Il Distretto valsabbino ufficializza il proprio impegno per ottenere il marchio CAD. Di cosa si tratta? Comunità Amiche della Disabilità in Valle Sabbia? L’Ambito 12 progetta il futuro inclusivo.

Quanto è inclusivo per le persone con disabilità l’Ambito 12? Questa la domanda di partenza del Distretto valsabbino che ha avviato un nuovo percorso per mappare il territorio e capire se e quanto sia in grado di garantire alle persone con disabilità una prospettiva di vita adulta. Lo studio è affidato alla SIDiN – Società Italiana per i Disturbi del Neurosviluppo che nel 2021 ha creato il marchio CAD – Comunità Amiche della Disabilità in collaborazione con la Fondazione ASM, la Fondazione Villa Paradiso e la Congrega della Carità Apostolica di Brescia.

“Si tratta di un lavoro, in sinergia con l’Università Cattolica del Sacro Cuore e la SIDiN, di ascolto e di elaborazione di grande importanza perché vogliamo che l’Ambito 12 sia il più garante possibile per le persone disabili per supportare e assicurare loro un futuro di benessere, appartenenza e realizzazione individuale; potremo ‘scattare una fotografia’ sul nostro territorio e capire se ci siano già tutti i presupposti perchè ciò avvenga o quali siano gli elementi che necessitano di interventi” spiega Michele Zanardi, Presidente dell’Ambito 12 e Sindaco di Villanuova sul Clisi, che aggiunge: “Ci tengo a specificare che con il termine inclusività non facciamo riferimento solo all’assenza di barriere architettoniche, ma anche alla presenza di ruoli attivi nel mondo del lavoro, all’accessibilità ai trasporti pubblici, servizi sanitari e sensibilizzazione dei cittadini rispetto al tema; il progetto si propone infatti come leva di cambiamento sociale e proprio grazie ai fondi del PNRR avremo le risorse per le progettazioni future di servizi sempre più inclusivi”.

Il percorso si svilupperà con interviste a specifici campioni di cittadini da parte della Cattolica, la cui conclusione è prevista nella primavera 2023, e i risultati verranno valutati proprio dalla SIDiN.

Ispirato al progetto nato in Gran Bretagna Dementia Friendly Community, messo a punto dall’Alzheimer’s Society e poi ripreso in Italia, il marchio CAD nasce da una scrupolosa ricerca sui requisiti che consentono ad un territorio non solo di sostenere al meglio le persone con disabilità, ma anche di generare progetti di vita per tutti. Proprio per questo, l’ottenimento del marchio presuppone una serie di strumenti di lavoro quali, per esempio, il referenziale, ovvero lo strumento di identificazione di alcune aree di interesse (domini e indicatori) che le persone con disabilità vorrebbero e dovrebbero trovare in tutte le comunità amiche e che le identificano. Domini e indicatori sono oggetto di interviste i cui risultati vengono valutati nel Percorso di Analisi Documentale con l’obiettivo di individuare quanto viene valorizzato e integrato i costrutti del paradigma esistenziale (qualità della vita; welfare comunitario; progetto di vita).

Proprio per questo motivo, il Presidente della Fondazione ASM, Felice Scalvini, sottolinea che il compito degli enti filantropici non è semplicemente quello di erogare denaro per progetti di interesse per la comunità, ma devono distribuire saperi e creare relazioni nate dal dialogo con i soggetti che si rivolgono a loro. 

Questi saperi, che gli Enti ricevono, devono essere sviluppati e rimessi in campo. Da questo fondamentale passaggio prende vita il progetto “Comunità Amiche della Disabilità”, un mezzo con il quale dare possibilità a un territorio di valutare quanto i propri servizi siano inclusivi rispetto alla disabilità. Il Presidente Scalvini spiega la scelta del territorio dell’Ambito 12 come soggetto per lo sviluppo del progetto CAD: “Perché è stato importante scegliere di lavorare sui distretti? Sono quei territori che hanno più bisogno di specchiarsi nel presente per capire quali interventi attuare nel futuro. Questo processo è possibile attraverso una metodologia studiata ad hoc, che si sviluppa su più livelli e che permette di mandare sul campo rilevatori che parlano con cittadini e operatori che si occupano di disabilità”.