per chi si reca in un luogo e non possono pensare di ridurre le forze sul Benaco lasciando magari scoperto un territorio che vanta ogni estate milioni di presenze.

Dunque sia il sindaco di Salò Giampiero Cipani (Centro-destra) sia il sindaco di Desenzano Rosa Leso (Centro-sinistra) non invieranno agenti di polizia o altre risorse.

“Ci dispiace molto – spiega Cipani – ma per noi è proprio impossibile. Già le risorse e le energie sono al limite. Abbiamo una stagione ricchissima di eventi e non possiamo proprio aderire”.

Sono parole molto simili anche quelle del sindaco di Desenzano: “Dobbiamo fare i conti con tanti problemi e proprio non abbiamo la possibilità di privarci delle risorse, già al limite, che abbiamo”.

Il senso di responsabilità dei sindaci gardesani – ci sia consentita una piccola considerazione personale – è lodevole. Qualcuno ha voluto chiamarlo campanilismo, io lo chiamo “testa sulle spalle”. Consapevolezza dei rischi e delle possibilità, oculato senso del bilancio e della gestione delle energie. Sopra tutto una parola chiave: sicurezza. L'augurio è che sia gestita ovunque con la stessa oculatezza, quella del buon padre di famiglia. E sul Garda lo sanno bene.

 

Maria Paola Pasini