Cultura

Sabato 25 febbraio alle 20:30 e domenica 26 alle 16, presso il Teatro Centro Lucia, andrà in scena uno spettacolo teatrale dedicato ai cavatori. Testo e regia di Giacomo Luzzardi, musiche e adattamenti di Claudio Mandonico. Sul palco la banda musicale "Giuseppe Forti" di Botticino, diretta da Marco Quecchia.

Medolèr è uno spettacolo di teatro e musica, in cui viene rappresentato un aspetto rilevante della storia umana, sociale ed economica della comunità di Botticino Mattina: le sue cave di marmo, i suoi cavatori con le loro famiglie, nel contesto degli anni 50/60 del secolo scorso. Nel dialetto del luogo “Medol” significa cava e “medolér” significa cavatore. Due termini che a Botticino e nei paesi limitrofi, dove sono presenti le cave di marmo, sono gravidi di storia e storie, ricordi, affetti, emozioni, dolori e cultura del territorio.

Lo spettacolo è realizzato con la colonna sonora eseguita dalla banda musicale di Botticino e la recitazione affidata al gruppo teatrale oratorio Botticino Mattina. Il racconto narrato nello spettacolo verte sulla vita del cavatore e della sua famiglia: i medolér intenti al lavoro, ai pensieri e alle discussioni, esposti alla fatica, agli incidenti, alla morte; mentre la famiglia diviene parte della vicenda che si consuma al medol, assumendone il carico economico, emotivo, culturale che lega uomini, donne, bambini e tutta la comunità.

Giacomo Luzzardi, autore dei testi e regista, con questo spettacolo ha voluto rendere omaggio ai medolér e riconoscere la dignità del loro lavoro. Filtrato attraverso il linguaggio dialettale bresciano, comune ai personaggi e al periodo storico rappresentato (anni 50/60), il racconto si sviluppa con semplicità espressiva, toccando anche momenti di puro divertimento, mentre i temi di maggior intensità narrativa sono riservati alla presentazione iniziale in lingua italiana della voce narrante. Molto realistiche sono le scenografie, realizzate con un lunghissimo lavoro manuale da profondi conoscitori del materiale e degli ambienti di cava, così come sono appropriati i costumi recuperati tra il vestiario realmente utilizzato, che porta i segni del tempo e dell’usura.

I brani presentati sono del compositore bresciano Claudio Mandonico, e sono in parte originali ed in parte brani noti e riarrangiati appositamente. Lo spettacolo è arrivato alla sua settima replica, trovando sempre un importante consenso ed apprezzamento da parte del pubblico. Con queste due ultime rappresentazioni i protagonisti dell'evento intendono rendere omaggio alla comunità di Botticino e a Brescia - Bergamo capitale italiana della cultura 2023.

Mercoledì 8 febbraio alle 20:30, presso la sala Bruni Conter (via San Bernardino 5) il MAVS di Gavardo apre al pubblico per "il museo che vorrei": prove di una progettazione partecipata del nuovo allestimento museale.

 

Con gli ultimi lavori di ristrutturazione promossi dall’amministrazione comunale di Gavardo il Museo Archeologico della Valle Sabbia riuscirà nel corso del 2023 a spostare alcuni servizi dalla sede storica a un edificio attiguo che si configura come un’ala nuova del museo. In questo modo si renderanno disponibili nuovi spazi e finalmente si potrà mettere mano a un progetto definitivo di riallestimento del Museo.

Si tratta di un’occasione unica per introdurre, nel percorso che illustra la Preistoria e la Storia della Valle Sabbia e più in generale del Garda occidentale, le notevolissime novità derivanti da oltre 20 anni di nuove ricerche sul campo, come gli scavi di Corna Nibbia di Bione, di Rasine di Sabbio Chiese e di Lucone di Polpenazze del Garda. Non solo: si presenta anche l'occasione giusta per riflettere su come realizzare questo racconto. Che taglio dare alla nuova esposizione? Quale linguaggio usare? Il MAVS, che è per sua natura un museo archeologico territoriale caratterizzato da un forte presenza di collezioni di età pre-protostorica, fin dagli anni ’70, ha mutuato dai musei di Storia Naturale un approccio alla materia di tipo cronologico (dal più antico al più recente) e didattico/didascalico (un allestimento denso di informazioni, disegni, planimetrie, ricostruzioni). Ora, alcuni musei archeologici si sono avvicinati più al modello di museo d’arte: pochi materiali (scelti anche con un principio estetico) in vetrine molto scenografiche, accompagnati da scarsissime informazioni.

