“Uno sforzo collettivo di affermazione della necessità di rinascere”: così Francesca Bazoli, presidente della Fondazione Brescia Musei, ha definito la mostra itinerante “GestoZero. Istantanee 2020”, ospite al Museo di Santa Giulia dall’1 agosto al 20 settembre 2020.

Una mostra che nasce come “chiamata alle armi” degli artisti bresciani, bergamaschi e cremonesi, in risposta all’appello lanciato da Maurizio Donzelli ad aprile 2020: davanti alla tragedia del Covid-19, dove sono gli artisti? Dove il loro lavoro diventa unico e uguale per tutti? Prende così forma il Manifesto “GestoZero”, seguito da una pagina Instagram e, infine, dalla mostra. Al cuore del Manifesto, una citazione del filosofo Giorgio Agamben: “Come abbiamo potuto accettare […] che le persone che ci sono care e degli esseri umani in generale non soltanto morissero da soli, ma che […] i loro cadaveri fossero bruciati senza un funerale?”. Una provocazione alla quale l’esposizione prova a dare voce attraverso la domanda: “Cosa c’è dopo il gesto zero?” e il contributo di 71 fotografie d’artista e 41 opere, che rappresentino quanto allo spettatore è solitamente celato: “Mani che pensano e, pensando, fanno”, la musicalità del gesto raccontata in soggettiva.

L’esibizione, curata in particolare da Ilaria Bignotti insieme ad ACME Art Lab, Giorgio Fasol e Matteo Galbiati, si divide in quattro macro-percorsi che, partendo dal grado zero della pittura, attraverso il rapporto tra isolamento, condivisione e memoria, giungono al concetto di rigenerazione e “incominciamento”. Il gesto artistico come capacità di vivere nuovamente, per “aprire forse ancora una porta, o solo una fessura, per infinite altre porte da aprire”, come scrisse il pittore Emilio Vedova nel 1954.

“Siamo in un tempo sospeso: è necessario parlare con linguaggi diversi ai cittadini, per elaborare il lutto, le sofferenze e la mancanza di relazione” - afferma il sindaco Emilio Del Bono - “Non sprechiamo questa occasione unica nella storia, lasciamo una traccia”.

Chiara Mento