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La Rio de Oro Gavardo Onlus ha avviato una sottoscrizione per aiutare le migliaia di persone che hanno perso la casa e il poco che avevano.

Li avevamo conosciuti tempo fa perché da alcuni anni nei mesi estivi ospitano bambini disabili provenienti dai campi nel deserto del Sahara. Quattro comuni della nostra provincia (Gavardo, Vallio, Calcinato e Caino), coordinati dall’associazione gavardese, si erano alternati nell’accoglienza e avevano organizzato i controlli medici, le cure e il tempo libero per i più sfortunati di un popolo già condannato da anni a un’ingiusta miseria. Ora gli occhi profondi e sorridenti di quei bambini, che incontrati una volta si ricordano con emozione per sempre, fissano vuoti il vuoto intorno a loro. 

Marco Piccoli, presidente dell’Associazione Rio de Oro Gavardo Onlus, ci informa che nei giorni scorsi i campi profughi sono stati colpiti da un’alluvione devastante. In villaggi dove le case sono costituite da tende di stracci e muri di fango essiccato, la pioggia diviene la peggiore dei nemici. Infatti, nel volgere di poco tutto è stato spazzato via: migliaia di famiglie sono all’addiaccio in un luogo dove in questa stagione le notti sono freddissime. Purtroppo le piogge hanno distrutto anche gran parte delle strutture assistenziali, edificate con grandi sforzi grazie alle associazioni umanitarie, e sono inoltre andate perdute numerose riserve di cibo, vestiti e acqua potabile.

Gli organi di informazione internazionali hanno trascurato la notizia, e chissà perché questo non ci stupisce; sono stati invece i social a farla rimbalzare fino a noi, così da mobilitare le associazioni al più presto. Un primo "pacchetto" di aiuti gavardesi è già in viaggio insieme a un'équipe medica appena partita da Roma. Si sono mosse anche l'agenzia delle Nazioni Unite e la Croce Rossa tramite la Mezzaluna Rossa, ma non c'è tempo da perdere perché la ricostruzione non può aspettare e le condizioni di vita, soprattutto dei più deboli, sono già molto a rischio.

L’emergenza è massima, insomma, e anche per questo desideriamo diffondere l’appello di Marco e di tutti i volontari che in questi anni hanno offerto tempo e aiuti a un popolo cacciato dalla propria terra e costretto a vivere accampato nel deserto ormai da 40 anni. Era infatti il 1975 quando il Marocco occupò i loro spazi riducendoli allo stato di profughi, in pieno deserto, nella zona del Saharawi a sud-ovest dell’Algeria. Un popolo dignitoso, anche nella povertà, la cui sopravvivenza però dipende ora dall’aiuto di chi è più fortunato di loro. Da tutti noi.

IBAN RIO DE ORO GAVARDO ONLUS IT 31 V 08078 55430 000033003425 CAUSALE: “Emergenza Alluvione”.

Nelle foto scelte, abbiamo volutamente accostato immagini di devastazione con altri attimi sereni immortalati durante il soggiorno bresciano dell'estate scorsa. Auguriamo ad Abdellai e a tutti gli altri amici del deserto, nostri "piccoli ambasciatori di pace", di tornare presto a sorridere.

Giovanna Gamba

Per altri dettagli sul popolo Saharawi e sull’esperienza bresciana dei piccoli disabili, vedi Gavardo, Vallio, Calcinato, Caino: poker della solidarietà per i bimbi del deserto