Nel primo caso l’attenzione è sul contesto archeologico, nel secondo caso è sul singolo manufatto. Sono scelte entrambe legittime e ambedue hanno punti di forza e punti di debolezza. I responsabili del museo hanno dunque deciso di chiedere consiglio a voi cittadini: che cosa vorreste trovare nel museo che illustra la storia di questo territorio? Cosa vi aspettate dal VOSTRO Museo? Come volete che sia?

Nel mondo sono state fatte varie esperienze di questo tipo, con differenti modalità di partecipazione. A questo proposito una buona lettura di partenza può essere “the partecipatory museum” di Nina Simon, che l’autrice ha gentilmente messo a disposizione online: https://participatorymuseum.org/read/. Anche in Italia esempi di progettazione partecipativa non mancano, ad esempio il bel progetto “Capo di Monte per te”. Naturalmente più un museo è specialistico più la progettazione partecipativa diviene complessa e un museo archeologico presenta a volte alcune tematiche piuttosto complesse (sistemi di datazione, analisi), ma anche in questi casi, anzi forse soprattutto in questi, l’intervento della comunità può migliorare l’interazione e rendere l’esperienza museale più coinvolgente.  

Mercoledì 8 febbraio ci sarà il primo incontro pubblico, aperto a tutti, per decidere come procedere in questo esperimento e stabilire con quali modalità questo gruppo di lavoro allargato potrà interfacciarsi con i tecnici, così da collaborare alla realizzazione del nuovo museo archeologico. Il Vostro Museo, o meglio il Nostro Museo. "Non vogliamo mettere in campo un esercizio di stile - assicurano i responsabili - per poi imporre scelte dall’alto, anche se la legislazione italiana richiede determinati passaggi autorizzativi, l'idea nasce infatti da un sincero desiderio di affrontare tutti insieme questo percorso". 

Mercoledì 8 febbraio alle 20.30 tutti i cittadini sono invitati: amanti dell’archeologia, della storia locale, strenui visitatori di musei, insegnanti, studenti oppure portatori di competenze diverse, qualsiasi esse siano (esperti di architettura del legno? di antichi attrezzi agricoli? geologia? toponomastica? metallurgia? ecc.). Più competenze ci sono, meglio è.

 

Venerdì 3 febbraio alle 20:45, presso la biblioteca, sarà presentato il libro "Avere cura del parto ed esserne felici", un momento di dialogo tra filosofia e medicina verso una visione clinica e insieme etica della nascita. Saranno presenti gli autori, Sara Bignotti e Andrea Lojacono.

È possibile riappropriarsi del parto come evento non solo clinico ma anzitutto umano? La nascita in ospedale può considerarsi solo come storia clinica e non come vissuto personale? L’eccellenza di una sala parto dipende solo dalla conformità a protocolli di sicurezza ostetrica o anche dalla cura del benessere emotivo della donna durante tutta la gravidanza e il travaglio di parto?

Queste sono alcune delle domande – di molte madri, ma anche di professionisti della nascita – alle quali cercano risposta Sara Bignotti e Andrea Lojacono nel loro libro “Avere cura del parto ed esserne felici”. Venerdì 3 febbraio gli autori saranno ospiti della biblioteca momunale per un prezioso momento di dialogo tra filosofia e medicina proprio partendo dalle loro esperienze e dal loro libro. Il volume approfondisce i significati di fisiologia, etica, affettività e si conclude con un duplice lessico, filosofico e medico. Si propone come guida per chiunque si accosti all’esperienza forse più significativa della vita, scritta cercando di integrare una visione etica e clinica della nascita.

Sara Bignotti è caporedattore dell’Editrice Morcelliana ed editorialista, ha pubblicato traduzioni di testi di Berlin, Taylor, Schmitt, Böckenförde e saggi su riviste scientifiche e di cultura. Ha curato il volume intervista "Emanuele Severino, Educare al pensiero". Andrea Lojacono è direttore dell‘Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Desenzano, già dirigente di primo livello responsabile della Sala parto degli Spedali Civili di Brescia e ricercatore in Ostetricia e Ginecologia nel Dipartimento Materno Infantile e Tecnologie Biomediche dell’Università di Brescia. Ha pubblicato numerosi lavori scientifici e partecipato a congressi nazionali e internazionali.

L'ingresso è libero. È consigliata la prenotazione su www.sirmionebs.it o chiamando l'ufficio Cultura e Turismo del Comune di Sirmione al numero 030.9909184.

