Cultura

Ritorna, dopo il successo delle precedenti edizioni, il festival «Intermittenze. Letteratura - musica», promosso dal Comune e dalla biblioteca di Riva del Garda in collaborazione con l’associazione Rapsodia. Preceduto, dal 10 al 13 settembre, da un piccolo cartellone di prologhi. Tutti gli eventi sono gratuiti.

Giunto alla quinta edizione, Intermittenze nasce dal desiderio di creare connessioni insolite nel mondo della letteratura, connessioni laterali che generino riflessione o puro piacere di ascolto. Oltre a “ospitare” il suono più tradizionale delle presentazioni di libri, il festival si propone di individuare temi degni di grande attenzione e libri che ne abbiano parlato. Trovati gli ingredienti, ciascun evento in cui fare intermittenza offre al pubblico un momento che di per sé è quasi irripetibile. 

Come ogni anno il festival ospita anche un evento dedicato alla poesia, quest’anno con un nome d’eccezione come quello di Vivian Lamarque. Tra gli incontri di particolare rilievo c’è lo spettacolo tratto dall’ultimo libro di Benedetta Tobagi, «La Resistenza delle donne», che vedrà sul palco la scrittrice assieme a una grande musicista, Giulia Bertasi, e a una grande attrice come Anna Bonaiuto.

Il festival sarà anticipato dal 10 al 13 settembre da emozionanti prologhi che porteranno in scena, tra gli altri, anche la fumettista Takoua Ben Mohammed e la cantante Maria Antonietta. Intermittenze, invece, aprirà ufficialmente i battenti giovedì 14 settembre alle ore 18 alla Rocca con l’incontro «Parlami, ho fame d’aria”, in compagnia degli scrittori Daniele Mencarelli e Francesco Zani, per poi proseguire alle ore 21, sempre alla Rocca, con il gradito ritorno a Intermittenze dello scrittore più amato dal web, Roberto Mercadini, che porta in scena il suo «Fuoco nero su fuoco bianco». 

Venerdì 15 settembre alle ore 18 in Rocca sarà la volta di Emanuele Trevi con l’incontro «Ritratti in letteratura», in cui offrirà la presentazione del suo nuovo romanzo: il più personale, il più commovente, il più ironico (e perfino umoristico). Alle ore 21, sempre in Rocca, toccherà all’astronoma Marina Incerti portare il pubblico “tra le stelle” con il suo racconto dei pianeti che si incontrerà con le fantasie generate in musica da icone come i Beatles, Pink Floyd, David Bowie e via dicendo. A suonarne una versione acustica ci penseranno gli Acusting Plays, alias Erik Montanari e Andrea Conforti. 

Sabato 16 settembre (in Rocca), la mattinata di Intermittenze inizia presto, alle 9.30, con il direttore artistico del festival Emiliano Visconti che racconterà il mito di Simon and Garfunkel, con la musica dal vivo degli Acusting plays. Si prosegue a Palazzo Martini alle 11 con Ludovic Maillet dell’associazione culturale La Firma e il suo racconto «Calvino tra cinema e mondo». Alle 15, sempre a Palazzo Martini, Paolo di Paolo in compagnia di Ingo Schulze e Stefano Zangrando condurranno nelle «Parole oniriche oltre la Cortina di ferro». Alle 16.30 alla Rocca l’incontro con Andrea Tarabbia in compagnia del batterista Lorenzo Borroni con il loro reading-spettacolo per voce e batteria «Il Continente bianco».

Alle ore 18 ci si sposterà alla Spiaggia degli olivi per incontrare l’autore di «Oro puro» Fabio Genovesi, che trasporterà il pubblico nella grande avventura umana del suo libro. Alle ore 21 in Rocca toccherà a un altro gradito ritorno a Intermittenze, quello di Wu Ming, questa volta in compagnia di Jadel Andreetto, qui in doppia veste in quanto bassista del Bhutan Clan, con il reading-concerto «Radio Ufo 78». Chiude la giornata di sabato lo spettacolo delle ore 22.30 alla Spiaggia degli olivi «Respiro, un ritratto di Thomas Bernhard per parole e musica» di NicoNote e Luca Scarlini. 

