Cultura

Giornalista, scrittore, artista, cantore del Garda nelle sue forme. Se n'è andato Tullio Ferro, 93 anni, abitava a Desenzano. Era conosciuto per i suoi decenni di "militanza" gardesana lui che gardesano d'origine non era, ma il Garda l'aveva scelto e celebrato in tutte le sue varie declinazioni. Lunga e intensa la sua vita piena di soddisfazioni, di porgetti, di idee e di amici. Quest'estate aveva detto all'inaugurazione alla sua mostra dedicata alle Tavine ala Castello di Desenzano: "Ho ancora tanti progetti da realizzare". Li realizzerai Tullio, ne siamo sicuri, e continuerari a vivere nella nostra memoria, nello scrigno dei ricordi più belli. Grazie Tullio!

La camera ardente dalle 15 di oggi, venerdì, presso la casa del commiato Onoranze funebri Facciotti, via Valeggio 12 a Desenzano (vicino al complesso commerciale Le vele).

I funerali sabato nella chiesa di San Michele Arcangelo alle 14.30

Maria Paola Pasini

 

 

Tullio Ferro (1929-2022)
Il ricordo della Comunità del Garda

Gardesano d’adozione, Tullio Ferro ha accompagnato e interpretato il boom economico gardesano, allorquando, pochi anni dopo la Seconda guerra mondiale, i contadini e i pescatori benacensi si sono progressivamente trasformati in imprenditori turistici, ponendo le basi di quella che è poi diventata una delle aree a più alta vocazione turistica d’Europa.

Attento cronista prima, critico e saggista poi, poeta, pittore e scultore per passione e sensibilità, Tullio Ferro rappresenta il cantore della storia e della cultura gardesana di questi ultimi cinquant’anni, durante i quali non ha mai fatto mancare consigli e ammonimenti per un lago migliore, a misura d’uomo, ancorato alle tradizioni e, nel contempo, proiettato verso il futuro.

La Comunità del Garda e, pensiamo, l’intero popolo gardesano, costituito da ospiti e residenti, gli devono molto. 

Responsabile dell’Ufficio Stampa della Comunità del Garda dalla fine degli anni ’70 e fino ai primi anni ’90 del secolo scorso, ha raccontato e divulgato i grandi progetti del territorio: la depurazione del lago, e le opere di collettazione, compresa l’apertura del depuratore di Peschiera del Garda, le missioni internazionali della Comunità e, in particolare, in tempo di “guerra fredda” il gemellaggio tra il Garda e il lago Balaton ungherese, il bicentenario del viaggio di Goethe in Italia (1986), le giornate internazionali de “Il Garda nella cultura europea” (1982), e tanto altro.

Ma, soprattutto, si è reso artefice, con l’aiuto della moglie Anna, di un’iniziativa editoriale unica e significativa: i personaggi, Premi Nobel compresi, che hanno avuto, per diversi motivi, relazioni importanti con il territorio gardesano e da esso hanno tratto ispirazione per le loro opere. 

Con la scultura Nume Benàco Tullio Ferro infine ha ben rappresentato tutti questi ideali, così che la Comunità del Garda dal 2018 l’ha adottata quale simbologia dell’intero Lago di Garda, al di là di ogni confine. Ci facciamo, pertanto, interpreti del pensiero delle istituzioni e popolazioni gardesane per rivolgere all’amico Tullio gratitudine e riconoscenza.

 

Mariastella Gelmini Presidente

Pierlucio Ceresa Segretario Generale

A Brescia il mercato handmade che apre lo shopping natalizio e l’esperienza delle tavole tattili per il percorso al buio. Appuntamento per sabato 19 e domenica 20 novembre, dalle 10 alle 20, presso il museo diocesano in via Gasparo da Salò.

 

Con la presenza di 45 espositori da tutta Italia torna in città per l’edizione prenatalizia il mercato dell’handmade e del riuso che porta la sua proposta all’interno degli spazi unici del Museo Diocesano in via Gasparo da Salò. Sabato 19 e domenica 20 novembre il mondo di Cose Mai Viste si ripresenta dopo le ultime edizioni vissute al Castello di Padernello e alle due edizioni bresciane a C.AR.M.E., che hanno visto crescere la comunità di espositori e di pubblico a dimostrazione di quante attività economiche di valore si possano effettuare attraverso il riutilizzo di materie e prodotti, la creatività tutta italiana di oggetti unici e irripetibili, personalizzati e su misura.

