Cronaca

20 arrestati, 152 indagati e 111.760 persone controllate. 3.704  pattuglie impiegate, 2.943 servizi di vigilanza negli scali ferroviari e 586 a bordo di 1.325 treni. 175 servizi antiborseggio, 10 minori rintracciati, 28 contravvenzioni elevate ai sensi del  Regolamento Polizia Ferroviaria e del Codice della strada, 2 pattuglioni straordinari. Questo il bilancio dell’attività nel mese di gennaio della Polizia Ferroviaria in Lombardia, potenziata in relazione alla necessità di garantire il rispetto delle disposizioni governative di contenimento del Covid-19.

Il Compartimento Polfer per la Lombardia ha svolto la propria attività di controllo all’interno delle stazioni e sui treni per garantire la sicurezza dei viaggiatori e al fine di prevenire e contrastare i fenomeni delittuosi e di degrado in ambito ferroviario, soprattutto vista l’ancora attuale situazione pandemica.

 

Sabato mattina il nivologo provinciale, Federico Rota, ha effettuato un sopralluogo ed ha verificato le condizioni dei luoghi.

Poichè sono terminate le condizioni più critiche e le temperature sono in abbassamento, il nivologo ha dato parere favorevole all’apertura della sede stradale della SPBS 345 “delle tre Valli” dal km 44+000 al km 49+700.

E' stata pertanto data disposizione per la pulizia del piano viabile all’impresa che si occupa della manutenzione ordinaria e dello sgombero neve della strada provinciale.

Viste le abbondanti nevicate di quest'inverno, ultima quella di sabato mattina, i versanti a monte della strada provinciale sono carichi di neve.

La situazione verrà quindi monitorata attentamente dal nivologo e domenica e lunedì saranno presenti nella località Maniva alcuni volontari della Protezione civile dei comuni di Collio e Bovegno per la sorveglianza.

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Fotografia: repertorio

 

 

 

Sembra il titolo di un film, invece è lo scenario che si è presentato ad una pattuglia del distaccamento di Salò nei giorni scorsi. Chiamati a intervenire sulla Ss 45 bis nel comune di Rezzato, si sono trovati davanti un giovane toro, fuggito da una stalla, che passeggiava tranquillamente sulla tangenziale.

Dopo aver percorso gran parte della arteria principale, l’animale è stato portato in un campo adiacente grazie all’aiuto di un medico veterinario intervenuto casualmente. In seguito, è stato riportato nella stalla incolume. Fortunatamente l’episodio si è concluso con un lieto fine, anche se si sono create lunghe code per le persone curiose che in effetti questa volta hanno rallentato la marcia per qualcosa di davvero insolito.

Grave incidente sul lavoro a Villanuova sul Clisi. E' stato colpito alla schiena dalla benna di un escavatore ed è caduto a terra privo di sensi. Per lui non c'è stato più nulla da fare. La vittima è Vittorio Franzoni, operaio di 52 anni originario di Nuvolera ma ormai da diverso tempo residente a Bedizzole: è qui che abitava con la moglie Mariavera e il figlio Luca, di 11 anni.

 

Il tragico incidente sul lavoro, il terzo mortale in provincia di Brescia dall'inizio dell'anno, è avvenuto giovedì intorno alle 13.30 a Villanuova sul Clisi, all'imbocco di Via Romana subito dopo l'Italmark e il ponte che attraversa il fiume Chiese durante alcuni lavori.

 

Nei giorni scorsi agenti della Divisione di Polizia Amministrativa della Questura di Brescia, impiegati nel servizio specifico di verifica del rispetto delle misure di contenimento della diffusione del virus COVID 19, hanno svolto un controllo presso un locale in Piazza Tebaldo Brusato a Brescia, dove è stato appurato che il titolare aveva somministrato bevande alcoliche a dei minori, tutti sedicenni, senza essersi accertato della loro reale età.

Gli agenti hanno constatato che all’interno del locale erano presenti sette ragazzi intenti a consumare bevande alcooliche. I minori sono stati escussi a sommarie informazioni, mentre il titolare dell’attività è stato sanzionato per la somministrazione di alcolici a minorenni.