Domenica 17 settembre, dopo la consueta rassegna stampa delle ore 9.30 alla Rocca, con ospiti a sorpresa del festival, si proseguirà alle 10.45 con l’incontro «Parole oltre lo stretto», in compagnia di una cantautrice-scrittrice e due scrittrici siciliane, ovvero Patrizia Laquidara, Nadia Terranova e Stefania Auci. Alle 12, sempre alla Rocca, sarà la volta del Conservatorio Bonporti di Trento e di Riva del Garda con un concerto con coro di tromboni e ensemble di fisarmoniche. Alle ore 15, nella stessa location, sarà il turno di «Lingue madri« con Maddalena Fingerle e Vincenzo Latronico, che ragioneranno su termini quale “Heimat”, intraducibile in italiano, e su cosa significhi lingua madre, senso di appartenenza e altri temi oggi di primaria importanza. Alle ore 16.30 alla Rocca si prosegue con due maestri del giallo a confronto: Antonio Manzini e Carlo Lucarelli e il loro «Noir senza delitto e altre varianti».

Alle ore 18 alla Spiaggia degli olivi toccherà alla poesia con Vivian Lamarque, una delle più importanti poetesse della nostra epoca, con l’incontro «L’amore da vecchia». Chiude la quinta edizione del festival Intermittenze 2023 lo spettacolo delle ore 21 alla Rocca «La Resistenza della donne» in compagnia di Benedetta Tobagi, Giulia Bertasi e Anna Bonaiuto, le quali in questo reading-spettacolo musicale ricordano che furono le donne le vere protagoniste della Resistenza: prestando assistenza, combattendo in prima persona, rischiando la vita. Lo spettacolo sarà preceduto alle ore 20 da una visita guidata alla sezione di storia contemporanea del Museo Alto Garda.

Tutti gli incontri del festival Intermittenze sono gratuiti.

Ha preso il via in questi giorni “Non al denaro non all'amore né al cielo”, la quarta edizione del festival dedicato a uno dei cantautori più amati della musica italiana, Fabrizio De André. Gli eventi continueranno fino al prossimo 30 settembre.

Nato a Brescia nel 2019, in occasione delle celebrazioni per i vent’anni dalla morte del cantautore genovese, il Festival De André – promosso da Cieli Vibranti con la direzione artistica di Alessandro Adami - è una rassegna culturale diffusa che intende valorizzare l’eredità musicale e poetica di Fabrizio De André, non solo con concerti ma anche attraverso incontri, conferenze, mostre e spettacoli originali che ne colgano la poliedrica personalità d’artista.

Dopo il successo delle precedenti edizioni, nel 2023 – grazie al fondamentale sostegno di Fondazione Cariplo e del Comune di Brescia – il Festival presenta un programma speciale in occasione di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023, con ospiti di rilievo nazionale e una proposta culturale innovativa, capace di attivare sinergie con istituzioni e realtà culturali del territorio. L’edizione 2023 sarà dedicata all’album «Non al denaro non all’amore né al cielo», pubblicato nel 1971, un concept album ispirato dalle poesie dell’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, che affronta da una prospettiva inedita temi culturali, sociali, religiosi, politici.

La rassegna ambisce così a diventare sempre più un punto di riferimento di livello nazionale per tutti gli appassionati, promuovendo la realizzazione di progetti artistici originali, in prima assoluta, per rileggere creativamente l’opera di Fabrizio De André. Il Festival De André si presenta insomma con il desiderio di lasciare il segno. La rassegna, ormai consolidata dopo il successo delle precedenti edizioni, propone quest’anno un programma speciale, immaginato per il 2020 e mai realizzato a causa della pandemia. Il disco del 1971 sarà al centro di incontri, concerti, performance teatrali, presentazioni di libri, laboratori per bambini, produzioni originali con ospiti e artisti di alto profilo che approfondiranno e racconteranno i molti temi suggeriti dalle nove, immortali canzoni che il cantautore genovese creò ispirandosi all’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters.