I produttori di abbigliamento, accessori, oggettistica, bijoux e design occuperanno il chiostro e l’ex refettorio del Museo Diocesano nel cuore della città, raccontando con i loro prodotti la cultura dell’artigianato che nella sua unicità invita al rispetto per l’ambiente, alla circolarità dell’economia, alla condivisione dell’idea che nasce dal lavoro manuale. Dall’abito fatto a mano, unico e irripetibile, al portafogli di riciclo, al gioiello lavorato come pezzo unico non replicabile, alla ceramica lavorata a mano, fino alle sculture ispirate dalla natura, passando per gli accessori per i più piccoli. E ancora design, oggetti per la casa, fiori che diventano oggetti, lampade e articoli vintage. 

Come sempre succede per Cose Mai Viste, le due giornate saranno una festa per tutti: oltre alle proposte uniche del market, l’opportunità di visitare le splendide collezioni permanenti del Museo, i preziosi codici miniati, il grande chiostro con il centenario ciliegio e partecipare alla costruzione del nuovo percorso al buio con l’esperienza delle tavole tattili. Per i più piccoli, ma non solo, i giochi in legno ecosostenibili e intelligenti di nonno Mauro, per chi vuole fare una pausa gourmet le proposte de La Torre e per chi vuole farsi un aperitivo fuori dal comune un concerto dal vivo nel chiostro sabato alle 18 sulle note jazz e swing di Bombetta Swing.

Ingresso al Museo e a Cose Mai Viste: 5 euro. Il biglietto dà libero accesso alle collezioni del Museo Diocesano di Brescia, sostenendo la realizzazione delle tavole tattili per non vedenti, funzionali alla nascita del nuovo Percorso al buio del Museo. Bambini gratuiti fino a 14 anni. Evento Pet friendly.

“Con Cose mai viste - aggiunge Mauro Salvatore, Direttore del Museo Diocesano - prende così avvio il programma del Museo Diocesano rivolto al 2023, condividendo percorsi con più realtà con l’obiettivo di aprire sempre più il Museo al territorio, con attività sostenibili e inclusive. La prima tavola tattile realizzata con il contributo dei proventi del mercato della creatività ci porterà a ripercorrere col tatto il polittico di Sant’Orsola di Antonio Vivarini. Per creare percorsi orizzontali e verticali facilmente fruibili dai visitatori con disabilità, verranno poi acquistati e posizionati totem e pannelli in comunicazione tra loro, con rimandi di posizione per rendere più chiara la localizzazione delle diverse collezioni e rendere la visita più agevole. I pannelli e i totem conterranno informazioni di contenuto rispetto alle opere esposte al Museo anche in braille, con registrazioni realizzate dall’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Brescia per narrare le opere". 

Informazioni: tel. 030.40233; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; www.museodiocesano.brescia.it

Vuoi saperne di più sul lavoro che sta dietro un museo? Sei un operatore culturale e ti interessa approfondire? Sei semplicemente interessato alla materia? L'Università Cattolica di Brescia mette a disposizione (in forma libera e gratuita) due lezioni tenute dal dott. Patrick Gasser, direttore del noto Museo del turismo di Merano, il Touriseum che si trova all'interno dei noti giardini di Sissi. Il prossimo appuntamento è questo giovedì dalle 13 alle 14.30 in aula Frassati in Università Cattolica a Brescia, sede di via Trieste. L'ingresso è libero dalla portineria principale. La seconda lezione a dicembre. Un'occasione da non perdere. 

 

Questa sera, mercoledì 23 novembre alle 20:30 presso la sala consiliare (via Morani 11, Prevalle), Mariapia Veladiano presenterà il volume "Adesso che sei qui" in dialogo con Francesca Gardenato.

 

L'evento rientra nel progetto "La Biblioteca di Tebe", ideato e curato dall’esperta di promozione della lettura Barbara Mino, in collaborazione con il Sistema Bibliotecario di Brescia Est. L'iniziativa ha l'intento di promuovere le biblioteche come luoghi di incontro, agenzie di welfare culturale e di benessere, luoghi da curare per una migliore qualità della vita.

