Costume

Lo storico dell'arte Giuseppe Merlo fa il punto sull'anno appena concluso e sui relativi eventi legati a Bergamo Brescia Capitale italiana della cultura. Con il piglio che tutti conosciamo.

Sono trascorse diverse settimana da quando, senza rimpianti, Brescia ha ceduto lo scettro di capitale italiana della cultura. Furono giorni nei quali, a commossi discorsi su quanto si era spesa la città per essere all'altezza del ruolo si alternavano trionfanti bollettini sui mirabolanti flussi di visitatori e di quanto proficuo fosse stato l’abbraccio con Bergamo.

Ma è stata vera gloria? A distanza di mesi cosa rammentiamo di quegli eventi? La visita del presidente Mattarella, le luci inaugurali o le varie esposizioni i cui visitatori sono stati ben al di sotto delle aspettative e dei fondi, con tanta generosità elargiti. Mostre imbarazzanti, per mancanza di basi scientifiche, altra mera occupazione di spazi nei quali statue, fotografie dialogavano con chissà chi o cosa. Esposizioni simili a botteghe antiquarie dove si servivano, su lussuosi piatti, gli avanzi di un pranzo più volte servito; in un’ipotetica gara tra il Pitocchetto e il casoncello quest’ultimo ne esce senz’altro trionfante.

Se gente è venuta a Brescia, e di gente ne è venuta, è per la sua antica bellezza che noi ogni giorno ignoriamo e calpestiamo con la nostra boriosa maleducazione. Tutto è stato dimenticato, i bilanci sono stati appianati con generose contribuzioni pubbliche. L’anno si è aperto con un leggero “consommé” di acquerelli risorgimentali e una riscaldata minestra “macchiaiola”, che non merita essere detta ribollita tanto è sciapa da non poter essere associata alla gustosa zuppa toscana. “Brescia sdegnosa d’ogni vil pensiero” attende la mostra sul Rinascimento nella speranza che non sia uno scongelato ragù a base di Moretto, Romanino, Savoldo. Buon appetito Brescia!

Giuseppe Merlo

Il Vittoriale degli Italiani chiude il 2023 con un bilancio più che positivo per il numero di visitatori. A fare da traino l'occasione di Bergamo Brescia Capitale della Cultura, ma non solo quello.

Il 2023 ha segnato un record di 300mila presenze, un successo che va sottolineato con orgoglio. "Il Vittoriale si conferma una delle realtà museali più virtuose - afferma Francesca Caruso, assessora regionale alla Cultura - e un fiore all'occhiello del patrimonio artistico lombardo. Il dato importante sui visitatori testimonia anche la grande attrattività della Lombardia nell'anno appena trascorso di Bergamo Brescia Capitale della Cultura. Il Vittoriale è un esempio di come la cultura possa rappresentare un grande valore per il territorio e generare indotto per l'economia locale. Mi complimento col presidente della Fondazione del Vittoriale, Giordano Bruno Guerri, per la gestione sempre appassionata, propositiva ed efficiente". 

"Regione Lombardia - ha concluso l'assessore Caruso - in questi anni ha stanziato oltre 1,1 milioni di euro per sostenere il Vittoriale, compreso il contributo da 500.000 euro per la riqualificazione del 'Parlaggio', l'anfiteatro all'aperto che costituisce un'opera rilevante dal punto di vista storico, architettonico ed estetico. Siamo e saremo sempre accanto a questo autentico tesoro culturale lombardo".

 

Secondo i dati di Confcommercio Lombardia, in queste festività natalizie crescono le presenze turistiche in montagna e sui laghi lombardi. In vista dell’appuntamento olimpico l'obiettivo è ora potenziare i driver vincenti: ulteriore ammodernamento di strutture ricettive e infrastrutture, oltre a un incremento della formazione del personale e della comunicazione.

In crescita la montagna, bene i laghi e attenzione per cultura e arte: si preannuncia un turismo in crescita per le festività natalizie. I risultati di un’indagine di Federalberghi, che evidenziano come oltre il 30% dei 19 milioni di italiani in viaggio tra Natale e Capodanno sceglieranno come destinazione la montagna, sono confermati dal trend di prenotazioni per le aree alpine e prealpine lombarde. 

Stabili rispetto ad un anno fa, con il tutto esaurito, le località del Bresciano e le mete bergamasche, con buone presenze in Val Brembana e il sold out in Val Seriana. Le montagne lecchesi registrano un lieve incremento del 2%, mentre in provincia di Sondrio spiccano Livigno e Bormio che realizzano, rispettivamente, il +4 e +10% fino all’Epifania.

Se la montagna è protagonista, anche i laghi consolidano il trend positivo dell’estate 2023: dati in rialzo per il lago di Como, il ramo lecchese e la sponda bresciana del Garda. A questo si aggiunge il successo delle città, con Bergamo e Brescia che si stima raggiungano 11,6 milioni di visitatori su base annua. Presenze significative anche a Milano e Mantova, che si appresta a superare del 10% le presenze di un anno fa.

“Bellezza dei luoghi, varietà dell’offerta, professionalità e dinamismo culturale - dichiara il vicepresidente vicario di Confcommercio Lombardia Carlo Massoletti - rendono la Lombardia una meta ideale per molti turisti alla ricerca di esperienze anche molto eterogenee tra loro. Un appeal che sarà sicuramente incrementato dall’appuntamento olimpico del 2026, che impatterà su tutta la regione. Avere i riflettori puntati induce le imprese a migliorarsi sempre più, investendo per offrire servizi innovativi e a misura di ogni tipo di turista. Permane un importante problema per l’alto turn over del personale e la formazione professionale. Occorre, dunque, dedicare già i primi mesi del 2024 a focalizzare i driver in grado di dare slancio al comparto dell’accoglienza e dei servizi al turismo, puntando sul potenziamento delle infrastrutture, sulla formazione del personale, sull’ammodernamento delle strutture ricettive e sul potenziamento della comunicazione”. 

Positive a livello regionale le prenotazioni nei ristoranti per Vigilia, Natale, Santo Stefano e San Silvestro. Buon risultato per le cene aziendali delle ultime settimane. In linea con il 2022 anche gli acquisti dei regali di Natale. Si segnala un trend in discesa, invece, nelle gastronomie milanesi, dove i consumi per Natale sono in calo del 15% rispetto ai dati dello scorso anno (pur senza rinunciare alla tradizionale spesa per i pranzi di Natale).