Tra le molte iniziative previste, si segnala la lettura pubblica dell’Antologia che coinvolgerà attivamente la cittadinanza con oltre cento partecipanti, lo spettacolo all’alba dedicato alle vittime del Covid e l’incontro in carcere dedicato al tema del riscatto attraverso l’arte e la cultura. "Siamo convinti - sottolinea il direttore artistico Alessandro Adani - che le canzoni di De André rappresentino anticorpi contro la prevaricazione e le diseguaglianze: riproporle da punti di vista diversi, coinvolgendo attivamente il territorio, significa offrire un contributo per la crescita di una sensibilità comune e per la costruzione di una società più giusta. Proveremo a farlo con strumenti semplici, gli stessi che ci ha lasciato Fabrizio De André: parole, musica, idee. Per stimolare riflessioni, creatività, impegno, così che «le pupille abituate a copiare, inventino i mondi sui quali guardare»".

Domenica 3 settembre alle 21, presso la chiesa di Carzago di Calvagese della Riviera, si terrà un concerto sinfonico con violino solista e l'orchestra Infonote, diretta dal maestro Serafino Tedesi. Ingresso libero.

 

Quello in programma domenica è il sedicesimo concerto del Festival Suoni e Sapori del Garda. L’Orchestra Infonote diretta dal maestro Serafino Tedesi eseguirà il concerto “Militare” n. 5 per violino e orchestra di Antonio Bazzini, la Carmen Fantasy di P. Sarasate su temi della Carmen di Bizet e la Sinfonia n. 4 op. 90 di F. Mendelssohn.

Solista sarà il violinista di Calvagese della Riviera Pietro Milzani, giovane e talentuosa promessa del violinismo italiano.

Del concerto di Bazzini non esistono incisioni e non vi è traccia della partitura dell’orchestra che è stata ricostruita appositamente per questo concerto. Ciò fa pensare che per la prima volta verrà eseguito con l’orchestra e non con il pianoforte o l’organo. Antonio Bazzini, nato a Brescia nel 1818, fu allievo di Faustino Camisani. Dal 1843, per quattro anni, studiò a Lipsia, dove approfondì la conoscenza dell'opera di Bach e Beethoven. Nella prima parte della sua carriera si dedicò prevalentemente all'attività concertistica, che lo portò in Germania, Danimarca, Francia, Spagna e Polonia. All'estero ebbe modo di approfondire la conoscenza con la musica strumentale europea. 

Rientrato in Italia, si dedicò alla composizione, mettendo a frutto la sua esperienza internazionale e contribuendo a dare impulso alla rinascita della musica strumentale in Italia. Dal 1873 insegnò composizione al conservatorio di Milano, di cui divenne direttore nel 1882. Ebbe tra i suoi allievi Giacomo Puccini e Alfredo Catalani. Autore di un'unica opera lirica, Turanda, sullo stesso soggetto messo in musica molti anni dopo da Busoni e Puccini, la sua attività di compositore si diresse verso il repertorio sinfonico e cameristico, strumentale e vocale. Al suo strumento dedicò quattro Concerti e numerosi pezzi virtuosistici. Da giovane fu incoraggiato da Paganini (che influenzò il suo stile), successivamente fu elogiato da Schumann e Mendelssohn.

Il Festival propone un circuito di spettacoli ad ingresso libero inseriti in un unico cartellone, con il diretto coinvolgimento dei Comuni afferenti all’intero bacino lacustre e al suo immediato entroterra. La direzione artistica è affidata al maestro Serafino Tedesi coadiuvato dalla sua associazione culturale Infonote; l’intento è quello di riuscire a coinvolgere sempre più comuni, anche delle province limitrofe. I comuni che fanno parte dell’edizione 2023 sono: Calvagese della Riviera, Castelnuovo del Garda, Desenzano del Garda, Gardone Riviera, Gargnano, Lonato del Garda, Malcesine, Manerba del Garda, Nago Torbole, Riva del Garda, Salò, San Felice del Benaco, Tignale e Toscolano Maderno. La Comunità del Garda sovrintende al coordinamento istituzionale e amministrativo.