Mariapia Veladiano ha insegnato lettere per più di vent’anni ed è stata preside a Rovereto e Vicenza. Esordisce come scrittrice nel 2010 con La vita accanto (Einaudi) che le vale il Premio Calvino. Nei suoi romanzi indaga spesso la fragilità e il dolore ma anche la forza, il riscatto, la solidarietà. Sono queste le tematiche che affronta anche nel suo ultimo romanzo, Adesso che sei qui (Guanda), una storia di affetti familiari, di cura e di rispetto dell’altro, un romanzo sulla malattia e sulla vita.

 

 

Sabato 19 novembre alle 17:30, presso la sala "Il folle volo" (via Trento 64) a Brescia, Fiori Picco, scrittrice e sinologa bresciana, presenta la sua ultima opera ambientata nella Cina meridionale: "Il Circolo delle Donne Farfalla". Dialoga con l’autrice Vilma Tenchini.

 

In una terra inospitale e selvaggia, definita dall’Unesco la fascia terrestre più ricca di biodiversità, quattro donne anziane con i visi tatuati vivono sole e ai margini. Sono le ultime e rare testimoni di Bhaktu, un rituale barbaro che per secoli sfigurò molte adolescenti condizionando le loro vite. Tutelare queste donne diventa un dovere civico e morale. Una giovane assistente sociale giunta da lontano prenderà a cuore la loro situazione. 

È questa la storia che racconta la scrittrice e sinologa Fiori Picco con la sua ultima opera appena uscita Il Circolo delle Donne Farfalla - Mugao e Bhaktu, ambientata nella Cina meridionale, Yunnan Nord-occidentale, Gorgia del Nujiang, tra Tibet e Birmania nel 2016, con salti temporali fino al 1700 e inizi del Novecento. Il volume è una proposta culturale significativa per la conoscenza di altri popoli e dei loro aspetti storico-antropologici.

Mila, giovane assistente sociale giunta da Kunming e voce narrante, dichiara: “Questa è la storia del popolo Dulong, chiamato anche Derung, e di quattro donne che ho conosciuto, assistito e amato. Ognuna di loro è stata segnata da un passato di sofferenze che le ha accomunate lasciando sui loro visi un marchio indelebile: il tatuaggio Mugao”.

“Conobbi Mila e sua mamma Meiling a Kunming, nel periodo in cui insegnavo presso la Normal University - ha spiegato l’autrice Fiori Picco. - Frequentavano la casa di una mia collega, con la quale avevo instaurato un bel rapporto di amicizia. Un fine settimana partimmo tutte insieme senza una meta precisa. Arrivammo sul confine con la Gorgia del Nujiang. All’epoca il tunnel non era ancora stato aperto e ci fermammo nell’ultimo villaggio accessibile, immerso nella vegetazione rigogliosa. Per arrivare al fiume dovemmo scendere una lunga e ripida scalinata. L’acqua era impetuosa e color smeraldo. Nell’unico agriturismo del borgo conversammo con l’oste di etnia Dulong che ci raccontò molti aneddoti sulla vita e sulla storia del suo popolo. La nonna era tatuata in viso, così come altre donne anziane del luogo. Mila, che per tutto il viaggio non aveva parlato e non si era mai staccata dai suoi auricolari e dalla musica, per la prima volta mise da parte il lettore cd e ascoltò con attenzione. Aveva undici anni, era una ragazzina ribelle con problemi di socializzazione. Nel tempo rimasi in contatto con Meiling, che in un momento di sconforto mi confidò che la figlia ormai ventenne aveva abbandonato gli studi per recarsi tra i Dulong della Gorgia. In cuor mio compresi la sua scelta. Anch’io a vent’anni, appena laureata, lasciai l’Italia per avventurarmi in Cina. Il racconto del ragazzo Dulong mi affascinò; la mia passione per le ricerche antropologiche e per le minoranze etniche mi portò ad approfondire gli studi sulla 'Tribù del Sole', a scoprirne la ricca mitologia, le tradizioni e il passato burrascoso. Al suo rientro in città Mila mi contattò riportandomi la sua esperienza tra le donne-farfalla. Subito sentii la necessità di narrarla in un mio libro. I Dulong sono un’etnia in via di estinzione; l’intera zona del Nujiang è sotto l’egida dell’Unesco come Patrimonio Mondiale dell’Umanità per l’enorme biodiversità, per la bellezza delle riserve naturali che sono fonte inesauribile di piante medicinali e per la sopravvivenza di una cultura antica, particolare e poco conosciuta all’Occidente. Ho scritto questo libro con l’intento di lasciare una testimonianza di ciò che è avvenuto e di ciò che è rimasto da tramandare. L’importanza della memoria deve essere inculcata nei giovani affinché non siano dimenticate le proprie origini”.

