Sabato 23 settembre, presso la sede dell'Archivio di Stato (via Galilei 42), verrà inaugurata una mostra sui luoghi della cura e i rimedi dal Quattrocento all'Ottocento. La presenta uno dei curatori, il nostro collaboratore Giuseppe Merlo. L'esposizione resterà aperta fino al 19 gennaio 2024, dal lunedì al venerdì (ore 9-14, su prenotazione).

Nella tribolata stesura della sua opera più famosa, I promessi sposi, Alessandro Manzoni, come da sempre insegnano, sciacquò i famosi panni in Arno; ma non sempre si dice che vi fu un altro importante risciacquo. Poiché si trattava di inquadrare le tribolazioni dei due fidanzati in una Lombardia di primo Seicento, tra dominio spagnolo, guerre e pestilenze, Manzoni per comprendere al meglio, quasi immergersi, in quel secolo divenne assiduo frequentatore d’archivio; frequentazione che gli spalancò le porte su un mondo solo in apparenza dimenticato e che gli permise, non solo di non cadere in errori, ma di scrivere un’altra importante opera: Storia della colonna infame.

Per chi, come il sottoscritto, in un archivio vi lavora è un continuo passaggio tra passato e presente e ciò ci fa più consapevoli che se le continue innovazioni modificano il quotidiano, la scienza avanza e i costumi cambiano, la natura degli uomini non cambia, né in meglio né in peggio, e una delle emozioni che più non si modifica è la paura: del futuro, delle malattie della morte.

È su questa consapevolezza che è stato creato il percorso multimediale dell’esposizione  Tra paura, devozione e scienza, che si inaugura sabato 23 settembre presso l’Archivio di Stato di Brescia (informazioni sul sito dell’Istituto cliccando qui). In un immersivo percorso dove le nuove tecnologie e i documenti d’archivio dialogano, scardinando gli ostacoli che sovente rendono ostica la comprensione di questi ultimi, il visitatore si destreggerà, con inedita naturalezza, tra delibere, provvisioni, bandi, regolamenti, mappe che ripercorrono la storia delle epidemie e della sanità bresciana dal secolo XV all’ Ottocento, ne uscirà più che affascinato. Incontrerà il negazionista, il complottista, leggerà antichi “green pass” e bandi che prescrivono forzate reclusioni, chiusure di commerci e il ricordo andrà a ciò che sperimentammo durante il covid.  

Giuseppe Merlo