 

Nelle scorse settimane è stato aperto uno spazio all'interno del Musa di Salò dedicato alla Repubblica sociale italiana. L'iniziativa fa seguito ad un altro allestimento precedente. Su questa nuova iniziativa ha preso posizione il rappresentante dell'Anpi (Associazione nazionale partigiani d'Italia), Dario Bellini, autore dello scritto che riportiamo di seguito. Intanto a Goteborg, in Svezia, due storici - Luciano Maffi (ricercatore Università di Parma) e Maria Paola Pasini (ricercatrice Università Cattolica del Sacro Cuore) - hanno presentato una relazione dedicata proprio al delicato tema del patrimonio dissonante legato alla Repubblica sociale dal titolo: "The Social Republic on lake Garda: from the removal to the critical recovery of a dissonant heritage for tourism. The proposal for a diffused museum". La relazione è stata particolarmente apprezzata a livello internazionale.

 

Di seguito l'intervento di Dario Bellini (Anpi):

E' molto difficile raccontare la storia in un museo. Il museo mostra e lo sguardo è istantaneo. Quando l'occhio si sofferma sulle scritte si stanca, preferirebbe avere di fronte una pagina. Ciò che è immediato si confonde nella suggestione e nell'emozione e si fissa in certo modo molto diverso  rispetto a quando si legge in un libro. Ancor più difficile è raccontare un pezzo di storia cercando di non dilungarsi sulle premesse. Il MUSA dedica due sale a due anni di storia che coincidono con la Repubblica Sociale Italiana, epilogo di almeno vent'anni di contraddizioni e crogiolo di almeno altri settanta di equivoci. Abbiamo cercato, come ANPI, fin da subito di tenere gli occhi aperti su questo secondo allestimento che il museo di Salò dedica alla questione. e abbiamo chiesto incontri ai responsabili, sulla base di poche e schematiche pagine di progetto, quasi due anni prima dell'inaugurazione. E' stato difficile valutare e porre osservazioni perché come qui vorrei dire, in un museo dove si vede molto e molto è da leggere o ascoltare, gli schemi del progetto ci dicevano abbastanza poco. I nostri interventi erano perciò più delle raccomandazioni che delle osservazioni. I vertici dell'ANPI, delle Fiamme Verdi e altri studiosi che ci hanno sostenuto nello scambio con i curatori, hanno potuto poco più che vedersi rispondere con rassicurazioni e impegni a non far diventare questa installazione a Salò un luogo del revisionismo sulla vicenda del fascismo.

Ora la sezione è aperta e tutti la possono visitare e valutare. Dall'insieme dell'operazione, quindi dai testi, ma in particolare dall'insieme dell'apparato visivo, si evince la centralità di Mussolini, la sua immagine, il suo "mito" quasi fosse lo stesso Mussolini dei vent'anni precedenti. Una delle argomentazioni dell'ANPI era che in questa fase il dittatore è totalmente nelle mani della Germania nazista e dal regime Hitleriano totalmente diretto e controllato. Di questo aspetto, nell'insieme non c'è rilevanza visiva e nei testi compare solo come dato di circostanze generiche. Questo è un rilievo storico forte. Derubrichiamo la manovra di geopolitica di Hitler con la storiella del duce degli italiani che elargisce carezze ai federali commossi e baci alle bandiere.