Un romanzo di formazione, con aspetti storico-antropologici che approfondiscono retaggi culturali, rituali barbari, pratiche di modificazione corporea, maschilismo, patriarcato, violenza di genere, sopravvivenza di un popolo in via di estinzione, le atrocità della storia, fede animista, ricerca della propria identità, riscoperta dei sentimenti, solidarietà, compassione e impegno nel sociale. Tra natura incontaminata, mitologia, spiritualità, animismo e violenza di genere, i due leitmotiv che si intrecciano sono Mugao e Bhaktu: una figura totemica che ricorda una farfalla e il rito del tatuaggio. Il mistero che avvolge le quattro donne verrà svelato verso la fine del libro. 

 Fiori Picco, nata a Brescia il 7 marzo 1977, è sinologa, scrittrice professionista, traduttrice letteraria ed editrice. Ha vissuto otto anni in Cina, dove ha insegnato cultura europea presso la Normal University della città di Kunming e ha svolto ricerche antropologiche. Dal 2007 è autrice SIAE trilingue e dal 2011 traduce opere di autori asiatici. Ha scritto una raccolta di racconti bilingue e sei romanzi, di cui uno in lingua cinese. Ha vinto numerosi premi nazionali e internazionali per la narrativa e per la traduzione, tra cui il Jacques Prévert 2010, il Magnificat Arte e Cultura 2014, il Caterina Martinelli 2017, Il Premio speciale Città di Latina e l’Argentario 2020. Nel 2016, dalla Regione Lombardia, le è stato conferito lo Standout Woman Award per la cultura. Nel 2018 in Cina, al congresso internazionale di scrittori e sinologi, è stata insignita del titolo di “Friend of Chinese Literature”. Recentemente, con Fiori d’Asia Editrice, ha pubblicato i romanzi “Giada Rossa - Una vita per la libertà”, “Yao” e la versione in cinese “Yaowang”. 

 

Mercoledì 16 novembre alle 20:45, presso l'auditorium della scuola media (via Statale 133), sarà proiettato il film "La scuola cattolica". La rassegna proseguirà negli altri mercoledì del mese e si concluderà il 7 dicembre.

 

Dopo un mese di ottobre ricco di appuntamenti, continua anche in novembre la proiezione di film a cura dell'assessorato alla Cultura, con Filmfestival del Garda. Le proiezioni sono tutte in programma alle 20:45 presso l'auditorium della scuola media al costo di 3 euro per il singolo biglietto, con la possibilità di abbonamento a 15 euro.

Dopo "La scuola cattolica" di Stefano Mordini (Italia 2021), sarà la volta di "Belfast", un film di Kenneth Branagh (Gran Bretagna, 2021) che sarà proiettato mercoledì 20 novembre. A seguire, mercoledì 30, "E' andato tutto bene" di François Ozon (Francia 2021). Chiuderà la rassegna "Lunana, il villaggio alla fine del mondo" di Pawo Choyning Dorji (Bhutan 2019).

La Filarmonica del Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo, in collaborazione con Cieli Vibranti e nell'ambito del Festival della Pace, organizza tre passeggiate il 24, 25 e 26 novembre a Brescia.

 

Tre passeggiate esclusive nel cuore della Brescia storica con percorsi unici, guide d'eccezione e grande musica. Filarmonica del Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo e Cieli Vibranti propongono itinerari culturali nel cuore di Brescia, con partenze da tre diversi punti del centro storico. A conclusione di ogni passeggiata un concerto di 30 minuti con la Filarmonica del Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo alla Chiesa di Santa Maria del Carmine, sempre a Brescia.

