La comunità fondata da don Piero Ferrari (1929-2011), recentemente diventata fondazione, festeggia il suo primo mezzo secolo di vita con una serie di iniziative a partire dal 31 luglio, decennale della scomparsa del fondatore. L’obiettivo dichiarato è quello di comunicare lo stupore per quanto condiviso in questi anni e proprio a questo si ispira il titolo-slogan “Non possiamo tacere ciò che abbiamo visto”.

  

Fondazione Mamré è un arcipelago di realtà che assistono e accompagnano persone fragili, da sempre le più esposte nel dolore, coniugando lo spirito di servizio ereditato dal fondatore con una professionalità all’avanguardia e costantemente aggiornata. Era il 1971 quando il sacerdote bresciano avviò il primo nucleo di un progetto che dava risposte concrete ai bisogni rilevati nel corso del suo impegno pastorale. La necessità di contare su risorse umane, prima ancora che economiche, portò alla scelta coraggiosa di avviare una comunità di donne laiche, consacrate totalmente al servizio degli ultimi, con cui le associate condividevano la vita e i beni.

Tre giovani diventarono le prime affiliate di Mamré, dal nome biblico del luogo di incontro tra Abramo e tre forestieri – simbolo della Trinità – i quali, una volta ospitati sotto la tenda del patriarca, profetizzeranno la nascita di Isacco. Un luogo sterile che la visita di Dio rende fecondo, grazie al valore dell’accoglienza: il nome rivela dunque fin dall'inizio l'obiettivo dell'associazione. Tecla Cioli, attuale presidente della fondazione Mamré, è una di quelle tre ragazze, memoria storica della crescita di una comunità che oggi intende «rinnovare la propria fedeltà alle radici, nella consapevolezza di essere nel contempo chiamate a un cammino di rinnovamento continuo, senza sentirsi mai arrivate».

La comunità femminile Mamré si impegnò fin da subito a essere “sale e lievito” in una Chiesa che, dopo il Concilio Vaticano II, intendeva valorizzare le peculiarità dei laici come mai prima di allora. Grazie alla guida spirituale di don Ferrari, il carisma dell’accoglienza si concretizzò negli anni successivi con la nascita di comunità per disabili a Calcinato, Villa Carcina, Brescia, Desenzano e Clusane; oggi dedicate ai disabili operano sette comunità socio-sanitarie, una residenza sanitaria, tre alloggi per l’autonomia e un servizio di comunicazione aumentativa alternativa per facilitare la relazione in soggetti con difficoltà espressive, che offre interventi in ambulatorio ma anche a domicilio. A questi si aggiungono una casa-albergo per anziani a Clusane, centri diurni sempre per anziani a Clusane e Lograto, una comunità educativa per minori a Lograto e quattro alloggi protetti a Calcinato, Lograto e Clusane.

«Il proliferare dei servizi in molteplici direzioni non era stato programmato a priori – precisa Silvia Mombelli, del cda di Mamré – perché ogni volta che don Pierino incontrava un bisogno si interrogava su come rispondere e si attivava nell’immediato, in modo informale, strutturando istituzionalmente l’offerta solo in momenti successivi». Anziani, disabili e minori furono fin da subito i destinatari dell’azione di don Ferrari e della scelta di vita delle donne di Mamré, cui si aggiunsero un numero di dipendenti in continua crescita e numerosi volontari: ad oggi si contano 157 operatori e 180 volontari, con un fatturato annuo di circa 6 milioni di euro.

Negli anni Ottanta la sensibilità di don Ferrari, che nel frattempo aveva conosciuto Umberto Veronesi, lo renderà un pioniere nel campo della prevenzione oncologica personalizzata. Nel 1984 nasce perciò la Cooperativa Sociale Raphael con gli ambulatori di Calcinato e Clusane, che impiegano medici formati e aggiornati anche all’estero, nella consapevolezza, allora non scontata, che prevenzione e diagnosi precoce sono tra le armi più efficaci contro la malattia. Seguiranno nel 1994 l’Associazione Amici di Raphael e nel 2006 la Fondazione Laudato si’.

A dieci anni dalla scomparsa di questo sacerdote tanto poliedrico nel coniugare la carità, la sua figura sarà ricordata il 31 luglio a Clusane con una messa celebrata alle 18:30 dal vescovo di Brescia mons. Pierantonio Tremolada, mentre lo stesso giorno alle 10 sarà inaugurato l’archivio storico che custodisce i suoi scritti recentemente riordinati.

Le successive tappe delle celebrazioni del cinquantenario prevedono una lettura biblica (sabato 18 settembre alle 9:30 al Laudato si’ di Desenzano), una messa di ringraziamento celebrata dal vescovo in duomo a Brescia (sabato 2 ottobre alle 11), la presentazione del libro “Chinarsi, camminare, cantare” sui ritiri tenuti alla comunità Mamré da don Piero Ferrari (mercoledì 13 ottobre alle 17:30 presso il Laudato si’ di Desenzano) e il convegno “Il valore della vita. Chinarsi per far rialzare l’altro” (sabato 26 marzo 2022 alle 9:30, presso il Garda Forum di Montichiari). Gli eventi potranno essere seguiti anche su Zoom. Per informazioni più dettagliate, www.fondazionemamre.it.

Giovanna Gamba