Non è difficile capire che una parte di italiani, molti, non così pochi almeno, cercando di dare senso a venti anni di propaganda e di autoconvincimento della propria forza e rilevanza nello scacchiere mondiale si sono detti, delle due l'una, o si era trattato di una grande bufala, o si doveva tener fede costasse quello che costasse. Perfino il milite della Xmas, nella sua testimonianza tradotta in audio da un attore, sembra, giudicando il ventennio a posteriori, propendere perché si "trattasse tutto di una gran cretineria". Ma il grosso impegno della ricostruzione museale consiste nel fatto che si è voluto dare rilevanza al punto di vista del fascismo della RSI: chi vi aderisce, in nome dell'onore e dell'impegno militare con l'alleato, sente il dovere di continuare pervicacemente lungo un sentiero in discesa verso la disfatta. Perciò la semplice dicitura (prima didascalia in assoluto) che attribuisce agli innumerevoli fallimenti e sconfitte militari in Francia, Russia, Albania e Africa, la ragione per la messa in minoranza di Mussolini nella riunione del 25 luglio del Gran Consiglio del Fascismo, il suo arresto e la richiesta di armistizio, non bastano a contestualizzare un regime ormai al capolinea. E non basta nemmeno la giustificazione che senza la RSI l'occupazione tedesca sarebbe stata più dura. Far dell'Italia terra bruciata. L'altro argomento dei sostenitori della RSI per cui la classe dirigente, il Re in testa, Badoglio, non furono all'altezza di un'impresa delicata e rischiosa come quella di negoziare una pace con gli anglo-americani accanto al ribaltamento repentino di un'alleanza, fu, ma soprattutto è, pretestuoso. Dopo venti anni di annientamento delle libertà, di un potere esercitato come sudditanza al capo, era immaginabile che ci fosse qualcuno in Italia capace di traghettare indenne la nazione fuori da quel colossale pasticcio?

Tuttavia se il museo di Salò ha voluto, nella fase storica di oggi, indicare la contraddizione in cui furono precipitati migliaia di giovani, "la tremenda contraddizione della destra italiana", come la definisce uno dei curatori - il bresciano Roberto Chiarini - ecco che personalmente voglio accogliere questa sollecitazione e guardarla attraverso la consapevolezza che, come sostiene Aldo Cazzullo nel suo ultimo libro Mussolini il capobanda, noi italiani dovremmo vergognarci del fascismo. Vergognarci di averlo inventato, di averlo esportato, di ammantarlo ancora di eroismo. L'antifascismo non è appannaggio delle sinistre: è la premessa perché, chiusi quei due anni di pervicace ostinazione in un errore, una commissione eletta in un libero parlamento potè scriversi da sé, unica tra le nazioni sconfitte dalla guerra (perché l'Italia fu sconfitta, e la sconfitta era nell'ordine delle cose e della storia), una costituzione senza più dittature, senza più disuguaglianze, senza più soffocamento della libertà. Una costituzione basata sulla vita e sulla concordia, non sul vitalismo e sull'odio.

Mercoledì 6 settembre alle 20:30, nella splendida cornice di villa Galnica (via Roma 4), Roberta Ghirardi dialogherà con Laura Marinaro e Roberta Bruzzone. Ingresso libero.

Laura Marinaro è giornalista di cronaca nera e inviata di Giallo, Roberta Bruzzone è criminologa e psicologa forense. La prima in presenza e la seconda in collegamento da remoto presenteranno, introdotte e moderate da Roberta Ghirardi, due volumi editi da Mursia.

Il primo è "Yara, autopsia di un'indagine" del quale sono coautrici. Il volume ripercorre la storia processuale che ha portato alla condanna all'ergastolo di Massimo Giuseppe Bossetti per l'omicidio di Yara Gambirasio. Le autrici ripercorrono le tappe di uno dei casi più tristi di sempre della cronaca italiana, portando il lettore a conoscere la verità reale e processuale della vicenda, con chiarezza e precisione nei vari passaggi.

Il secondo libro, "Maremoto a Varigotti", è un giallo scritto dalla Marinaro e ha come protagonista il colonnello Alina Ferrari che indaga a Milano su un presunto assassino di escort. La stessa, promossa a comandante provinciale a Savona, si dedicherà a un cold case irrisolto da circa mezzo secolo, portando alla luce alcuni segreti del borgo di Varigotti e la storia di una povera donna uccisa misteriosamente nella notte dell'allerta maremoto. Tutto in un continuo rimpallo tra realtà e finzione.

Venerdì 1 settembre alle 18 verrà inaugurata la mostra “Maria Madre di Dio, pellegrina tra gli uomini" con sculture di Fabrizio Gandi. L'esposizione resterà aperta fino al 17 settembre, presso la Sala Consiliare del Comune di Sabbio Chiese. Ingresso libero.