Il primo appuntamento sarà giovedì 24 novembre alle 18. Ritrovo: stazione metro San Faustino. ITINERARIO “ANTICO E MODERNO” con Flavio Pasotti, presidente Metro Brescia; Andrea Faini, giornalista e musicologo; Matteo Baronchelli, attore. Partenza dalla stazione metro San Faustino, con una presentazione del progetto di metropolitana e quello in fieri del tram. Spostamento alla chiesa del Carmine, per la visita guidata e l’ascolto del concerto. Nella stazione metro sarà letto un articolo di Marco Archetti, scrittore bresciano di oggi, che racconta il quartiere del Carmine. Nella chiesa, si darà lettura di un testo originale della poetessa contemporanea Isidora Tesic. 

Il secondo incontro è previsto per venerdì 25 novembre, sempre alle 18. Ritrovo: Piazza Loggia. ITINERARIO “SACRO E PROFANO” con Fabio Larovere, giornalista e guida; Matteo Baronchelli, attore. Partenza da piazza Loggia, con presentazione del palazzo, sede del sindaco e luogo simbolo della comunità civile bresciana; arrivo alla chiesa di Santa Maria del Carmine, per secoli sede del convento dei carmelitani, importante centro devozionale mariano per la comunità cristiana locale. Visita guidata della chiesa e concerto. In Loggia, l’itinerario sarà caratterizzato dalla lettura di una pagina legata alle Dieci Giornate del 1849; nella chiesa del Carmine, verrà letto un brano di letteratura sacra. 

La proposta si concluderà sabato 26 novembre alle 16. Ritrovo: Chiesa dei santi patroni Faustino e Giovita. ITINERARIO “IDENTITÀ E MULTICULTURALITÀ” con Fabio Larovere, giornalista e guida; Matteo Baronchelli, attore. Partenza dalla chiesa dei santi patroni Faustino e Giovita, cuore dell’identità storica e religiosa della città, e arrivo alla chiesa del Carmine, al centro del quartiere multietnico di Brescia. Nella chiesa sarà letta una testimonianza relativa alla miracolosa apparizione dei santi Faustino e Giovita, avvenuta il 13 dicembre 1438. Nella chiesa del Carmine si leggerà un testo legato al tema della multiculturalità. 

Tutte le passeggiate si concluderanno con un concerto di 30 minuti che presenterà estratti da “The Armed Man: A Mass for Peace” di Karl Jenkins, eseguita integralmente sabato 26 novembre alle ore 20 dalla Filarmonica del Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo, dal Coro Marenzio, dal Chorus universitatis Brixiae e dal Coro misto del Conservatorio di Brescia, diretti da Pier Carlo Orizio. 

Prenotazione obbligatoria: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure 328 5897828.

Dopo la lunga pausa dovuta al Covid, la Comunità delle Giudicarie ripropone una stagione teatrale unica e coordinata per tutte le Giudicarie, con la collaborazione di molti Comuni e il sostegno finanziario della Provincia e dei due Consorzi BIM del Chiese e del Sarca. Inaugurata lo scorso 12 novembre a Pieve di Bono, la rassegna si chiuderà il 29 marzo a Tione. I biglietti d’ingresso e gli abbonamenti si possono acquistare anche online sul sito del Coordinamento teatrale www.trentinospettacoli.it.

 

La formula della rassegna con spettacoli diffusi su tutto il territorio, oltre a qualificare la proposta culturale, ha il vantaggio di favorire l’accessibilità dell’offerta per tutta la popolazione. Sulla scorta del successo delle prime tre edizioni, si è ampliato il numero dei Comuni che sostengono e promuovono l’iniziativa, nella prospettiva di dare continuità ad una proposta teatrale strutturata e di qualità che, solo nel tempo, può costruire un pubblico sempre più ampio e affezionato.  

Grazie al supporto professionale del Coordinamento Teatrale Trentino, è stato elaborato un programma molto ricco e interessante che si compone di 22 spettacoli: 10 per il teatro-ragazzi e 12 per il teatro di prosa. Le proposte sono molto varie, sia nei linguaggi che nei contenuti e spaziano dal teatro di narrazione, alla pièce comica e ai classici, senza dimenticare le tematiche di impegno sociale. Nella rassegna teatrale giudicariese troveremo autori e attori di fama nazionale, accanto a nuovi artisti emergenti e attori locali. 