Sabato 1 aprile a Villa Galnica si terrà una cena con delitto. Le prenotazioni sono aperte fino al 28 febbraio inviando un messaggio whatsapp al numero 351.3225189.

 

Top secret la trama di quanto sarà messo in scena per i partecipanti all'evento, mentre è già pubblico il menù che accompagnerà la serata e comprende una degustazione di formaggi locali con confettura e miele, una degustazione di salumi accompagnati da grissini e focaccia alle olive, tartine con salsa alle noci, lasagne con radicchio e salsiccia, cupcake. La quota è di 49 euro e comprende anche acqua, vino della Valtenesi e caffè.

Dal 4 febbraio a Palazzo Callas Exhibitions ha preso il via la 15esima edizione della Mostra Collettiva degli Artisti Sirmionesi.

Sirmione apre ufficialmente l’anno delle celebrazioni del 100° anniversario dalla nascita della Divina con la XV edizione della Mostra Collettiva degli Artisti Sirmionesi, inaugurata a Palazzo Callas Exhibitions. “Colori all’Opera - Opera of Colors” è il titolo che accompagna l’edizione 2023, un omaggio alla Divina che ben 44 artisti – numero record nella storia della rassegna – hanno diversamente interpretato con le più svariate espressioni artistiche: 93 opere e 4 componimenti trasporteranno il pubblico in un viaggio meraviglioso di suoni, pittura, fotografia, poesia, scultura, grazie alla creatività degli Artisti Sirmionesi, capaci di raccontare attraverso le proprie opere l’indissolubile rapporto tra la penisola di Sirmione e l’amata Maria Callas.

L’allestimento di “Colori all’Opera” riporta ai diversi modi con cui possiamo utilizzare i “colori della voce” quando ci relazioniamo tra di noi; “colorando” di sfumature diverse ogni frase, anche ogni singola parola, possiamo suscitare emozioni uniche e particolari. Il colore della voce è quindi l’intenzione con cui si sta parlando o cantando: può raccontare gioia, critica, dubbio, ragionamento o creare un’atmosfera. Il giallo, il rosso, il blu, il verde e il nero diventano “modi di essere” e raccontano non solo il legame tra la voce degli artisti in esposizione e quella di colei a cui le opere sono ispirate, ma anche i diversi modi di interpretare l’opera stessa.

La mostra, allestita presso Palazzo Callas Exhibitions, resterà aperta dal 4 febbraio al 26 marzo 2023. Orario di apertura Venerdì: 15:00 – 18:00. Sabato, domenica e festivi: 10:30 – 12:30 / 15:00 – 18:00.

Espongono: Elisabetta Arici, Luisella Baccinelli, Renata Barilli, Roberto Bellini, Fabrizio Berlendis, Silvia Bertolina con Luciana di Giuseppe, Vanessa Beschi, Fabrizio Biolchi, Marco Bombana, Barbara Bottura, Elia Brighenti, Serena Campagnola con Giovanni Vanoglio, Maria Gioia Casagrande, Giada Crispiels, Maria Chiara Dal Cero, Alessandro Duina, Mauro Duina, Fabio Faccioli, Benedetta Ferranti, Cristina Gaiera, Fabio Giacomini, Vito Grisoni, Jennifer Guerra, Francesca Indiani, Nikolay Kalugerov, Alessia Maggio, Tanja Mastroiacovo, Chiara Mezzana, Enrico Mezzana, Gianfranco Monese, Antonello Perin, Maria Teresa Pietta, Anna Prandi, Giuseppe Rossini, Olga Tabyshkina, Cristina Treccani, Vita Maria Vaiana, Luciano Vicentini, Serena Maya Visconti, Renato Vismara, Elena Volongo, Mara Zanetti.

Giovedì 2 febbraio alle 20:30, presso Villa Galnica (via Roma 4), torna l'appuntamento con Puegnago che legge. Roberta Ghirardi questa volta dialogherà con Elena Mora, autrice di un libro sull'americana che fece abdicare il re.

Mentre tutto il mondo è occupato a leggere e parlare del nuovo libro di Harry, a Puegnago del Garda sarà presentato il volume "Wallis Simpson, una sola debolezza", edito da Morellini Editore. L'autrice indaga su un personaggio particolarmente scomodo per la monarchia inglese, dato che un re ha abdicato per lei. Divorziata, carismatica, ambiziosa e regina di stile, era così speciale da far perdere la testa a Edoardo VIII d'Inghilterra il quale non esitò a lasciare il trono, deciso a sposarla. L'unica debolezza di questa donna fu quella di tante altre persone del suo sesso di ieri e di oggi: affidare il suo destino nelle mani di un uomo.