Rinviate di un anno per il protrarsi delle limitazioni conseguenti la pandemia, nell’anno in cui Brescia insieme a Bergamo è stata proclamata Capitale Italiana della Cultura, le Feste Decennali Madonna della Rocca di Sabbio Chiese (3-10 settembre 2023) tornano ad essere l’occasione per promuovere un palinsesto di esposizioni ed eventi all’interno del Santuario. Appuntamento principale è la mostra “Immagini Miracolose. Madonne e Santi taumaturghi in Valle Sabbia”, che approfondisce il tema della scultura lignea di stampo devozionale - ambito dai risvolti ancora inediti – grazie alle opere di autori come Antonio Montanino, Pietro Bussolo o Baldassarre Vecchi, in dialogo con alcune tele sul medesimo tema, come il S. Antonio abate di Alessandro Bonvicino detto il Moretto. 

Mostra nella mostra, la sezione “Quando la devozione era di casa” - allestita a metà percorso nel vano che si apre tra i due piani del Santuario - illustra la diffusione popolare della devozione (soprattutto mariana, ma non solo) attraverso una ventina di rari documenti a stampa ed ex voto provenienti da luoghi di culto e collezioni private.

Completa il tutto “Maria Madre di Dio, pellegrina tra gli uomini” (1-17 settembre, Sala Consiliare Comune di Sabbio Chiese). La mostra propone otto rilievi in terracotta cristallinata, appositamente realizzati dallo scultore e designer Fabrizio Gandi e ispirati ad altrettanti santuari mariani situati nell’area compresa tra Valle Sabbia ed il Lago di Garda. I luoghi sono la Madonna del Frassino - Peschiera del Garda, la Madonna del Carmelo - San Felice del Benaco, la Madonna di Montecastello - Tignale del Garda, la Madonna della Rocca - Sabbio Chiese, la Madonna del Visello – Preseglie, la Madonna di Auro – Casto, la Madonna del Pianto - Ono Degno di Pertica Bassa e la Madonna di San Luca – Bagolino.

INGRESSO LIBERO - ORARI: Sabato 2, 9 e 16 / domenica 3, 10 e 17 settembre ore 10-12 e 14-20; lunedì 4, martedì 5, giovedì 6 e venerdì 7 settembre ore 16-22. 

L’appuntamento con le Feste Decennali Madonna della Rocca rappresenta per la comunità di Sabbio Chiese una ricorrenza di alto valore spirituale e culturale. L’omaggio mariano da due secoli è scandito da processioni, momenti di preghiera e di festa in un contesto urbano vivacemente addobbato e condensa, nel breve periodo in cui si consuma, il legame centenario tra i cittadini e la Rocca. La ricorrenza religiosa è accompagnata da un’intensa progettualità culturale, eventi d’approfondimento ed appuntamenti artistici d’interesse non solo locale. 

Nuova avventura, la decima, del noto investigatore giunto direttamente dai secoli bui del medioevo fino ai giorni nostri. Stiamo parlando del giudice Albertano, personaggio realmente esistito ma reinterpretato dalla penna di Enrico Giustacchini, ospite questa settimana di Radio 51.

Scrittore, giornalista, Enrico Giustacchini è di Gavardo ed è anche componente del consiglio di amministrazione del Museo archeologico. Di questo e di molto altro parleremo nel corso della settimana con Maria Paola Pasini e Marcello Mora. Tutti i giorni dal lunedì al venerdì alle 8 e alle 12:30.

 

"Immagini miracolose. Madonne e Santi taumaturghi in Valle Sabbia” a cura di Andrea Crescini e Michela Valotti.  E’ questo titolo della mostra evento ospitata in questi giorni alla Rocca di Sabbio Chiese in occasione delle Feste Decennali della Madonna.

La mostra resterà aperta fino al 15 ottobre nel santuario della Rocca.