Sono numerose le Amministrazioni comunali coinvolte: da quelle di Pinzolo e Tione che da anni propongono stagioni teatrali, a Bleggio Superiore e San Lorenzo Dorsino nelle Giudicarie Esteriori, senza dimenticare Porte di Rendena, Spiazzo, Caderzone Terme, Massimeno, Giustino e Carisolo in Rendena, Tre Ville e, in valle del Chiese, Sella Giudicarie, Pieve di Bono-Prezzo, Valdaone, Borgo Chiese, Storo e Bondone.

“Giudicarie a teatro – sottolineano Giorgio Butterini, presidente della Comunità delle Giudicarie e Flavio Riccadonna, assessore alle Attività culturali – è una kermesse che offre la possibilità di assistere a spettacoli di elevata qualità artistica, interpretati da professionisti affermati. Generalmente simili opportunità sono demandate fisiologicamente ai centri cittadini, dove si riscontrano maggiori disponibilità economiche, la presenza di capienti strutture deputate, oltre che un uditorio ampio e qualificato. La sfida è stata proprio quella di intendere l’esteso territorio composto dalle nostre vallate come una sorta di unica municipalità diffusa. Si è innanzitutto sondato l’interesse delle amministrazioni; sono stati stanziati i fondi; infine, individuate le sedi più consone, si è passati alla pianificazione degli eventi, cercando di distribuire gli spettacoli sull’intero ambito, tarando al meglio la tipologia di rappresentazione in funzione della dimensione dei Comuni e ovviamente del potenziale pubblico. Il risultato è stato straordinario: forse per la prima volta, una realtà periferica ha potuto apprezzare ‘in casa propria’ molteplici occasioni culturali, conoscendo grandi interpreti e compagnie prestigiose e assistendo a performance emozionanti. L’imponente partecipazione di un pubblico, sempre attento, spesso entusiasta e sensibile ai temi proposti, ha costituito l’ideale chiusura del cerchio. Nell’augurare una buona stagione culturale, vi diamo il benvenuti a teatro, dove (citando il compianto, grande Gigi Proietti), tutto è finto, ma niente è falso”. 

Anche Loreta Failoni, presidente del Coordinamento Teatrale Trentino, ribadisce il ruolo fondamentale del CTT nel garantire una diffusione più ampia possibile delle opportunità culturali su tutto il territorio: “Giudicarie a teatro è una rassegna davvero importante, con proposte di genere diverso che spazia dalle produzioni dei grandi teatri nazionali al teatro più indipendente, con attori affermati e conosciuti come Andrea Pennacchi, Giuseppe Cederna o Simoni Cristicchi, a cui si affiancano compagnie storiche che da anni propongono lavori di grande qualità: Factory con ‘Il fantasma di Canterville’, L’ERT con ‘L’Oreste’, la Compagnia Moliere… Non dimentichiamo poi le proposte di teatro ragazzi rivolte ai bambini e alle famiglie con artisti e compagnie affermate a livello nazionale. Nel suo complesso la proposta è anche una grande occasione per la comunità delle nostre valli di tornare a incontrarsi, ad emozionarsi e godere insieme della magia che scaturisce solo dall’esperienza dell’incontro dal vivo fra l’artista e il pubblico”. 

Un ringraziamento all’Università popolare trentina e ai suoi studenti, che si sono impegnati a creare una pagina dedicata sui social (“Giudicarie a Teatro”) per pubblicizzare gli eventi durante tutto il periodo della rassegna. Per consultare le date dell'intera rassegna e per ulteriori informazioni, www.trentinospettacoli.it

 

Andrea Delogu porta in scena al Teatro Centro Lucia (via Dante 15, Botticino Sera) il suo manuale di sopravvivenza alla maleducazione sentimentale. Appuntamento per questa sera, venerdì 11 novembre, alle 21.

 

Per il secondo appuntamento della Stagione Teatrale 2022/2023, organizzata in collaborazione con il Comune di Botticino, Andrea Delogu sarà ospite al Teatro Centro Lucia con il suo spettacolo “40 e sto”, un monologo pungente e stravagante in cui l’attrice racconterà cosa significhi per una donna arrivare al traguardo del quarantesimo anno di età. Si tratta di un folle spettacolo che racconta le donne alla soglia dei quarant’anni, l’età che viene considerata il giro di boa, che può portare a una crisi o a una rinascita, che lascia intravedere la libertà con fermezza e permette di raggiungere consapevolezze che danno la forza di contrastare molti luoghi comuni rispetto agli anni trascorsi.