 

 

 

Domenica mattina 7 febbraio dalle ore 8,00 alle ore 14,00 Ponte Caffaro. La polizia locale della Valle del Chiese rende nota la sospensione della circolazione stradale sul ponte ai veicoli con larghezza superiore a 2,30 m. ad eccezione dei mezzi di soccorso e di emergenza per i quali verrà consentito il transito nel più breve tempo possibile.

 

 

Oggi è una giornata fatidica. Potrebbe davvero cambiare il corso della diffusione del contagio da covid -19 Infatti, da stamattina verranno vaccinati centinaia di anziani bresciani, le persone che da un anno a questa parte hanno dato il maggior tributo di dolore al Covid-19. Da oggi a domenica verranno vaccinate 400 persone con più di 80 anni (si parte dai più anziani) nel centro vaccinale di via Morelli a Brescia e al presidio ospedaliero di Manerbio (Asst Garda). Lo scrive il Giornale di Brescia.

 

Proseguono gli interventi della Polizia Locale di contrasto allo spaccio di droga. Martedì 2 febbraio gli agenti hanno arrestato una persona in via Liguria e hanno sequestrato circa nove grammi di eroina e oltre seicento milligrammi di cocaina. 

Da diversi giorni gli uomini della Polizia Locale stavano tenendo sotto controllo i movimenti di un italiano che si spostava alla mattina a bordo di una Ford in diversi punti della città, tra i quali via Codignole, il quartiere Perlasca, via Corsica e la zona di via Don Bosco, a Brescia, recandosi anche direttamente nelle abitazioni di persone conosciute dalle forze dell’ordine come tossicodipendenti.

La mattina del 2 febbraio una pattuglia lo ha visto consegnare alcune bustine al Villaggio Sereno, in via Codignole e in via Corsica, sempre con la medesima modalità. Una volta parcheggiata la Ford, l’uomo veniva infatti raggiunto dagli acquirenti con i quali scambiava la merce attraverso il finestrino, ricevendo in cambio del denaro.

L’ultima persona che lo ha avvicinato è stata poi intercettata dagli agenti che le hanno trovato addosso una confezione di cellophane contenente 328 milligrammi di cocaina.

 

Nel frattempo l’italiano si è diretto in via Liguria dove è stato sorpreso dalla pattuglia mentre stava ricevendo, attraverso il finestrino della sua automobile, una banconota da 20 euro da una donna, in cambio di un piccolo sacchetto. Alla vista degli agenti l’italiano ha cercato di bloccare le portiere della vettura e ha tentato di inghiottire due grossi involucri.

L’uomo ha tentato di resistere al fermo tirando calci e pugni, sbracciando e dimenandosi ma la pattuglia è riuscita a bloccarlo e a recuperare i due sacchetti che aveva provato ad ingerire. All’interno delle due confezioni sono stati trovati 346 milligrammi di cocaina e sette confezioni di eroina del peso di quasi nove grammi. Addosso all’italiano sono stati inoltre trovati 125 euro in banconote di vario taglio. Gli agenti hanno perquisito la Ford e l’abitazione dell’uomo, senza trovare però altra sostanza stupefacente.

Su disposizione del Pubblico Ministero, l’italiano è stato trattenuto nelle Camere di Sicurezza del Comando in attesa del giudizio per direttissima.

 

 

La Polizia Stradale di Brescia ha denunciato dodici persone, undici extracomunitari ed un italiano che si era presentato per superare l’esame per la patente di guida di categoria C. L’assistenza durante l’esame teorico per il conseguimento della patente di guida è diventata un vero e proprio giro d’affari che va ad ingrassare le tasche di organizzazioni criminali che non si preoccupano più neanche di rientrare in possesso delle apparecchiature fornite e che continua a favorire un fenomeno che mette in strada patentati che disconoscono le regole della circolazione mettendo a rischio l’incolumità altrui.

Gli agenti hanno rinvenuto telefoni, una microtelecamera occultata nel bottone di una polo, un’altra nascosta ed incollata tra i capelli del candidato, microauricolari anche delle dimensioni di pochi millimetri, smartphones e modem wireless. Ingenti sono state anche le somme di denaro sequestrate ai candidati, utilizzate al termine dell’esame per “sdebitarsi dell’aiuto fornito”.