ORARI DI APERTURA
Giovedì e Venerdì h 15:00 – 18:00
Sabato e Domenica h 10:00 – 12:00 / 15:00 – 18:00
4-5-6 Settembre h 17:00 – 21:00 (apertura straordinaria)
7-8 Settembre h 15:00 – 21:00 (apertura straordinaria)
3 e 10 Settembre visita sospesa per concomitante funzione religiosa

Della rassegna parliamo nel corso della settimana nella trasmissione Primo piano su Radio 51. In studio con Maria Paola Pasini e Marcello Mora, i curatori Andrea Crescini e Michela Valotti.

 

 

 

Nell'eremo di Adriana: il Comitato per la pace di Vobarno offre un'occasione di conoscenza di Adriana Zarri (1919 2010), filosofa, teologa, scrittrice, figura di grande rilievo della cultura italiana del secondo Novecento. L’ appuntamento è per venerdì 1 settembre. Un omaggio attraverso una camminata al santuario della Madonna della Rocca con partenza da piazza Ferrari alle 17:00.

Tra il 1982 e il 1984 su proposta del parroco don Francesco Belleri, 7 artisti vobarnese realizzarono altrettante tele ispirate al testo del Magnificat, esposte e custodite presso il santuario della Rocca di Vobarno. Giunti al santuario, tre degli autori Giuseppina Galvagni, nel cui dipinto compare tra l'altro la figura di Adriana Zarri, Luigi Merigo e Albano Morandi ricorderanno l'esperienza di allora, illustreranno le tele esposte e proporranno le loro riflessioni.

 A seguire presso l'auditorium della biblioteca comunale alle 20:30 la conferenza sul tema “Nell'eremo di Adriana” con interventi di padre Ernesto Vavassori e Chiara Monchieri, letture a cura dell'associazione “Larosaelaspina” con contributi musicali di Flavia Zabbeni e Luca Gobbini.

 

Novità nelle biblioteche dell’Alto Garda e della valle di Ledro: «Bibliolegend» è un gioco di carte collezionabili, basato su leggende del territorio. Album disponibili da martedì 12 settembre. 

Strani avvistamenti si stanno verificando nelle biblioteche dell'Alto Garda: c’è chi sostiene di aver visto una fata, chi giura di aver visto un cavaliere. Altri ancora spergiurano di aver sostenuto lo sguardo di un Mago da Nago. Se questo fosse vero vorrebbe dire una cosa sola: il ritorno dei Bibliolegend, creature fantastiche ormai entrate nella leggenda: il fiero Cavalier Pelèr e la strabiliante Fata Gavardina; il terribile Mostro Minatore e la temuta Strega Monda, e tanti altri. Ognuno di loro con abilità e attacchi speciali, tutti da collezionare.

Chi vorrà saperne di più non ha che da recarsi nelle biblioteche di Arco, Riva del Garda, Dro, Nago e Ledro, dove da martedì 12 settembre si potrà trovare l’album. Si guadagna una carta nuova per ogni sfida completata. Le sfide sono scritte sull’album, il quale riporta tutte le istruzioni. Bibliotecarie e bibliotecari sono pronti a fornire tutte le informazioni. Durante l’anno scolastico uscirà un secondo album con ulteriori carte relative a nuovi poteri, oggetti e potenziamenti.

La novità è organizzata dalle biblioteche di Arco, Riva del Garda, Dro, Nago e Ledro.

Le regole
Si gioca uno contro uno. Dopo aver mescolato per bene ciascun mazzo lo si rivolge a faccia in giù. Ogni giocatrice o giocatore pesca le prime tre carte e tra queste ne sceglie una che sia un personaggio. Le altre due vengono mischiate all’interno del mazzo. Entrambi i giocatori mostrano la carta e la posizionano sul tavolo. Dopo aver determinato chi inizia per primo (lancio di moneta, sasso-carta-forbici…) comincia la partita. Ogni personaggio ha un attacco e una difesa. Al danno dell’attacco viene sottratta la resistenza della difesa. Il risultato è il danno effettivo e andrà a scalare i punti vita riportati in alto a destra. A ogni turno succede quello dell’avversario. Prima del proprio turno d’attacco ogni giocatrice o giocatore pesca una carta. Una volta terminati i punti vita, il Bibliolegend è sconfitto. La prima giocatrice o il primo giocatore che riesce a battere tre Bibliolegend avversari ha vinto.