È proprio per cercare di raccontare tutto questo al meglio che Andrea attingerà a piene mani dalla sua vita privata, raccontando senza filtri le sue esperienze personali davanti ad un pubblico che la vedrà districarsi tra bizzarri pretendenti, traslochi, social, supermercati per single, paparazzi e molto altro ancora, creando un esilarante flusso di coscienza in cui lo stesso pubblico si riconoscerà.

Scritto dalla stessa Delogu in collaborazione con Alberto Caviglia e Rossella Rizzi, “40 e sto” si presenta come un sorprendente viaggio in cui l’attrice trascina il pubblico nella sua nuova vita, quella di una donna che ha raggiunto il traguardo dei quarant’anni e, riappropriandosi della propria indipendenza, si mette in gioco esplorando le mode, i vizi e le ossessioni di questa strana epoca che stiamo vivendo, dove in palio c’è la cosa più importante di tutte: la libertà di essere se stessi.

Attrice, conduttrice e scrittrice, Andrea Delogu esordisce in TV nel 2002, facendo parte del corpo di ballo nel programma “Mai dire Domenica” in onda su Italia 1; negli anni successivi il suo lavoro si dirige sempre più verso la carriera di speaker radiofonica (segue diverse edizioni radiofoniche del “Festival di Sanremo” e nel 2019 conduce il programma “The voice of Radio 2” su RAI Radio 2) e presentatrice televisiva (nell’ultimo periodo ha presentato per la RAI le trasmissioni “La vita in diretta Estate”, “Ricomincio da RAI 3” e “TIM Summer Hits 2022”). Nel ruolo di attrice ha preso parte recentemente ai film “Appena un minuto”, “Divorzio a Las Vegas” e “Nel bagno delle donne”. Nel 2014, in collaborazione con Andrea Cedrola, scrive il suo primo romanzo “La collina”, che prende spunto dalla sua infanzia passata con la famiglia in comunità a San Patrignano (a questo proposito nel 2020 fa la sua comparsa nella docu-serie prodotta da Netflix “SanPa – Luci e Tenebre di San Patrignano”). Proprio quest’anno è uscito il suo ultimo romanzo “Contrappasso”.

Per tutte le informazioni è possibile consultare il sito web www.centrolucia.it oppure seguire i canali social: Facebook: Teatro Centrolucia Instagram: teatrocentrolucia. Costo biglietti: € 20,00 intero - € 18,00 ridotto (residenti a Botticino, under 13 e over 65).

Sabato 26 novembre alle 18, presso la sala polivalente della Cultura di Paitone (piazza Sandro Pertini), si terrà una conferenza sulla città di Brescia e i suoi abitanti. A seguire, un momento di convivialità.

Anche Paitone si prepara a celebrare l'appuntamento di Bergamo Brescia capitale della cultura 2023 e lo fa con una proposta formativa rivolta a tutti i cittadini. A parlare di Brescia e dei bresciani interverrà Angelo Roversi, appassionato cultore della storia e della brescianità in particolare. Con riferimento al sottotitolo della serata, "storia di un popolo ribelle", il relatore parlerà dei principali eventi della nostra terra a partire dall'età romana, per arrivare via via ai nostri giorni.

 

Sabato 19 novembre alle 17, presso Palazzo Wimmer (ex Casinò, corso Giuseppe Zanardelli 166), andrà in scena “Recital Pianoforte solo” con Geoff Westley. Ingresso libero.

 

Gardone Riviera ospita la prossima tappa del Festival Suoni e Sapori del Garda, con il pianista Geoff Westley che proporrà “Recital Pianoforte solo”. Geoff Westley è un pianista, compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra inglese. Ha collaborato con Andrew Lloyd-Webber, Vangelis, Gerry Goldsmith, Hans Zimmer, Marvin Hamlish, Henry Mancini, Peter Gabriel e tanti altri. Per sette anni è stato il direttore musicale dei Bee Gees nei loro tour mondiali. Ha diretto London Symphony Orchestra, Royal Philharmonic Orchestra, Philharmonia, Pro Arte, London Chamber Orchestra, Orchestra del Teatro Regio di Parma, Orchestra Sinfonica La Verdi di Milano, Roma Sinfonietta, Brno Philharmonic, Budapest Symphony Orchestra. 