Per arginare il fenomeno “patente facile”, le guardie giurate della Motorizzazione sono state dotate di metal-detector per effettuare un filtraggio dei candidati che accedono nell’aula d’esame e nonostante, sia stato affisso un cartello, all’ingresso, tradotto in varie lingue, che li informa del controllo, nessuno demorde ed i numeri dei frodatori restano alti. Basti pensare che in un’unica sessione, durante un controllo svolto proprio dagli agenti della stradale, con l’utilizzo del solo metal detector, sono stati “beccati” tre candidati che sotto i loro abiti celavano attrezzature elettroniche non consentite.

La Polizia Stradale sta comunque svolgendo delle indagini, andando indietro nel tempo, ed è già riuscita ad identificare diversi soggetti, per la maggior parte extracomunitari, che hanno ottenuto la patente di guida tramite apparecchiature illecite e sta già provvedendo al sequestro delle patenti di guida, illegalmente conseguite, per evitare conseguenze importanti.

 

 

Nell’ambito di una complessa e ampia indagine di polizia giudiziaria, denominata “GEMELLI”, volta a disarticolare strutture ‘ndranghetiste periferiche nel Nord Italia, coordinata dai Sostituti Procuratori dr. Paolo SAVIO e dr.ssa Claudia MOREGOLA, della Direzione Distrettuale  Antimafia della Procura della Repubblica di Brescia, in data odierna si è dato corso a 15 perquisizioni a carico di altrettante persone fisiche, con contestuale esecuzione del decreto di sequestro preventivo d’urgenza di attività economiche tra cui importanti società di autotrasporti e società immobiliari ed edili, per un valore totale di circa 1.500.000,00 euro.

Tale valore rappresenta parte dei reinvestimenti della locale di ‘ndrangheta operante a Viadana (MN) affiliata alla famiglia Arena di Isola di Capo Rizzuto e comprende le quote sociali nonchè patrimoni aziendali di 4 rilevanti società di autotrasporti, aventi sede nelle province di Mantova, Reggio Emilia e Crotone e riconducibili al sodalizio, 7 fabbricati, 3 terreni e 14 automezzi.

 

Le investigazioni hanno avuto ad oggetto un’associazione per delinquere‘ndranghetista di soggetti originari di Isola di Capo Rizzuto o comunque del crotonese che si sono da tempo stanziati nel mantovano e che hanno promosso e organizzato una cosca di ‘ndrangheta, che ha gestito per anni il territorio di Viadana (MN).

 

L’indagine è stata svolta dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, dalle Squadre Mobili di Brescia e Mantova, dal Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza e dal G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Brescia, permettendo di far luce sull’infiltrazione e sul radicamento della criminalità organizzata nel tessuto economico del Nord Italia, in particolare nei settori dell’autotrasporto ed immobiliare delle province di Mantova e Reggio Emilia.

 

L’attività ha consentito, tra l’altro, di confermare il contenuto di una rilevante intercettazione telefonica svolta nel 2006, che aveva già individuato l’egemonia dell’organizzazione ‘ndranghetista radicatasi nel territorio di Viadana. In merito, in una delle conversazioni intercettate, veniva invitato un noto personaggio della criminalità calabrese a trasferirsi al Nord perchè “… qua Viadana è nostro, ora ci possono prendere 30 anni, 50 anni o l’ergastolo, ma Viadana è il nostro …”.

 

Tra le persone perquisite, anche un ex consigliere prima e, successivamente, ex assessore comunale di Viadana che ha partecipato al sodalizio quale punto di riferimento anche politico per l’organizzazione ‘ndranghetista.

In particolare, l’indagine di polizia giudiziaria ha permesso di accertare che, a partire dalla fine degli anni ’90, alcuni soggetti originari di Isola capo Rizzuto (KR) si sono trasferiti appositamente in provincia di Mantova e segnatamente nel comune di Viadana, con il fine di riciclare ingenti somme di denaro reinvestendole, principalmente, in aziende attive nel trasporto di merce su gomma ed operazioni immobiliari.

Proprio il settore degli autotrasporti veniva pesantemente condizionato dalla costituzione di un vero e proprio cartello tra imprese e dal ricorso sistematico a pratiche illegali.