Questa sera, sabato 2 settembre alle 20.30 presso il Teatro dell'Oratorio di Barghe, si terrà il quinto appuntamento del CULT-Cura Festival con l'alpinista Nives Meroi, prima donna ad aver scalato tutti gli 8000 metri del mondo senza l'ausilio dell'ossigeno.

La serata si focalizzerà sul tema la montagna, partendo dall'ultima impresa della Meroi, l'apertura di una nuova via in Himalaya al Kabru IV (7.318 m), che l'alpinista ha scelto di chiamare “Diamonds on the soles of the shoes” dal titolo di una canzone di Paul Simon che ha fatto da colonna sonora, ma non solo, a questa avventura. 

A dialogare con lei sarà Ruggero Bontempi, giornalista che si occupa di montagna e outdoor.

L’appuntamento è a ingresso libero.

Stefano Bollani, fra i più apprezzati e amati artisti italiani, giovedì 24 agosto chiuderà l’edizione 2023 del festival «Il castello delle meraviglie». L'evento è già da tempo sold out.

Compositore, pianista e cantante, oltre che scrittore, attore teatrale, umorista e showman, Stefano Bollani vanta collaborazioni con musicisti tra i più importanti del mondo, come Gato Barbieri, Chick Corea, Chano Domínguez, Bill Frisell, Sol Gabetta, Richard Galliano, Gabriele Mirabassi, Egberto Gismonti, Lee Konitz, Bobby McFerrin, Pat Metheny, Gonzalo Rubalcaba, Chucho Valdés, Caetano Veloso, Phil Woods, Hector Zazou e un lungo sodalizio con il trombettista Enrico Rava, insieme al quale ha inciso più di quindici dischi. Si è inoltre esibito con numerose orchestre sinfoniche (Filarmonica della Scala, Orchestra dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia di Roma, Gewandhaus di Lipsia, Concertgebouw di Amsterdam, Orchestre de Paris, Toronto Symphony Orchestra tra le altre) e con direttori come Riccardo Chailly, Daniel Harding, Kristjan Järvi, Zubin Mehta, Gianandrea Noseda e Antonio Pappano. Numerose le sue esibizioni con artisti del pop-rock italiano e le sue partecipazioni in campo radiofonico e televisivo, dove ha più volte ricoperto il ruolo di conduttore. Ha all’attivo 49 album, oltre a una lunga lista di collaborazioni discografiche.

Ad Arco Stefano Bollani propone un concerto «pianoforte solo» che si caratterizza per il virtuosismo, l'interpretazione e la cultura musicale. L’evento, forse il più atteso del cartellone (in breve tempo sold out), chiude «Il castello delle meraviglie», la rassegna estiva che si tiene nel prato della Lizza al castello, spettacolare belvedere sopra il Garda e palcoscenico di rara suggestione dove ogni spettacolo acquista una dimensione unica, specie all’imbrunire, con la miriade di luci che contornano il Garda e con le tonalità di scuro che si susseguono al calar della luce, schiarite dalle pietre bianche delle torri illuminate. La scenografia degli eventi è data proprio dalla presenza delle maestose vestigia dell’antico borgo fortificato, dallo skyline disegnato dalle catene dei monti, dai rumori tessuti dal vento della notte attraverso i cipressi. Qualcosa di irripetibile altrove.

Inizio alle ore 21. In caso di pioggia, il concerto si svolgerà nel salone delle feste del Casinò municipale. In questo caso i possessori dei biglietti dalla fila 16 alla 25 non potranno accedere allo spettacolo, poiché i posti disponibili per questa sede sono già esauriti, ma saranno rimborsati.

«Il castello delle meraviglie» è realizzato dall'assessorato alla valorizzazione del castello e dall'assessorato alla Cultura tramite l’Ufficio attività culturali, con la collaborazione dell’Area tecnica comunale.

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