Elena Mora è una delle penne storiche di "Diva e donna ", creatrice del blog "Un amore di nonna" e autrice di alcuni cartoni animati per la Rai. Sarà presentata dalla bookblogger Roberta Ghirardi, fondatrice del blog Il sole di Leo.  

Non mancherà il tradizionale angolo tisane, basta portare la tazza la casa e tutto il resto lo si trova sul posto.

A partire da domenica 19 febbraio alle 17. presso la Sala dell'ex Monte di Pietà, il Comune di San Felice del Benaco organizza quattro appuntamenti musicali da accompagnare con un aperitivo offerto dall'Alter Bar. Ingresso gratuito.

 

Quattro concerti, con aperitivo, per un inverno dal cuore romantico: questa la proposta dell'assessorato alla Cultura che prenderà il via domenica 19 febbraio alle 17. Si tratta di appuntamenti domenicali dedicati alla musica classica e organizzati in collaborazione con l’Associazione Corte delle Muse. Attraverso esecuzioni di grande fascino si verrà  accompagnati alla scoperta di passioni e incontri con la natura che, nel clima romantico dell'Ottocento, guidarono il pensiero e le emozioni  di intere generazioni.

La follia di Robert Schumann, la malinconia di Franz Schubert e uno slancio primaverile con la famosa Sonata per violino e pianoforte "La Primavera" di Beethoven.  Il 19 febbraio Alberto Dalgo al pianoforte suonerà musiche di Vivaldi, Mozart e Schumann; il 5 marzo sarà la volta di un omaggio a Schubert con Fantasia op. 103 suonata a quattro mani da Lorena Portalupi e Silvia Giliberto. Il 12 marzo un appuntamento interamente dedicato alle compositrici che furono (in)discusse protagoniste di un mondo musicale e di una società che tentò di soffocarle: sarà l'occasione per ascoltare le loro meravigliose musiche e la loro storia, grazie a Ensemble il giardino delle Muse. Il 19 marzo, infine, si accoglierà la primavera con l'omonima sonata in Fa maggiore di Beethoven, con Igor Riva al violino e Lorena Portalupi al pianoforte. A seguire, sonata n. 21 in Mi minore di Mozart. 

Il pubblico sarà accompagnato con una guida all’ascolto in tutti gli appuntamenti. Al termine, un brindisi alla musica con un aperitivo offerto da Alter Bar. Ingresso gratuito.

 

Un teatro vero e proprio con 100 posti e stato inaugurato in questi giorni a Villanuova sul Clisi in via Carpen. Si tratta di un'iniziativa dell'autoscuola Garda che ha destinato uno spazio adeguato e totalmente sostenibile per questa finalità. Il teatro si chiama sala Eleonora Duse, è polifunzionale e può essere utilizzato anche per concerti, conferenze e altre forme di spettacolo.

Ne parliamo questa settimana a Primo piano con Fabio Malacrida che ha fortemente voluto questa iniziativa. È una sorta di laboratorio a cui tutti possono accedere ad un costo davvero contenuto. Vi spieghiamo tutto nella nostra trasmissione su Primo piano dal lunedì al venerdì alle 8 e alle 12:30. Naturalmente su Radio 51.

Biblioteca di Vobarno: leggere poesie e filastrocche ai bambini per osservare il mondo, sé stessi e gli altri.

Incontri gratuiti ma necessaria la prenotazione on line. Info e contatti 333-8015096.

L'iniziativa si chiama "Genitori si cresce". L'appuntamento è fissato per martedì 31 gennaio alle ore 20.45 presso la biblioteca di Vobarno. Interverrà Luca Ganzerla, docente dell'Università di Verona esperto di letteratura dell'infanzia e dell'adolescenza. L'obiettivo è creare un incontro, un ambiente in cui vivere la poesia con i bambini. Appuntamento da non perdere.

Giovedì 16 febbraio alle 20:30, presso villa Galnica (via Roma 4, Puegnago del Garda), la scrittrice Carmela Scotti presenterà il suo ultimo libro, intervistata dalla bookblogger Roberta Ghirardi.

Non si fermano mai le proposte di "Puegnago che legge" e anche per i prossimi giorni si prepara un'offerta di tutto rispetto per i lettori e il pubblico affezionato, ma anche per tutti coloro che sono incuriositi da nuove letture, presentate in un'atmosfera suggestiva tra le coccole di una calda tisana (il consiglio è di portare la tazza da casa, a tutto il resto pensano gli organizzatori).