 

Tali investigazioni hanno consentito di appurare che gli indagati, nel giro di pochi anni, hanno conseguito un notevole benessere economico, del tutto sproporzionato rispetto ai redditi effettivamente percepiti. In particolare, hanno investito denaro nella costituzione di società nel settore del trasporto su strada, operanti nell’economia reale, inquinando il tessuto economico “sano” e reimpiegando i proventi illeciti, così guadagnati, nel settore immobiliare.

Tra le condotte illecite del sodalizio, anche delitti tributari quali l’omessa dichiarazione, l’occultamento o distruzione di documenti contabili e la sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte, di cui al decreto legislativo n. 74 del 2000.

I soggetti, pienamente consapevoli delle condotte delittuose poste in essere e prevedendo di poter essere colpiti da sequestri hanno provveduto, nel corso del tempo, ad intestare fittiziamente beni e quote societarie a terzi, trasferendo in modo fraudolento tali valori anche appartenenti al proprio nucleo familiare.

 

Nell’ambito di altra ed autonoma attività di polizia giudiziaria odierna, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia bresciana, sono state inoltre effettuate dai Nuclei di Polizia Economico-Finanziaria di Brescia e Cremona della Guardia di Finanza perquisizioni personali, domiciliari e societarie a carico di sodali del clan Grande Aracri, operanti in provincia di Cremona. Il sodalizio, per il tramite di società operanti nel settore edile, commetteva frodi fiscali attraverso l’emissione e l’utilizzo di fatture false, core business della cosca ‘ndranghetista. 

 

Le suddette attività della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza s’inquadrano nel più ampio contesto delle azioni volte al contrasto del radicamento delle associazioni per delinquere di tipo mafioso nel Nord Italia.

 

 

Riceviamo e pubblichiamo.

Non si è fatta attendere la replica dei cacciatori della provincia di Brescia dopo la comparsa, settimana scorsa, del manifesto choc in zona Sant’Eufemia, firmato dalla “LEAL - Lega Antivivisezione” e dalla “LAC - Lega Abolizione Caccia” contro la caccia.

“Non odiare ciò che non conosci – Io sono cacciatore” recita il nuovo manifesto diffuso da un gruppo di cacciatori autonomi.

Floriano Massardi, vicecapogruppo della Lega al Pirellone, ha così commentato:

“Sono da sempre in prima linea nella lotta per la difesa dei diritti dei cacciatori. Il manifesto comparso settimana scorsa, che rappresentava i cacciatori come degli assassini, è stato un attacco vergognoso e intollerabile. La caccia è tradizione, storia del nostro territorio e appartiene da sempre al nostro retaggio culturale. Non posso che plaudere alla risposta prodotta dagli amici cacciatori e promotori dell’iniziativa Luca, Stefano e Nicoló, che si sono liberamente associati per replicare, chiaramente indignati per quanto accaduto.

 

Il manifesto oltretutto dimostra, ancora una volta, come certe accuse di violenza, che vengono regolarmente recapitate al mondo venatorio, non vi appartengano minimamente. Da una parte le associazioni animaliste attaccano a testa bassa paragonando i cacciatori agli assassini; i cacciatori replicano diminuendo i toni, invitando al dialogo e al confronto. “Non odiare ciò che non conosci” è uno slogan perfetto. I cacciatori svolgono da sempre un’attività a favore dell’ambiente, delle zone boschive e della loro conservazione, contribuendo a mantenere intatto l’ecosistema, a tutto vantaggio della flora e della fauna.

Questo è l’aspetto che le associazioni che combattono le pratiche venatorie cercano in tutti i modi di nascondere. È più facile per loro diffondere immagini dal forte impatto visivo come le mani grondanti sangue. Da troppo tempo infatti le offese e a volte, ahimè, anche le aggressioni, sono diventate piuttosto comuni ai danni dei cacciatori. Il confronto e la presentazione di opinioni e posizioni diverse dalla narrazione animalista “da salotto” è spesso causa di insulti e minacce.

Non posso quindi che esprimere tutta la mia solidarietà ai cacciatori e plaudere all’iniziativa mediatica che hanno deciso di intraprendere: informare sul valore della caccia e della sua conservazione è importantissimo. Personalmente continuerò ad impegnarmi a favore della tutela di questa importantissima tradizione del nostro territorio, contro ogni ingiustificato attacco”.

 

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