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Pubblichiamo l'appassionato ricordo del consigliere regionale del Pd, il valsabbino Gianantonio Girelli, di Mino Martinazzoli, ricordando che oggi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è a Brescia per rendergli omaggio.

Cinque anni sono trascorsi dalla scomparsa di Mino Martinazzoli, avvenuta il 4 settembre 2011. Una vita intensa la sua, che lo ha portato ad interpretare vari livelli Istituzionali, dall'esperienza amministrativa del suo paese di origine, Orzinuovi, alla Presidenza della Provincia di Brescia, all'esperienza parlamentare, sia alla Camera che al Senato, più volte Ministro, poi Sindaco di Brescia ed infine candidato alla Presidenza di Regione Lombardia. Così come lo ha visto rivestire ruoli politici di rilievo, in particolare vivere da Segretario la fine della Democrazia Cristiana, il suo partito, e la nascita del Partito Popolare Italiano, estremo tentativo di conservare la radice del cattolicesimo democratico nella politica italiana. Ha conosciuto momenti di vittoria e momenti di sconfitta, senza tradurre i primi in facili esaltazioni e i secondi in irrecuperabili sconforti. Insomma é stato il fedele interprete di un'idea "moderata" della politica che ".....conta, ma la vita conta di più". Non a caso non cessò mai di esercitare l'attività di avvocato, non solo con una targa affissa fuori da uno studio, come in molti fanno. Chi lo ha conosciuto a fondo sa che l'aspetto austero, poco propenso al sorriso che lo caratterizzava, in realtà nascondeva un carattere capace di grande ironia, di gioiosa condivisione, di semplice divertimento. Un Mino privato molto diverso dall'uomo pubblico insomma. Impressionante la sua cultura, davvero fondata su un'incessante desiderio di conoscenza, rafforzata da un'eccezionale capacità di analisi e da una straordinaria capacità di espressione. Ascoltare i suoi discorsi, salvo casi davvero eccezionali, sempre pronunciati "a braccio", era come leggere un testo scritto, tanto era la fluidità, l'eleganza e la profondità del suo modo di esprimersi. Raramente é capitato, attualmente davvero quasi mai, di trovare un esponente politico capace di coniugare l'attività politica con  il pensiero politico, esercitare quindi non solo la gestione del quotidiano, ma lo sforzo di visione del futuro, come faceva Martinazzoli. Sempre con la schiena dritta, capace di gesti forti, in politica davvero eccezionali, come le dimissioni, quando trovava eticamente inaccettabile quanto veniva fatto. Non é un caso che attraversò indenne, senza alcuna ombra, un periodo drammatico come quello della fine della prima Repubblica, ma il naturale risultato di un rigore non solo predicato, quanti anche ora lo fanno, ma concretamente interpretato. Un politico inusuale Martinazzoli, non sufficientemente valorizzato durante l'attività politica, ma nello stesso capace di attrarre attenzione, soprattutto fra i giovani, anche dopo aver smesso di frequentare i palazzi del potere e infine anche dopo la sua scomparsa. Non é un caso che oggi il Presidente Mattarella sia a Brescia per ricordarlo. Certo rileggerne ora il pensiero, l'Associazione X Giornate ha pubblicato i suoi discorsi in Consiglio a Regionale, a giorni  verrà diffusa la raccolta di quelli parlamentari, fa riflettere. Ma ancora di più fa nascere la nostalgia, accompagnata da una seria esigenza, di un modo di esercitare la politica con serietà e umiltà, dove chi vince "....ha ragione a governare, ma non é detto che abbia ragione", sottolineando che va ricordato non tanto quando si perde, ma quando, appunto, si vince. Ma ancor di più dove l'idea dei ruoli istituzionali non é quella di esercizio di un più o meno grande potere, ma di un preciso mandato di rappresentanza dove il render conto di quanto si fa é un dovere verso i cittadini, ma anche verso se stessi. In troppi cercano di appropriarsi della sua eredità intellettuale, arrivando a dire "Mino direbbe, Mino voterebbe...." sulle vicende dell'attualità politica. Tentativo a volte buffo per cercare di copiare un'autorevolezza, quella di Mino, quanto mai assente sulla scena dell'attualità.
Di lui ricordo tanti momenti condivisi, tanti "bonari" richiami politici, tante sincere e discrete disponibilità ad insegnare, tanti momenti di semplice ed allegra convivialitá. Fra tutti mi è particolarmente caro un episodio vissuto durante in un incontro nella sala dei disciplini a Castenedolo. Tema la Costituzione, relatori il Presidente Emerito Oscar Luigi Scalfaro, Leopoldo Elia e Mino Martinazzoli. A me il compito di introdurre. Poco prima dell'incontro mi assale la consapevolezza della mia totale inadeguatezza al ruolo, il desiderio di fuggire dal tavolo e rifugiarmi in platea, semplicemente ad ascoltare. La tensione si scarica in un tremolio della mano che stringe il foglio con il mio intervento. Mino, seduto accanto a me, se ne accorge. Semplicemente mi frena la mano, mi sorride e in dialetto, amava usarlo in privato, mi invita a star calmo, a non preoccuparmi, ma ancor di più ad abbondare il testo preparato e semplicemente esprimere quanto sentivo. La cosa funzionò. Col tempo mai ho dimenticato quell'insegnamento,  la politica esige studio, approfondimento, sudore insomma, ma ha sempre comunque bisogno di semplicità, spontaneità, e sincerità.
Molto avrei, e in tanti avrebbero, ancora da imparare. Ecco perché il ricordo di Mino Martinazzoli non é solo quello di un politico "di razza", di un fine pensatore, di un grande uomo di cultura, ma é soprattutto quello di un grande riferimento non solo in politica, ma nella vita  che del resto "....conta molto di più"!

Gianni Girelli