Pubblichiamo la nota del Comitato costituituosi a Vobarno che si batte per mantenere la biblioteca nell'attuale spazio ex Falck. Qui si ricostruisce la vicenda e vengono indicate le ragioni. La nostra redazione è naturalmente pronta a dare spazio anche a ragioni diverse: siamo in attesa. Pubblicheremo senz'altro.

Vobarno, centro della bassa Valle Sabbia, poco più di ottomila abitanti, con un’economia vocata perlopiù all’industria e all’artigianato, dispone naturalmente di una biblioteca. Collocata un tempo presso alcuni locali del vecchio municipio; migrata poi, a partire dagli anni ’80, in alcuni locali nella zona centrale del paese, rivelatisi però presto insufficienti, la BIBLIOTECA DEI VOBARNESI ha finalmente trovato dal 2006 una nuova prestigiosa sede.

Nell’ambito dell’articolato progetto di recupero delle aree su cui sorgeva una parte delle Acciaierie Falck, nella struttura della vecchia punteria, grazie alla lungimiranza e all’impegno dei sindaci di quegli anni, Andrea Barbiani prima e Marina Corradini poi, Vobarno ebbe finalmente una BIBLIOTECA degna di questo nome: “una scheggia di Beaubourg trapiantata in Valsabbia” l’ha definita il noto politologo Vittorio Emanuele Parsi, che ne è stato ospite; “La cattedrale della cultura”  ama chiamarla il professor Alfredo Bonomi, punta di diamante della cultura bresciana. Ed hanno ragione, visto che si tratta di un’opera davvero straordinaria.

Vedere per credere: 1600 mq di spazi aperti al pubblico, tra cui aree destinate specificatamente ai più piccoli; più di 50.000 volumi, materiali multimediali e grafici; un vasto auditorium capace di più cento posti; postazioni multimediali e connessione wi-fi. Ma a colpire il visitatore è soprattutto la soluzione architettonica che, conservando l’antica struttura produttiva della punteria, ha saputo creare uno spazio funzionale, gradevole e versatile: il luogo che fu del sudore e della fatica, è ora il luogo della cultura e del sapere.

Ebbene: questo “fiore all’occhiello” della comunità vobarnese, questa biblioteca che molti ci invidiano e che tutti ammirano, verrà smantellata. Così ha deciso l’Amministrazione in carica. La “nuova” sede sarà palazzo del vecchio municipio (un edificio risalente alla metà dell’Ottocento e recentemente risistemato).

Alcun eloquentissimi numeri: i 1600 mq attuali saranno solo un ricordo; la nuova struttura ne potrà offrire solo 369 (nemmeno un quarto!). La filosofia della biblioteca pubblica – com’è universalmente noto – è quella di mettere l’utente in contatto “fisico” con il libro: il libro deve essere esposto, visibile, sfogliabile, fruibile direttamente dall’utente. Attualmente tutto il patrimonio librario è disposto su scaffalature aperte e accessibile agli utenti; nella nuova sistemazione il 70% del patrimonio librario sarà invece depositato in un magazzino chiuso al pubblico e solo il 30% troverà posto sugli scaffali della biblioteca.

Gli spazi offerti dal vecchio municipio si trovano su ben quattro piani (con quel che ne consegue in termini di controllo e di fruibilità).

Auditorium addio! Una biblioteca ha bisogno di avere nella sua struttura uno spazio attrezzato utilizzabile per incontri, proiezioni, mostre, esposizioni o mostre. Nel vecchio municipio, a piano terra, nell’ex farmacia, si è ricavata una striminzita saletta con una trentina di posti.

Anche il tema della sicurezza va verificato e solleva qualche perplessità: al vecchio municipio si accede infatti attraverso l’antico scalone ottocentesco, unica via di accesso e di fuga in caso di emergenza. Vi è naturalmente anche un ascensore, presumibilmente insufficiente per sostenere l’andirivieni dell’utenza e del personale (e peraltro non utilizzabile, secondo normativa, in caso di emergenza!).

Preoccupati della situazione (negli ultimi anni si è assistito a una forte contrazione degli investimenti, soprattutto per quanto riguarda l’acquisto dei libri; a una riduzione sensibile degli orari di apertura; al taglio di alcune iniziative ecc.) già nei primi mesi dell’anno alcuni cittadini hanno dato vita al comitato SALVABIBLIO, che sta operando in tutti i odi per “evitare lo scempio” e che nei mesi di febbraio e marzo ha raccolto più di mille firme di cittadini che vogliono che la biblioteca rimanga dove si trova.

Ci è capitato di leggere che con le tecnologie moderne (…) con un computer e una stampante in pochi minuti possono entrare in possesso di ogni tipo di informazione dalla matematica alla filosofia, dalla geografia alla storia. Tutto ciò che si desidera è a disposizione limitando i costi che gravano sui contribuenti vobarnesi.

Temiamo che questa sia la filosofia di fondo: la cultura non paga, non porta voti. E non produce risorse!

Siamo anche abituati a sentirci dire: “Abbiamo preso i voti e comandiamo noi!”. A parte il fatto che i voti si prendo no per “amministrare” e non per “comandare”, ci parrebbe che su un tema così importante (e che, tra l’altro, mette sul piatto 150mila euro di denaro pubblico), fatte salve le prerogative che la legge attribuisce al Sindaco e all’Amministrazione comunale, sarebbe utile aprire una discussione e sentire l’opinione dei vobarnesi, tanto più che – come s’è detto - pochi mesi or sono più di mille cittadini hanno firmato una petizione che chiedeva che la Biblioteca rimanga al suo posto.

Aiutateci!