L'ospite di giovedì prossimo è Carmela Scotti, che si è guadagnata la fiducia di stampa e lettori dopo il successo di "L'imperfetta", finalista al prestigioso Premio Calvino. Collaboratrice di vari settimanali, la scrittrice si è fatta amare in modo particolare per la sua scrittura efficace e tagliente con cui va a scandagliare le relazioni familiari e le loro dinamiche imperfette e complesse, analizzate in profondità con particolare efficacia.

Giovedì 16 febbraio presenterà "Del nostro meglio", storia di un complicato rapporto fra madre e figlia durante il quale una dolorosa perdita si trasformerà in occasione di rinascita, come spesso del resto accade nella vita.

(Nella foto, l'angolo tisane a inizio serata)

Sabato 4 febbraio alle 18:30, presso la sala musica (centro civico, via XXV aprile 2, piazzale Alpini), la scrittrice Paola Barbato dialogerà con Cesare Fumana e con il pubblico presente. A seguire, aperitivo offerto dalla Pro loco di Vallio Terme.

L'evento è organizzato dalla biblioteca in collaborazione con il gruppo di lettura "Mondi di carta" e la Pro loco di Vallio Terme. L'ingresso è gratuito, gradita la prenotazione.

Per prenotare, inviare una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Ancora un evento nel cartellone messo a punto a Villanuova sul Clisi con il patrocinio del Comune: lunedì 30 gennaio alle 21:00 presso la sala polivalente Duse in via Carpen a Villanuova in scena "Il paradiso inaspettato. Ferramonti di Tarsia". Una storia nascosta che, nel buio di quegli anni, aiuta a credere che le scelte di ognuno di noi possono fare la differenza. Regia e interpretazione di Sergio Mascherpa, il testo è di Lucilla Perrini. L'evento si inserisce all'interno del Festival Pressione Bassa. L'ingresso è libero fino ad esaurimento posti. Informazioni e prenotazioni allo 0365371758.

Così scrive la Voce del popolo di questo spettacolo:

Filo spinato, turche improvvisate nella terra: il progetto del campo, realizzato in una zona da bonificare, era fatto a immagine e somiglianza di quello di Dachau. E fin qui, nulla ci stupisce. Dal campo passarono migliaia di persone. Eppure nessuno di loro, ebrei per la maggior parte, ma anche greci, albanesi, cinesi, giapponesi, neozelandesi e australiani, subì violenza, nessuno venne mandato in un campo di sterminio. Se, nello stesso periodo, 1940-1943, nel campo italiano della Risiera di San Sabba, a Trieste, si contano 5.000 vittime, qui a Ferramonti morirono quattro uomini, vittime collaterali di uno scontro aereo avvenuto nei cieli di Tarsia.

Erano senza libertà, costretti in un campo e alla fame, ma vennero trattati con rispetto e con dignità. All’interno del campo si mantenevano uniti i nuclei familiari. C’erano scuole per i bambini, una biblioteca, squadre di calcio e di pallamano organizzate in tornei, orchestre che si esibivano in concerti, compagnie teatrali con una loro  programmazione. C’era libertà di culto: una chiesa cattolica e tre sinagoghe. C’era un parlamento. Un vero paradosso: nell’Italia fascista, sotto dittatura, esisteva un campo di concentramento dove si riuniva regolarmente e in modo democratico un parlamento. Si celebrarono matrimoni e nacquero molti bambini, bambini che, ora uomini anziani, continuano da tutto il mondo a ritornare in questo piccolo paese calabrese per ricordare e ringraziare.

Una storia dimenticata, eppure sorprendente: grazie al comando che dirigeva il campo con grande umanità, agli internati che seppero, nonostante tutto, utilizzare al meglio in termini di creatività e di crescita la loro prigionia, alla gente di Tarsia, che aiutò e rischiò la vita per gli ebrei, Ferramonti fu davvero un “paradiso inaspettato” come scrisse il Jerusalem Post.

Quella di Ferramonti, raccontata da Mascherpa, è una storia che commuove, che ci aiuta, anche in questo momento difficile, a credere che le scelte di ognuno di noi possono fare la differenza. La rappresentazione dura 60 minuti. Le scene sono di Giacomo Andrico, i costumi di Mariella Visalli, le musiche originali di Claudio Smussi, le luci di Nicola Ciccone.

Per avere ulteriori informazioni su Teatro Laboratorio, contattare i numeri 320.3509376 - 030.302696, scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o consultare il sito teatrolaboratoriobrescia.net.

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