E’ noto al pubblico italiano per aver prodotto per Lucio Battisti “Una donna per amico” e “Una giornata uggiosa” e per Claudio Baglioni “Strada facendo” ed “Avrai”. Il concerto è incentrato principalmente sui suoi due album di composizioni originali per Solo Piano: “Does what it says on the tin” (2019) e “The mellow album” (2021). 

Il Festival propone un circuito di spettacoli ad ingresso libero inseriti in un unico cartellone, con il diretto coinvolgimento dei Comuni afferenti all’intero bacino lacustre e al suo immediato entroterra. La direzione artistica è affidata al maestro Serafino Tedesi coadiuvato dalla sua associazione culturale Infonote; l’intento è quello di riuscire a coinvolgere sempre più comuni, anche delle province limitrofe. I comuni che fanno parte dell’edizione 2022 sono: Calvagese della Riviera, Desenzano del Garda, Gardone Riviera, Lonato del Garda, Malcesine, Nago Torbole, Riva del Garda, Salò, San Felice del Benaco, Tignale e Toscolano Maderno. La Comunità del Garda sovrintende al coordinamento istituzionale e amministrativo.

 

La rassegna curata dalla bookblogger Roberta Ghirardi e organizzata da Comune e Biblioteca offre una ricca varietà di nuove pubblicazioni anche nel mese di novembre. Il primo appuntamento è giovedì 10 alle 20:30 con Alice Basso. La sede degli incontri è Villa Galnica a Puegnago in via Roma 4.

Alice Basso è una delle scrittrici più feconde degli ultimi anni: dalla sua penna sono nati personaggi femminili indimenticabili, come l'originale ghostwriter Vani Sarca e l'avvenente (e sveglia) dattilografa Anita che si muove nella Torino fascista degli anni Trenta. Ed è proprio quest'ultima la protagonista di "Una stella senza luce", edito da Garzanti, che sarà presentato giovedì 10 novembre alle 20:30. Questa volta Anita è in serio pericolo, dopo che è stato trovato cadavere il regista che voleva portare sul grande schermo uno dei gialli tradotti sulla rivista per cui la ragazza lavora. Solo le sue letture potrebbero fornirle la chiave per aggirare la censura del regime e trovare la verità tra mille lati oscuri e depistaggi.

Giovedì 17 novembre sarà invece la volta di Paola Varalli che sempre alle 20:30 presenterà "Giallo al cimitero maggiore", Fratelli Frilli editore. Varesina trapiantata a Milano, la Varalli ha iniziato la carriera di scrittrice dopo aver vinto un concorso letterario nel 2005. La vicenda ha inizio con strane passeggiate per il cimitero di persone che dovrebbero essere morte. Anita Valli, che non crede agli zombies, comincia a indagare tra senzatetto che spariscono e sepolture sospette, aiutata dall'amica Mirella e dal fedele labrador Jarod che ci metterà del suo.

Concluderà la rassegna Virginia Bramati che sarà ospite giovedì 24 novembre alle 20:30 per presentare "Cercasi amore vista lago" e "Quello che ancora non sai di me", entrambi editi da Giunti. Milanese, la scrittrice ha esordito nel 2014 e da allora i suoi romanzi sono tradotti in diversi Paesi. Anche in questo caso le protagoniste sono donne: la prima è Bianca Maffei che da un importante studio di architettura a Milano è costretta, vittima della crisi e della conseguente "riorganizzazione", a trovare lavoro in un'agenzia immobiliare di periferia. Da un abbaino vista fiume, grazie al suo istinto troverà la casa più spettacolare che si potesse immaginare. Il secondo libro narra invece le vicende di Caterina, insegnante di latino e greco in Calabria, che si trova catapultata in provincia di Brescia e scoprirà una casa famiglia dove i ragazzi vengono aiutati a scoprire ciò che ancora non sanno di sé. Partecipa alla serata Sara Necchini con il suo macramé, l'arte dell'annodatura.

 

 

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